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"Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e della paura", al Museo del Mare la mostra sulla storia di Trieste e il commercio marittimo

La mostra è stata tratta dal libro di Nelli-Elena Vanzan Marchini

Inaugurata stamane al Civico Museo del Mare di via di Campo Marzio 5, la nuova mostra di rilevante interesse storico-culturale del Comune di Trieste dal titolo “Venezia e Trieste sulle rotte della ricchezza e della paura”, tratta dal libro di Nelli-Elena Vanzan Marchini (CIERRE 2016). La rassegna, curata da Nelli-Elena Vanzan Marchini, è promossa dal Comune di Trieste nell'ambito delle celebrazioni per il tricentenario dalla nascita di Maria Teresa d'Austria e vede l'intervento del Civico Museo del mare e della Biblioteca Attilio Hortis, la collaborazione del CISO Veneto, la partecipazione di Unesco- Regional Bureau for Scienze and Culture in Europe e il patrocinio del Consiglio d'Europa ufficio di Venezia e della Regione Veneto. A presentare l'esposizione sono intervenuti l'Assessore alla Cultura Giorgio Rossi con la Direttrice del Servizio Musei e Biblioteche, Laura Carlini Fanfogna, e la curatrice Nelli-Elena Vanzan Marchini.

«È un'iniziativa pregevole che mette in luce degli aspetti inediti della storia di Trieste legati alla marineria e ai traffici commerciali marittimi attraverso un'accurato e dettagliato percorso espositivo che non mancherà di destare interesse e curiosità ai visitatori, grazie alla certosina ricerca ad opera della curatrice e dell'autrice del libro, Nelli Elena Vanzan Marchini e alla preziosa collaborazione della direttrice Carlini Fanfogna». Una mostra che parte da lontano, un'importante occasione di approfondimento storico sul tema dei lazzaretti marittimi dell'alto Adriatico, luoghi sorti per garantire la sicurezza dei commerci e la salute delle popolazioni. Il percorso fatto da pannelli illustrativi, da documenti e da volumi, si snoda come una “rotta tematica” all’interno del Museo del Mare.

Un filo rosso segna le tappe e le intersezioni della storia della sanità con quella di Trieste e del suo rapporto con il mare. Un video offre l'opportunità di vedere immagini dei lazzaretti mediterranei con un continuo e interessante confronto tra com’erano e come sono. I lazzaretti di manzoniana memoria sono tutt'altro delle strutture preventive di “espurgo” di cui gli stati dovettero dotarsi per la tutela dei commerci marittimi. Non a caso la mostra è organizzata nel Civico Museo del Mare, sede dell'ex- lazzaretto San Carlo costruito fra il 1719 e il 1730. La storia di Venezia e Trieste fra la paura delle epidemie e lo sviluppo mercantile ci racconta che l'invenzione del primo lazzaretto fu conseguente alle epidemie di peste che dal 1348 giungevano da Oriente sulle rotte mediterranee e per le vie carovaniere; il Senato veneziano nel 1423 istituì nell’isola di Santa Maria di Nazareth nella laguna di Venezia il primo ospedale di stato dove ricoverare gli appestati all'insorgere della malattia. Il luogo, chiamato Nazaretum e poi Lazzaretto, costituì un modello per tutte le altre nazioni. Nel 1468 in un’altra isola si creò un secondo Lazzaretto detto “Nuovo” per i convalescenti e per quanti, provenendo da luoghi contagiati, dovevano trascorrervi un periodo di isolamento stabilito dal Magistrato alla Sanità. Istituiti nel 1486, i Provveditori alla Sanità della Repubblica di Venezia monitorarono i porti mediterranei attraverso diplomatici, osservatori e una fitta rete di spie, controllando tutte le navi che entravano nel Mare Adriatico, denominato il “Golfo di Venezia”. Anche altri porti mediterranei nel XVII e XVIII secolo si dotarono di lazzaretti in cui merci e passeggeri si sottoponevano a pratiche di “espurgo” per purificarsi dal contagio.

TRIESTE rimase una piccola città fino a quando nel 1717 Carlo VI proclamò la libera navigazione nell’Adriatico e nel 1719 la istituì porto franco dell’impero per tentare di minare la supremazia commerciale della Serenissima. La concorrenza marittima richiedeva adeguate strutture sanitarie perciò nel 1719 stabilì di costruire un lazzaretto dedicato a San Carlo, che fu ultimato solo nel 1730. Maria Teresa mise in atto una politica mercantile e sanitaria molto più aggressiva, articolata e determinata di quella del padre e fece erigere nel 1769 del Nuovo Lazzaretto dedicato a S. Teresa, una vera macchina per la prevenzione dotata anche di confort per i passeggeri. Il destino di Venezia anche in campo sanitario era ineluttabile. Con la caduta della Repubblica e la dominazione austriaca, l’isola di Poveglia nella laguna fu utilizzata come centro ad alto isolamento per i porti degli Asburgo che potenziarono a Trieste le linee internazionali di navigazione e la cantieristica per la costruzione di piroscafi a vapore. La città divenne una grande metropoli europea.

Il Lazzaretto di Santa Teresa fu interrato per lasciar posto alla ferrovia nel 1857. Nel 1866, quando Venezia passò all’Italia, gli Asburgo si dotarono del nuovo Lazzaretto in Valle San Bartolomeo a Muggia. Con la scoperta del mondo invisibile dei microbi e dei batteri, la prevenzione delle epidemie si spostò nei laboratori. A partire dalla fine dell’800 i lazzaretti caddero in disuso anche a causa degli interessi legati alla rapidità dei traffici marittimi nei quali investivano la cantieristica, le compagnie di navigazione e la nascente industria del tempo libero e del turismo. Soltanto all’insorgere del pericolo di nuove epidemie si continuò a ricorrere fino ad oggi all’isolamento sanitario. Eventi collaterali: Domenica 24 settembre, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (vedi allegato), dalle 10 alle 12.30, al Museo del Mare è prevista una “passeggiata” con la prof. Vanzan Marchini nei giacimenti culturali della marineria triestina, alla ricerca delle testimonianze storiche del Lazzaretto di San Carlo che aprì l'epoca della grande espansione mercantile e marittima di Carlo VI e di sua figlia Maria Teresa. Ingresso gratuito. Tutti i giorni da lunedì a domenica dalle 9 alle 13, mercoledì chiuso.

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