rotate-mobile
Cultura

La Barcolana a Pordenonelegge: “Un mare di racconti” per i 50 anni

Un volume di 320 pagine che raccoglierà grandi nomi tra cui Claudio Magris, Mauro Covacich, Siri Jacobsen, Boris Pahor, Beppe Severgnini, Paul Cayard e Marina Abramovic. Gialuz sulla polemica intorno al manifesto: «Ampiamente superata»

“Barcolana, un mare di racconti” nasce come un regalo per i 50 anni della grande manifestazione triestina. Un regalo alla cittadinanza e non solo, perché durante l’appuntamento autunnale la città attrae regatanti e simpatizzanti da tutto il mondo. Un libro, ma anche un omaggio e una testimonianza, a cura del presidente Mitja Gialuz e dello scrittore Alessandro Mezzena Lona, che hanno chiamato a raccolta un gruppo di scrittori, giornalisti, sportivi, fumettisti e artisti. La presentazione ufficiale avverrà il 5 ottobre a Trieste, ma è stato presentato alla stampa nell’ambito di Pordenonelegge sabato 22 settembre (domenica 23 alle 15:30 per il pubblico).

I contributi

Tra le firme della letteratura, che hanno partecipato con racconti per gran parte inediti, spiccano Paolo Rumiz, Claudio Magris, Mauro Covacich, Siri Jacobsen, Boris Pahor, Federica Manzon, Beppe Severgnini, Cristina Battocletti, Veit heinichen, Claudio Grisancich e Miroslav Kosuta. Dal mondo del fumetto e dell’illustrazione, invece, arrivano Luca Enoc, Mario Alberti, Romeo Toffanetti, Davide Besana e Paola Ramella, e non mancano le testimonianze di alcune leggende della vela quali Sir Ben Ainsley (il velista più quotato al mondo), Cino Ricci, Paul Cayard e Mauro Pelaschier. Tre grandi nomi tra gli artisti: Michelangelo Pistoletto, Gillo Dorfles e Marina Abramovic, che ha firmato il manifesto ufficiale della Barcolana.

50 storie

Il volume (320 pagine al prezzo di 38 euro) sarà un viaggio nelle mille sfaccettature della Barcolana che, come ricorda Gialuz, è «un evento proteiforme, qualcosa che sfugge alle definizioni perché è sport ma non è solo sport, è cultura ma non è cultura. Il libro esplorerà l’evento tramite 50 punti, una sorta di “contaminazione”, come la Barcolana è una contaminazione di piani e di storie. La Barcolana non poteva che nascere a Trieste, perché in molte città italiane e non, il mare è una sorta di rimozione freudiana, c’è un diaframma che impedisce di vivere direttamente il mare, invece a Trieste lo si vive così intensamente che si dice “andiamo al bagno”, come un luogo familiare».

Il mare come un Pub irlandese

Federica Manzon ha poi interpretato l’unicità di un evento come la Barcolana, i cui tentativi di emulazione in altre città non sono mandati a buon fine, perché «A Trieste il mare e le barche sono di tutti, al mare ci va chiunque e non è riservato a un’élite o a qualcosa da snobbare. Diventa un livellatore sociale, quello che è il pub in Irlanda, dove le differenze si mescolano e accadono gli incontri. In questo momento storico è qualcosa di importante».

Tutti nella stessa barca

Gialuz ha voluto rimarcare il carattere inclusivo ed eterogeneo della manifestazione che presiede, citando proprio il poster di Marina Abramovic che, «con il messaggio “We’re all in the same boat”, vuole dire che siamo tutti su quella stessa linea di partenza. Se pensiamo alla genesi della Barcolana, negli anni ’60 in un circolo velico fondato da due ferrovieri, due portuali, due agenti di commercio e non da velisti di professione, l’idea era quella di rendere la vela accessibile a tutti. Non con gli yacht ma con le passere e i gozzi. L’unica regola era: hai una barca? Puoi partecipare. Vogliamo mantenere questo spirito».

La polemica sul manifesto

Per quanto riguarda la polemica con il vicesindaco Polidori, che aveva interpretato il manifesto di Abramovic come una contestazione alle attuali politiche sull’immigrazione, Gialuz ha dichiarato che si tratta di un problema «Ampiamente superato. Sono reduce dalla vernice della mostra su Marina Abramovic, la più grande in Italia, tre giorni fa. Sono stato orgoglioso di arrivare a Palazzo Strozzi e trovare due foto del nostro poster vicino all’immagine della sua famosa performance al Moma, con quell’iconico vestito rosso. Marina stessa ha dato una lettura bellissima del manifesto: "tutto il genere umano è su un piccolo puntino blu che naviga in un universo nero e quindi dovremmo preoccuparci di salvaguardare innanzitutto il mare, che è larga parte del nostro pianeta"».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Barcolana a Pordenonelegge: “Un mare di racconti” per i 50 anni

TriestePrima è in caricamento