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Cimici, Zannier: "Massimo impegno ma nessuna soluzione"

Il problema è complesso e ha una percentuale di invasività che varia fino al 90% in aree tra loro contigue

"La garanzia del massimo sostegno possibile della Regione per il superamento di un problema al momento senza soluzione, ma che potrà essere risolvibile solo adottando un approccio tecnico di tipo razionale, evitando di affidarsi a modelli non comprovati scientificamente". Lo ha detto l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche del Friuli Venezia Giulia, Stefano Zannier, oggi a Villa Manin di Passariano (Codroipo) in apertura del convegno intitolato "Cimice marmorata asiatica in Fvg. Insetto alieno di difficile gestione in agricoltura".

L'assessore, rimarcando la competenza e la professionalità dei tecnici dell'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (Ersa), ha ricordato come siano in atto collaborazioni anche con organismi esterni alla regione per acquisire conoscenze ed esperienze sul tema. Ma il problema, come ha sottolineato Zannier, presenta una complessità che lo rende non semplice da affrontare. In primo luogo per la disomogeneità territoriale, con percentuali di invasività che variano anche del 90 per cento tra aree tra loro contigue.

"La strada quindi - ha detto l'assessore davanti ad una folta platea - non può che essere quella di una collaborazione tra la parte scientifica e gli stessi agricoltori, i quali sono chiamati a condividere quelle che sono le prassi positive per l'eradicazione della cimice asiatica". Il discorso poi si è spostato sulle forme di intervento della Regione, tra cui i sostegni economici per l'installazione delle reti di protezione. Un metodo, come ha rilevato Zannier, certamente utile, ma che presenta delle complicazioni, in particolare sul piano della movimentazione interna nel terreno soggetto a copertura.

Non facile anche il processo dei finanziamenti erogati per indennizzare i cali di produzione. "Le regole dell'Unione europea sugli aiuti - ha spiegato l'assessore -, visti gli interventi degli anni precedenti, ci danno un raggio d'azione che difficilmente potrà superare i dodici mesi". Da qui, come ha evidenziato Zannier, l'importanza di un evento come quello odierno. "Molto utile, viste le competenze e le esperienze a confronto, per individuare un modello applicabile al nostro territorio, che ben difficilmente potrà essere quello di importare un predatore dall'esterno (a meno che non sia esclusivo della cimice asiatica), in quanto il rischio sarebbe quello di replicare le conseguenze che stiamo affrontando oggi".

Una chiave di analisi, come ha concluso l'assessore ribadendo il suo pieno affidamento agli studi scientifici, potrebbe essere quella delle condizioni eco sistemiche che rendono certe aree più aggredite dal fenomeno, in considerazione del fatto che già a suo tempo il Friuli Venezia Giulia venne riconosciuto come un territorio con caratteristiche favorevoli al diffondersi della cimice asiatica. Da approfondire infine, secondo Zannier, il dialogo con le altre Regioni, in particolare con Veneto e Emilia-Romagna, in virtù del fatto che in quest'ultima l'invasività del problema sembra calata.

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