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Messa per il mondo del lavoro, Crepaldi: "In crescita le nuove povertà"

Ha avuto luogo questa mattina al Molo Bersaglieri la Celebrazione eucaristica per il mondo del lavoro di terra e di mare, nella memoria liturgica di San Giuseppe lavoratore. Nell'omelia l'arcivescovo ha parlato della crisi nel mondo del lavoro ed espresso la sua vicinanza alle categorie colpite

L'Arcivescovo monsignor Giampaolo Crepaldi ha presieduto questa mattina Celebrazione eucaristica per il mondo del lavoro di terra e di mare, nella memoria liturgica di San Giuseppe lavoratore, in ottemperanza alle misure sanitarie anti covid-19. L'evento si è svolto alle 10:30 di stamattina, sabato primo maggio al Molo Bersaglieri. Nella sua omelia l'arcivescovo ha parlato del valore e della dignità del lavoro: "Lezione attualissima anche nella nostra società nella quale il lavoro, anche a causa della pandemia in corso, si propone come una bruciante questione sociale con una disoccupazione che rischia di raggiunge livelli intollerabili".

Crepaldi ha specificato che "la Chiesa di Trieste che esprime vicinanza e sostegno a tutti i lavoratori, disoccupati, imprenditori, professionisti, insegnanti e studenti affinché il lavoro sia il perno per lo sviluppo ed il futuro del territorio. Opportunamente la Commissione e l'Associazione Stella Maris, alla quale va la mia gratitudine, hanno scelto di celebrare la Festa dei Lavoratori nel contesto portuale del Molo Bersaglieri proprio per riconoscere l’importanza per la nostra Città dell’economia del mare con il suo interscambio di merci, ma anche con il settore turistico-crocieristico, le costruzioni e riparazioni navali, la pesca".

E' stato poi citato un documento della Commissione diocesana per il lavoro, in cui si specifica che la crisi "ha colpito una struttura economica e sociale che non aveva ancora recuperato del tutto la crisi finanziaria del 2008, aumentando la forbice di reddito tra categorie di lavoratori, congelando solo temporaneamente la chiusura di molte aziende, evidenziando ritardi strutturali della scuola, confermando il blocco dell’ “ascensore sociale” per le nuove generazioni, accentuando i lavori irregolari e quelli privi di tutele e succubi dello sfruttamento, creando nuove povertà. La nostra Caritas tocca quotidianamente queste situazioni, e ne misura l’espansione". 

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