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Stefano Bollani manda “in orbita” il pubblico del Science+fiction festival alla Méliès Ceremony (FOTO)

Sala piena per il grande interprete jazz, che ha accompagnato al piano la fantascienza del primo novecento. Premiati il film "Thelma" di Joachim Trier e il corto "Expire" di Magali Magistry

Come riempire la sala del Rossetti proiettando film muti ambientati sulla luna? Accompagnati al piano con il tema di Heidi? Una delle molte sfide riuscite per Stefano Bollani, uno dei più popolari interpreti jazz e appassionato di fantascienza, che ha fatto rimbombare di applausi il Politeama Rossetti con lo spettacolo “Fantabollani”, in occasione del Trieste Science+fiction Festival alla consegna del Méliès d’or.  Il premio, organizzato insieme alla European Fantastic Film Federation, è stato come ogni anno assegnato al migliore tra i film di fantascienza prodotti in Europa e già insigniti del Méliès d’argent. I vincitori, premiati dai giornalisti Beatrice Fiorentino e Fabrizio Liberti, sono stati “Thelma” di Joachim Trier e Expire di Magali Magistry per la sezione cortometraggi.

Dopo la cerimonia, l’attesa esibizione di Bollani, che ha accompagnato con due pianoforti cinque film dei primi del novecento, da Méliès, appunto, a Novelli. Film muti e “retrofuturistici”, che rappresentavano il futuro con i mezzi dell’epoca: razzi di cartone e corpi celesti parlanti fatti di maschere di gomma, niente montaggio e lunghi piani-sequenza. Pellicole di innegabile fascino ma di non facile fruizione, davanti a cui l’intero politeama ha comunque spalancato la bocca all’unisono, trainato dalla colonna sonora d’eccezione.

Bollani si è quindi improvvisato (in tutti i sensi) “pianista da film muto”, ma mentre all’epoca il musicista eseguiva Chopin o Debussy, il nostro ha liberamente pescato melodie dell’immaginario contemporaneo, da “Fly me to the moon” a “Heidi”. Il tutto rielaborato nel suo stile personale dove virtuosismo e ironia diventano la stessa cosa.

Proprio come i pianisti nel cinema di un tempo, che si sedevano davanti al piano senza aver visto il film e facendosi suggestionare dalle immagini, Bollani ha improvvisato per un’ora e mezza con un occhio allo schermo e (quasi mai) uno alla tastiera. Quasi a dimostrare che lo spettacolo è stato improvvisato in toto, è stato poi eseguito un medley composto dalle richieste del pubblico: una sinfonia, composta al momento, in cui la marcia imperiale di Darth Vader ha fatto da preludio a “Tico-Tico”, e “Round Midnight” a “Il pinguino innamorato”, il tutto scandito in continui refrain dalla sigla di Mazinga Z. Tutto questo in una perfetta continuità stilistica. 

Sono stati eseguiti anche pezzi originali cantati, tra cui una sceneggiata napoletana sulle nanotecnologie e la celebre “Arrivano gli alieni”, vere novelle di fantascienza in musica che hanno suscitato, come tutto il resto, un curioso mix di risate e reverenziale stupore. Perché davanti al talento e alla personalità, anche i generi considerati “di nicchia” diventano universali.

"Fantabollani"

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