Giornata di Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: dibattito e festa alla Sala Tripcovich
Sarà una serata-incontro all'insegna dei giovani, alla luce dei fatti di Parigi, dal titolo “Non avranno il nostro odio” , quella organizzata dal Comune di Trieste che si svolgerà giovedì 10 dicembre, alla Sala Tripcovich, a partire dalle ore 18, nella ricorrenza della Giornata di Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L'evento è organizzato in collaborazione con Scuola 55-Casa della Musica, con la collaborazione grafica di Francesco Sinicco-ProjecTs, e vi hanno finora aderito numerose realtà e associazioni: Consulta Giovanile del Comune di Trieste, Collegio del Mondo Unito, Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini, Conservatorio sloveno Glasbena Matica, Mattador-Premio internazionale per la sceneggiatura, Arci Trieste, Erasmus Student Network Trieste, Radioincorso.it, Centro Universitario Teatrale, ProjecTs, Elsa-The European Law Students' Association. Aiesec. Ma le adesioni restano comunque ancora aperte.Moderatore dell'incontro: Antonio di Bartolomeo.
Un incontro promosso con la volontà di creare un momento di riflessione per i giovani, protagonisti e attori fondamentali, ma aperto liberamente a tutti, su una situazione così feroce dell'intensificarsi a catena degli atti terroristici e di tutto ciò che può compromettere la vita civile. Un primo momento di dibattito e confronto si aprirà con due testimoni quali Don Mario Vatta e Alessandro Scandalo, delegato dell'ICTP ai rapporti col territorio, e con i contributi dei giovani che hanno vissuto la fase che stiamo attraversando. I ragazzi potranno fare interventi al microfono o tramite tweet. La seconda parte sarà rivolta alla musica, al teatro, e alla mostra allestita nel Foyer, a significare che “cultura” è veicolo di conoscenza e consapevolezza, il più efficace antidoto per contrastare l'odio e l'intolleranza, l'indebolimento dei valori umani.
Nel programma della serata, numerosi gli interventi musicali e artistici, da parte di: Collegio del Mondo Unito, Centro Universitario Teatrale, Orchestra Laboratorio 3.0 e Corso di Fisarmonica del Conservatorio Conservatorio G.Tartini e Glasbena Matica, Brazos Black Suit, Woden Legs.
Grazie al contributo di Radioincorso.it sarà presentata una selezione di cortometraggi di autori provenienti da tutto il mondo su tematiche quali integrazione, immigrazione, conflitti e pregiudizi. Opere scelte tra quelle delle diverse edizioni di Taglia Corti, concorso internazionale di cortometraggi e videoclip musicali under 35 (realizzato da Radioincorso.it).
Nel Foyer, allestita la mostra nata dal progetto “(S)culture”, ideato da Elisa Fratini, nata a Macerata nel 1984. Ricercatrice di fisica teorica all'ICTP di Trieste, con l'hobby della fotografia e insegnante volontaria ai corsi d'italiano per stranieri del Centro delle Culture, in collaborazione con l'Arci e la biblioteca Quarantotti Gambini di Trieste. In questa mostra presenta il suo terzo progetto fotografico in ambito sociale, dopo aver trattatato temi come la Palestina e l'evoluzione della cultura, precedentemente esposti in varie occasioni. “Il progetto – spiega Elisa Fratini - parte dall'idea di ritrarre gli studenti del corso d'italiano per stranieri, organizzato dai volontari del Centro delle Culture, in collaborazione con l'Arci, e la biblioteca Quarantotti Gambini di Trieste. I ragazzi che ho avuto modo di incontrare e conoscere sono venuti ad abitare a Trieste per varie ragioni. Chi per poter affrontare inmodo più intraprendente e autonomo il proprio lavoro, chi per fuggire dalla guerra e trovare asilo in un contesto pacifico, chi per studiare, chi per creare una famiglia. Nonostante abbiano culture e aspirazioni differenti, tutti condividono lo stesso desiderio: costruire un futuro nuovo, lontano da violenza e discriminazione. La terra che hanno scelto a questo scopo è Trieste, per questo ho deciso di rappresentarli accanto ad alcune statue ben riconoscibili della città. Se le statue rappresentano la storia, la cultura e tutti gli uomini che abitano ed hanno abitato Trieste, i ragazzi rappresentano i nuovi abitanti, le nuove storie, le nuove culture che ne determinano l'evoluzione e l'arricchimento. Si tratta di uno scambio: mentre le statue sembrano interagire con loro e ritornare in vita, i ragazzi sentono di avere alle spalle e accanto una città, un contesto sociale che li accompagna e li supporta nel loro nuovo percorso di vita. Lo (s)cambio di (s)culture continua a rinnovare e trasformare Trieste e i suoi abitanti, e fa di questa terra un luogo di convivenza.”