rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Eventi

I Solisti Veneti e Uto Ughi insieme al Verdi per un omaggio a Scimone

Degno di tanto grandi artisti il ricco programma di pagine barocche e romantiche che caratterizzerà la serata: si tratta di opere scelte fra le interpretazioni di maggior successo che, in tanti anni di collaborazione, Uto Ughi e i "Solisti" di Claudio Scimone hanno eseguito nelle sale più prestigiose del mondo

Saranno "I Solisti Veneti", la celebre orchestra fondata da Claudio Scimone nel 1959, famosa in tutti il mondo, e il più grande violinista italiano - e si parla proprio di Uto Ughi - i protagonisti dell´attesissimo concerto dedicato alla figura singolare - anzi per molti tratti assolutamente unica - di Clauudio Scimone. Il concerto, organizzato in collaborazione con la Fondazione Teatro Verdi di Trieste e con il patrocinio del Comune di Trieste, è annunciato per Domenica 21 ottobre alle ore 20.30 al Teatro Verdi di Trieste. Degno di tanto grandi artisti il ricco programma di pagine barocche e romantiche che caratterizzerà la serata: si tratta di opere scelte fra le interpretazioni di maggior successo che, in tanti anni di collaborazione, Uto Ughi e i "Solisti" di Claudio Scimone hanno eseguito nelle sale più prestigiose del mondo e perfino registrato in dischi pluripremiati. La magica arcata di Uto Ughi dominerà la serata, spaziando da Tartini a Saint-Saëns, ma anche al talento egualmente "solistico" de "I Solisti Veneti" - il nome non è casuale! - saranno affidati capolavori di grande fascino.

A partire dalla Sinfonia che Antonio Vivaldi scrisse nel 1720 quale Ouverture della sua opera "La Verità in cimento", e da una pagina contemporanea: "Angoscia" per archi, autentica novità musicale che Pino Donaggio ha completato proprio quest´anno 2018 e esplicitamente dedicato a "I Solisti Veneti". Ma soprattutto, proprio in occasione del corrente centocinquantesimo anniversario della morte di Gioachino Rossini, particolare significato avrà l´esecuzione della sua Sesta Sonata per archi, la celebre "Tempesta": un´interpretazione che Claudio Scimone curò con tali fantasia e genio da meritare a "I Solisti Veneti" il Grand Prix du Disque dell´Academie Charles Cros di quell´anno.

Sarà quindi il temperamento artistico inimitabile di Uto Ughi ad affascinare ed emozionare con il primo dei tre capolavori violinistici che brillano nel programma del 21 ottobre. Si tratta di Tartini, compositore particolarmente significativo per Trieste in quanto nativo di Pirano d´Istria, del quale verrà proposto il dinamico Concerto in la maggiore D 96 per violino e archi. Virtuosismo violinistico allo stato puro, quello di Tartini, ma anche grande emozione per l´intenso pathos che le pagine tartiniane sempre celano, i medesimi virtuosismo e pathos che da sempre caratterizzano le eccezionali interpretazioni di Ughi.

Non si limitano tuttavia a questa pagina straordinaria di Tartini le promesse del prossimo 21 ottobre.

Ecco così, al centro della serata, quel capolavoro assoluto d´impareggiabile bellezza che è il Concerto in sol maggiore K 216 per violino e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart, con quel suo Adagio centrale, sognante come solo Mozart sapeva sognare in musica, e quell´elegantissimo Rondò (terzo movimento) al cui cuore si cela il fascino malinconico di un piccolo, inatteso tema di pura trasparenza.

Ma Uto Ughi, e nondimeno "I Solisti Veneti", non sono solo grandi interpreti ma anche prodigi del palcoscenico, artisti della scena, maghi dello spettacolo, e la musica - si sa - da sempre è anche spettacolo.

Lo sarà anche a Trieste, per tutta la serata e soprattutto al suo "gran finale", quando Ughi e "I Solisti Veneti" staccheranno il primo accordo di quel capolavoro acrobatico che è "Introduzione e Rondò Capriccioso" op. 28 per violino e orchestra che Saint-Saëns scrisse nel 1863 dedicandolo a Pablo de Sarasate (che a quell´epoca aveva solo quindici anni!). La genesi di questo brano oggi molto celebre è in verità complessa; si tratta infatti del brillante materiale tematico che Saint-Saëns aveva precedentemente concepito per il finale del suo Concerto per violino e orchestra n. 1 op. 20 ma che poi preferì accantonare riprendendolo successivamente in una nuova forma: esattamente quella che oggi conosciamo come "Introduzione e Rondò Capriccioso" op. 28. Rondò, più o meno capriccioso, o finale di concerto che sia, questa pagina di Saint-Saëns resta un capolavoro amatissimo dai grandi virtuosi - proprio come Ughi - travolgente e impareggiabile corona di concerti, come quello del prossimo 21 ottobre, destinati a lunga memoria.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

I Solisti Veneti e Uto Ughi insieme al Verdi per un omaggio a Scimone

TriestePrima è in caricamento