Quando il dialetto diventa "universale": Il cantautore Andrea Bussani in concerto a San Giacomo
Il dialetto in musica non è solo folklore e goliardia. Lo dimostra il cantautore triestino Andrea Bussani nel suo nuovo album "Ciaro", già presente su tutte le piattaforme digitali, che sarà presentato mercoledì 13 luglio 2022 alle ore 18:30 al Circolo del Lavatoio di San Giacomo. Durante la serata, assieme alla band composta per l'occasione dagli amici musicisti Marco Galante (basso), Andrea Skerjan (batteria), Michele Dolce (tastiere), Eva Pascal (voce e cori) e Andrea Scarcia (armonica e cori) presenterà molti brani inediti contenuti nel nuovo album, tre dei quali sono stati proposti e premiati alla kermesse canora “Dimela cantando” del Festival dell'istroveneto.
A metà giugno Bussani ha partecipato al Festival dell'istroveneto con "Le canzoni no servi a niente", Premio del pubblico nella tappa di Venezia e Premio per le miglior parole e Premio "Academia de la lengua veneta" alla finale di Buie, in Istria. Il "Festival dell'istroveneto" e l'Istria hanno avuto un ruolo importante nella scrittura, nella crescita dei brani e nella realizzazione dell'album le cui tracce sono state mixate e masterizzate proprio nello Studio Triban di Lari Sain.
Chi è Andrea Bussani
Andrea Bussani inizia a suonare la chitarra a tredici anni per dispetto alla professoressa di musica, e da allora non smette più. Negli anni '90 suona con diverse giovani band della scena triestina, tra le quali i “Fumo di Londra” e gli “Ughetto jeans e le notizie”. Negli anni 2000 vive una lunga parentesi con gli “Ironia band”. Nel 2014 comincia a scrivere canzoni e da allora non smette più.
La recensione dell'album
"Ciaro” è il quarto album in studio di Andrea Bussani, un'istantanea della visione del mondo dell'autore attraverso la sua musica e il suo dialetto: il triestino. Allontanandosi dalla vena goliardica di cui è da sempre portatore, il triestino è qui lingua espressiva universale in cui vengono narrati i sentimenti, tracciati attimi di vita e ritratti persone e luoghi. Il dialetto usato è vivo, parla di attualità, dell'oggi vissuto e presente, e Bussani lo estrae dalla sua tipica collocazione indigena e definita, per farne il tramite della confidenza ad un amico, il linguaggio della solitudine, il mezzo di espressione di sentimenti e stati d'animo che non sono solo di Trieste ma di ogni essere umano. Lo specifico diventa universale, il circoscritto si espande, l'autoctono, come un ottimo piatto tipico, viene assaggiato dallo "straniero" ed entra nel ventaglio armonico dei suoi gusti per renderlo proprio ed esportarne il sapore.