“Bloomsday”, il festival di Joyce: 30 appuntamenti tra conferenze, letture e spettacoli (PROGRAMMA)
Si aprirà oggi giovedì 14 giugno, alle ore 17, alla Stazione Rogers di Riva Grumula, con la tavola rotonda “E(c)olo. Quando Joyce scriveva per Il Piccolo” specificamente dedicata all'approfondimento delle attività di Joyce in veste di giornalista (e vi parteciperanno, tra gli altri, il direttore del “Piccolo” Enzo D'Antona, il giornalista e fotografo Claudio Erné, il professor Renzo S. Crivelli, collaboratore storico del “Sole 24 Ore”), la prima delle quattro giornate (negli scorsi anni si limitavano a tre) della 9° edizione di “Bloomsday – Una Festa per Joyce”, l'iniziativa triestina – ma ormai assurta a fama internazionale – con la quale la nostra città ogni anno intende celebrare il grande scrittore irlandese che elesse Trieste quale sua “seconda patria” (effettivamente soggiornandovi a lungo e ripetutamente, negli anni fra il 1904 e il 1920).
Un'edizione dunque che sarà più lunga e più ricca di appuntamenti delle precedenti, e ciò grazie allo sforzo congiunto di Comune e Università, sottoscrittori di un apposito protocollo di collaborazione appena rinnovato, e, nonostante le persistenti ristrettezze di risorse, purtuttavia di alto livello e con la programmazione di eventi di grande risonanza e richiamo, come hanno sottolineato con orgoglio tutti gli intervenuti all'odierna conferenza di presentazione: l'Assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, il Magnifico Rettore dell'Università Maurizio Fermeglia, il professor Renzo S. Crivelli appassionato studioso e organizzatore di eventi joyciani nonché componente del comitato scientifico della manifestazione assieme ai professori Laura Pelaschiar e Paolo Quazzolo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Ateneo, nonché il direttore artistico e “regista” dell'evento Riccardo Cepach del Museo Joyce Museum del Comune di Trieste.
Un programma vasto e “multidisciplinare” che – come ha spiegato proprio Cepach – come ogni anno, nel modo scelto a Trieste per celebrare il “Bloomsday”, andrà a “ispirarsi” a uno dei 18 episodi di cui è composto l’”Ulisse”: stavolta al 7° capitolo, intitolato “Eolo. Il giornale”, andando così ad approfondire - dopo le edizioni dedicate al “ciclope” e alla politica, all'erotismo e al “femminismo” del monologo di Molly, alle “sirene” e alla musica, a “Itaca” e alla scienza – l'episodio specifico ambientato nella redazione del periodico dublinese “Freeman's Journal” che ha per oggetto appunto il giornalismo e il “vento della fama”, scritto nello stile della prosa giornalistica e strutturato come una sequenza di titoli e trafiletti.
E attorno a queste tematiche, e ai rapporti fra giornalismo e letteratura, si snoderanno tutti i quasi 30 appuntamenti (per l'esattezza 28, più quelli delle “proposte” enogastronomiche collaterali) di un elenco di appuntamenti, come detto molto variegato e rivolto a molteplici interessi, che comprenderà non solo le più classiche (e doverose!) conferenze e letture joyciane ma anche spettacoli, concerti, proiezioni (come un inedito documentario della BBC), mostre d'arte “dedicate” e “tour urbani” (fino a una sorta di “pellegrinaggio” diretto al popolare rione di San Giacomo) che animeranno i più diversi spazi della città. Il tutto con opportune “sinergie” con le realtà giovanili (ad esempio, ma non solo, per la realizzazione di un grande “murale” dedicato a Joyce, curato dal PAG-Progetto Area Giovani del Comune nell'ambito del progetto “Chromopolis”, che si inaugurerà sempre domani, giovedì 14, alle ore 19, allo Stadio “Grezar” di via Flavia). Ma anche puntando – ha evidenziato ancora Cepach – a fare di queste “celebrazioni”, inizialmente solo letterarie, pure un momento di coinvolgimento più ampio della città e un'occasione di lavoro per le più diverse sue categorie, dagli artisti fino ai negozianti (come Eppinger che, nella speciale circostanza, presenterà una nuova 'linea' di biscotti ispirati ai grandi protagonisti della letteratura triestina).
E mentre il prof. Paolo Quazzolo ha rimarcato la notevole consistenza del lavoro svolto dal Comitato scientifico per la messa a punto della manifestazione, è seguita infine, da parte del “regista” Riccardo Cepach, una più dettagliata illustrazione dell'intero Programma che, da giovedì 14 a domenica 17, passando per sabato 16 giugno, ovvero per la giornata conosciuta e celebrata in tutto il mondo come “Bloomsday”, prevede – come detto - in apertura e in chiusura del festival due eventi dedicati specificamente al giornalismo: giovedì 14, alle ore 17, alla Stazione Rogers, la già ricordata tavola rotonda di apertura su “E(c)olo. Quando Joyce scriveva per Il Piccolo” che rievoca appunto la collaborazione di Joyce all'edizione serale del quotidiano triestino tra il 1907 e il 1912 e i modi di un giornalismo ormai scomparso (attraverso le voci di Enzo D'Antona direttore del “Piccolo”, Claudio Erné fotografo e giornalista e Renzo S. Crivelli, collaboratore storico del “Sole 24 Ore”, con gli interventi di Paolo Quazzolo e Laura Pelaschiar); mentre in chiusura, domenica 17, alle ore 17, alla Sala “Bazlen” di Palazzo Gopcevic, si terrà l'incontro “Giornaletteratura”, realizzato in collaborazione con la Rappresentanza Italiana della Commissione Europea (con Cristina Battocletti, Mario Baudino e Alessandro Mezzena Lona, coordinati da Riccardo Cepach).
E saranno ispirate a Eolo e al giornalismo anche altre delle iniziative del festival che in ciò ricalca la fortunata formula delle edizioni precedenti: la tradizionale conferenza della serie “Ulysses for Dummies – Ulisse per principianti” di Renzo Crivelli che anche quest'anno riproporrà il suo “tour” sui passi di Joyce a Trieste e che domenica 17 presenterà il suo nuovo libro joyciano “Un amore di Giacomo”, con l'”aiuto” di Pietro Spirito; e poi le non meno “tradizionali” rappresentazioni en-plein-air di Giuliano Zannier e della Compagnia de “L'Armonia” e l'ormai classica “rap-presentazione” del gruppo Stolen-Wordz capitanato da Matteo Verdiani e sostenuto dalla Cooperativa Reset con il contributo di ALT e ASUITS, intitolato quest'anno: “Esclusivo! Gli appare Dio ma non lo riconosce: 'Non sapevo chi fosse!'”.
E ancora alle pagine di Eolo si ispira una delle tre mostre d'arte che verranno inaugurate nel corso del festival, quella affidata all'artista della carta Annalisa Metus, “Unfolding Ulysses - #7 Aeolus”, che verrà inaugurata venerdì 15, alle ore 19, alla Sala “Veruda” di Palazzo Costanzi (aperta fino al 15 luglio). Fino al giorno precedente invece (14 luglio) rimarrà aperta la seconda mostra in programma, con la serie di installazioni audiovisive “Odyssey. In the Footsteps of Joyce” di Greig Stevens, che verrà inaugurata sabato 16 giugno, alle ore 18, al Museo “Joyce” di via Madonna del Mare.
Al prestigioso parterre degli ospiti si aggiungono anche i nomi del filosofo Giulio Giorello, cui verrà affidata la conferenza di inaugurazione, venerdì 15, ore 10, al Museo “Sartorio”, intitolata “Un mondo di... fogli”; e poi Gabriele Frasca che aprirà la giornata “centrale” di sabato 16, sempre al “Sartorio” alle ore 10, con il suo intervento “L’uomo con la macchina da prosa”; e ancora Luigi Nacci che avvierà a conclusione il festival accompagnando i “pellegrini” sul Cammino di San Giacomo che attraverserà i vicoli della Trieste popolare fino, appunto, a Campo San Giacomo, dove domenica sera si avranno gli ultimi due appuntamenti del Festival: l'immancabile concerto dei Wooden Legs con il loro travolgente folk irlandese intitolato per l'occasione “Reefolo” e la proiezione dell'ultimo film di John Huston “The Dead - Gente di Dublino”, in lingua originale con sottotitoli in italiano, evento a cura di Serestate. La proiezione del
capolavoro di Huston - che fa parte dei sempre più numerosi appuntamenti triestini che possono venir seguiti anche dagli ospiti stranieri che parlano inglese (per i quali è previsto anche uno speciale Walking Tour guidato da Niccolò Coscia – si ricollega pure alla proiezione dello splendido documentario di David Blake Knox e Kieron J. Walsh prodotto quest'anno per la BBC che s'intitola “Anjelica Huston on James Joyce: A Shout in the Street”, in cui l'attrice premio Oscar racconta la vita di Joyce e ricorda la sua partecipazione all'ultimo film diretto da suo padre. Il documentario verrà trasmesso in lingua originale la mattina di sabato 16 al Museo “Sartorio”, dopo il concerto per clarinetto, violino e pianoforte del Trio Joyce, sulle musiche di Marco Battigelli, Davide Coppola e Giorgio Coslovich.
Oltre alla già ricordata messa in scena di Eolo da parte dell'Armonia, sono poi altri due gli spettacoli teatrali allestiti per il “Bloomsday”, la commedia “Il maestro e Cicogno” di Renzo S. Crivelli, in collaborazione con il Teatro Stabile “La Contrada”, con Enza De Rosè, Francesco Godina e Maurizio Zacchigna, per la regia di quest'ultimo, e lo spettacolo “Love is unhappy when love is away” di e con Diana Höbel e le musiche originali dal vivo del duo Baby Gelido, ispirato alla raccolta di poesie di Joyce “Chamber Music”.
Ricordiamo infine la proiezione del filmato “Dalla torre di Stephen alla stanza di Molly” di Paolo Colombo, artista novarese già ospite di una precedente edizione del festival e la tavola rotonda “More Been” dedicata all'uso umoristico e creativo del dialetto triestino, dentro e fuori l'opera di Joyce, che ne era un cultore, con Alessandro Ambrosi, Riccardo Cepach, Diego Manna e Laura Pelaschiar, che si svolgerà ancora sabato 16, alle ore 20, all'Antico Caffè San Marco di via Battisti, dove contestualmente si inaugurerà anche la terza delle mostre previste, “Parolazze” di Paolo Prossen, l'artista che ha firmato anche il materiale promozionale e che si esercita con gusto di grafico sulle parole bizzarre del dialetto triestino che Joyce amava.
La ricca offerta enogastronomica del festival, riunita dal titolo generale “Earlanda: la risposta joyciana a Eataly” comprenderà le cene a tema del Caffè San Marco, le colazioni joyciane di Mimì & Cocotte, le pinte d'Irlanda di Mastro Birraio e gli spuntini letterari del Bar Panoramik sul Bastione Rotondo del Castello di San Giusto.
Senza contare le collaborazioni della “Bloom Coffé School” di Imperator, alla sua seconda partecipazione al festival, che curerà l'aperitivo al caffè durante l'inaugurazione della mostra di Annalisa Metus e la pausa caffè della mattinata del 17 giugno in collaborazione con la Pasticceria Maritani di Monfalcone e della Pasticceria Eppinger che il giorno precedente, sabato 16, presenterà la propria nuova linea di biscotti ispirati ai grandi protagonisti della letteratura triestina disegnati da Maurizio Stagni.
Anche per l'edizione 2018 verrà allestito, infine, il Museo viaggiante “Joyce BUSeum” che verrà ospitato all'interno di un autobus d'epoca dell'associazione Inbusclub in collaborazione con il bar libreria Knulp: al suo interno una riproduzione del Museo Joyce, informazioni e materiale informativo su Joyce, i musei letterari, il festival. Il mezzo sarà decorato dagli street artists dell'associazione Cadmio e verrà presentato, nel corso di uno speciale evento, domani, giovedì 14, ore 19, assieme al già ricordato “murale joyciano” realizzato allo stadio “Grezar” a cura del PAG del Comune.
“Bloomsday 2018 – Una festa per Joyce” è organizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste e dal Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università degli Studi di Trieste attraverso il Museo Joyce Museum, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Rappresentanza Italiana della Commissione Europea nell'Anno Europeo del Patrimonio Culturale, l'Hotel Letterario “Victoria”, la Casa della Musica, Europe Direct Trieste, il PAG-Progetto Area Giovani del Comune, con il media partner “Il Piccolo”. Direzione amministrativa di Laura Carlini Fanfogna e Paolo Quazzolo, direzione scientifica di Renzo S. Crivelli e Laura Pelaschiar, direzione artistica di Riccardo Cepach.
(per informazioni: Museo Joyce Museum, via Madonna del Mare 13 – Trieste, tel. 040-675.8170 / 8182, museojoyce@comune.trieste.it, www.museojoycetrieste.it, www.facebook.com/MuseoSvevoJoyce)