Laura Bussani del Pupkin Kabarett nell'assolo polimorfo "Cik Pausa"
Chi non si perde un appuntamento al Pupkin Kabarett avrà ben nitido nelle orecchie il suono della sua voce. Il punto è che ognuno avrà in mente una voce diversa, perchè tante sono le declinazioni di Laura Bussani: stridula e supponente, roca e disperata, ottantenne e poi quattordicenne. Solo quella calcata cadenza triestina, che la rende così cara al suo pubblico, quella è una costante, ma può svanire all’occorrenza. Può diventare un credibile accento russo, cinese, per poi perdere tutti i residui geografici quando entra in scena l’unico personaggio che non abbiamo mai visto sul palco: lei stessa, Laura Bussani, la “quota rosa del Pupkin”.
Con “Cik Pausa” (ultima replica stasera al “ridottino” del Miela alle 21), debutta un "one woman show" fatto di mille donne eppure una sola, l’unica in grado di tener testa, ogni secondo lunedì, a due predatori maschi del palcoscenico: Stefano Dongetti e Alessandro Mizzi (che hanno collaborato ai testi). Ma chi era Laura, prima di tutto questo? In “Cik Pausa” ce lo spiega lei, nell’amichevole cornice del “ridottino” che tanto ricorda un salotto e che diventerà proprio quello della nonna polacca, sarta teatrale e accanita fumatrice. Grazie a lei la giovane Laura ha sviluppato i due vizi di una vita: il teatro e il fumo.
Tema guida dello spettacolo, il fumo è il filo logico lungo cui l’attrice, funambolica, traslerà da un personaggio all’altro, e partendo da una Polonia di qualche decennio fa ci riporterà nell’odierna Trieste con una vecchietta tabagista che non disdegna la cannabis, la sua badante cinese e una zitella disoccupata con il tempio di Monte Grisa dipinto sulle unghie. Sentiremo la voce dell'attrice avventurarsi nelle stesse tonalità di Mina, senza fatica, solo per farne una copia estrosa e avvinazzata e diventare, ancora una volta, Ella Spritzgerald.
E poi la musica originale degli Etoile Filante scandisce la metamorfosi finale: un'adolescente dei nostri tempi, in un rap disilluso che avrà un finale amarissimo, più delle sigarette polacche senza filtro. Un personaggio senza accento triestino, che parla un italiano perfetto perché (purtroppo) potrebbe trovarsi in qualunque città di questo paese.
Fortunatamente, dopo questa bella prova drammatica, ci si lascia l’italia alle spalle e si ritorna in Polonia, nell’accogliente salotto della nonna dove tutto è iniziato. E ci auguriamo possa ricominciare, con altri spettacoli solisti, per i quali possiamo immaginare anche un palco più grande.
"Cik pausa - ovvero viaggio tra le molteplici e complesse personalità in pausa sigaretta", sarà rappresentato al "ridottino" del teatro Miela nella sua seconda edizione: due repliche, il 26 e 27 aprile alle 21, dopo le prime 3 rappresentazioni sold out. I testi sono di Laura Bussani con la collaborazione di Alessandro Mizzi, Marko Sosic e Stefano Dongetti. Le musiche originali sono degli Etoile Filante e si ringrazia Katastrofa per gli elementi di scenografia.