Conferenza sul fine vita e sul "bio testamento" al Knulp
Un incontro sui temi del "bio - testamento" e del fine vita, volto a creare maggior consapevolezza su un tema complesso e sulla possibilità di compiere in anticipo scelte che un giorno potremo non essere più in grado di compiere in autonomia. La conferenza - dibattito si terrà venerdì 8 novembre alle 18.30 al Knulp, Bar- Libreria in via Madonna del Mare 7a, e verterà sul tema “Dichiarazioni Anticipate di Trattamento e Fine Vita”.
L'argomento
Un evento informativo per il pubblico che sarà presentato dall'avvocato Giovanna Augusta de'Manzano del Foro di Trieste insieme al dottor Gianluca Borotto, Responsabile dell'HOSPICE-Pineta del Carso di Trieste. La discussione partirà da un dato che fa riflettere: a due anni dall'esistenza delle DAT sono circa solo 900 i residenti che hanno depositato le proprie dichiarazioni anticipate di trattamento presso il Comune di Trieste. Come precisa il dottor Borotto, ispirandosi a una frase di Luis Borges, “l'incontro non è volto a discutere per avere “ragione”, ma per capire e per poter essere poi liberi di decidere, fino alla fine della vita”.
Durante l'incontro si parlerà del contenuto della così detta legge sul bio-testamento, in particolare si tratterà di DAT, cioè di dichiarazioni anticipate di trattamento e di pianificazione anticipata di trattamento, dell'alleanza tra medico e paziente, della figura del fiduciario, delle conseguenze di un' assenza di DAT, dell'obiezione di coscienza, della sedazione profonda e della terapia del dolore.
"Un regalo che dobbiamo a chi ci sta vicino"
Spiega l'avvocato de'Manzano: “Le dichiarazioni anticipate di trattamento offrono spazi di libertà di autodeterminazione che occorre utilizzare in proprio, senza attendere che siano altri, quali familiari o addirittura terzi estranei, a decidere per noi nel momento in cui non saremo più in grado di manifestare il nostro consenso. Sollevare i familiari da decisioni difficili e intimissime, che vengono quasi sempre prese in momenti di grande angoscia, è un atto di civiltà e un regalo che dobbiamo a chi ci sta vicino”.