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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Naima, 15 anni di "Sciampo" archiviati in un libro

Dal genio di Giuseppe Lazzaro e Nicolò Giraldi arriva la prima antologia dedicata alle serate "Sciampo" al Naima di via Rossetti. Presentazione sabato 15 dicembre all'Aqvedotto

Beat Generation. Sono trascorsi ‘sulla strada’ sessant’anni: sessant’anni da Jack Kerouac, e una cinquantina d’anni dalle prime letture fatte senza copione in un locale pubblico a San Francisco, di fronte ad avventori sconosciuti impegnati a bere, a ridere, a scherzare fra loro. “On the road”, “Sulla strada”, il romanzo autobiografico di Kerouac basato sulle sue esperienze di viaggio in automobile e in autostop attraverso gli ‘States’, è diventato una pietra miliare della letteratura contemporanea, ed è stato il manifesto proprio di quella cultura ‘Beat’ alla quale ‘Sciampo: palestra di ardimento letterario. Quindici anni di Naima’ adesso ci riporta.

Il Beat a Trieste

Il ‘Beat’ comprendeva in un certo qual modo il fatalismo per un mondo con la bomba atomica in giardino – una vita che si pensava stesse continuamente per finire in un attimo e in un gran lampo – contrapposto a un incrollabile ottimismo e alla speranza di una nuova rivoluzione e libertà nelle idee e nel comportamento. Il ‘Beat’ è un po’ di misticismo che veniva da Oriente. ‘Beat’ era liberazione sessuale, eccesso, fraternità, individualismo e anche alienazione di un certo tipo: storture, leggerezza, cinismo, battute macabre, graffio e carezza allo stesso tempo. In fondo, il Beat – il ‘colpo’ – era un colpo dato per buttar giù le barriere fra la vita di ogni giorno e la libertà dell’animo, fosse nell’arte o nei rapporti umani. Qualcosa di effimero, senza un disegno preciso, che si celebrava giorno per giorno: nell’arte, si trattò dei primi esponenti che esploravano le ‘performance’, nella scrittura gli abissi dell’alcol e le vette del pensiero del giorno dopo. Nello stare assieme, il ‘Beat’ erano uomini e donne che passavano da una forma di espressione all’altra. Sperimentavano trasgredendo e rompendo, incollando e ricostruendo.

A Trieste, Franco Bulli, titolare del “Naima”, il locale di via Rossetti destinato a diventare per quindici anni un punto di riferimento della buona vita notturna cittadina, e Stefano Dongetti ridiedero un’anima proprio a quello spirito ‘Beat’, mai definitivamente scomparso. Pubblicizzando l’iniziativa, come raccontano, “con un precario volantino in singola
copia e appiccicato al bancone”, riproposero quel tipo di letture, raccogliendo attorno a loro, in un paio di stagioni, un pubblico fedele pronto ad ascoltare, elogiare e criticare le “penne sublimi, gli amici, gli amici degli amici e i curiosi” che, su una rossa poltrona da barbiere illuminata da una lampada, leggevano testi propri o di autori noti, racconti demenziali, poesie, invettive, satira in assoluta libertà: per denuncia, con coraggio, per tristezza, per raccontare qualcosa di bello o semplicemente perché non avevano niente da fare. ‘Sciampo al Naima’, senza intenzione e senza che i suoi organizzatori si siano mai presi troppo sul serio, è diventato, negli anni, cultura. E dopo quindici di questi anni, grazie al prezioso lavoro di raccolta di Nicolò Giraldi, scrittore e giornalista, e Giuseppe Lazzaro, insegnante e poeta, alcune delle letture di ‘Sciampo’ – “troppo poche”, dicono i curatori – e delle immagini dei momenti trascorsi sono state raccolte in un’opera editoriale che sarà presentata domani sera 15 dicembre, alle ore 21, al bar caffè “Aqvedotto” di viale XX Settembre 37/c e che sarà successivamente disponibile attraverso l’editore centoParole e nei maggiori Store elettronici su Internet.

Domani sera, quindi. Presenti gli autori e i curatori. Ma non tutti. Per non prendersi troppo sul serio. Come nella canzone di Giorgio Gaber: “Una brutta giornata. Una vita sprecata. Non c’è niente da fare…”

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