"Ferriera", mostra di Erika Cei su Servola e il suo discusso stabilimento
Inaugurata ieri nella sede del Consiglio regionale “Ferriera”, la mostra fotografica di Erika Cei sul quartiere di Servola e sulle conseguenze, anche estreme, del discusso stabilimento siderurgico sul territorio e i suoi abitanti. «Un capitolo importante, doloroso e complicato della storia di Trieste – ha commentato il vicepresidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec – che inizia a fine 800 e ancora oggi incide sulle tornate elettorali e mobilita la gente. La mostra propone immagini forti che ritraggono sporcizia, dolore, preoccupazione e soprattutto medicinali: la conseguenza più terribile di un problema a cui la politica non ha ancora saputo dare una risposta».
L’esposizione è stata fortemente voluta dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Ussai, presente all’inaugurazione, che ha ringraziato l’autrice e il Consiglio regionale per aver ospitato la mostra contribuendo ad alzare la soglia di attenzione su «Un problema non risolto nonostante i soldi spesi e le persanti ricadute sulla salute delle persone». Dopo i ringraziamenti il consigliere non si è esentato dall’avanzare alcune critiche: «Con un po’di amarezza noto pochi consiglieri regionali presenti e l’assenza della presidente Serracchiani. Inoltre al piano terra ci sono molti spazi liberi che avrebbero potuto ospitare la mostra, conferendo più visibilità».
Il vicepresidente Gabrovec, in risposta, ha spiegato la scelta con dei lavori di ristrutturazione in corso, e ha portato i partecipati saluti del presidente Franco Iacop, in quel momento a Roma per impegni improrogabili.
«Spero che i colleghi consiglieri vengano almeno a vedere la mostra – ha concluso Ussai - spesso prendiamo decisioni importanti ma senza renderci conto di quello che è il vissuto dei cittadini e questa iniziativa potrà in parte contribuire ad aumentare questa consapevolezza».
L’autrice Erika Cei è goriziana, storica di formazione ma interessata alla fotografia e, dopo aver ringraziato Ussai e il Consiglio regionale, ha raccontato in breve la genesi del progetto: «Ho iniziato tutto nel 2013 con l’idea originaria di documentare la vita nelle fabbriche, ma presto ho realizzato che non sarebbe stato possibile seguire la fabbrica dall’interno, visti i numerosi divieti. Così ho cambiato prospettiva e ho voluto ritrarre la fabbrica partendo dall’esterno, dalle case delle persone che ci vivono attorno».
«Tutte le foto a parte una – continua Cei - sono state fatte dentro le abitazioni della gente, con una lente molto corta (35 mm), tutte le immagini sono state scattate veramente da vicino. Ovviamente il mio ringraziamento va a queste persone: agli abitanti di Servola e di Valmaura che mi hanno gentilmente concesso di entrare nelle loro vite. Il mio augurio – conclude - è che questa situazione venga risolta presto in modo da poter fotografare a Servola qualcosa di diverso».