Dopo il letargo la migrazione per riprodursi: migliaia di anfibi "invadono" la Siot
I volontari dell'associazione Tutori Stagni e Zone Umide Fvg, in collaborazione con il comune di San Dorligo della Valle/Dolina, monitoreranno la migrazione verso i siti di riproduzione "minacciata" dal transito delle automobili sulle strade
Anche quest'anno nei mesi di febbraio e marzo migliaia di rospi e rane dalmatine verranno aiutati a compiere la loro stagionale migrazione. Dalle campagne di Dolina e Caresana, le specie si muovono alla volta degli stagni dove andranno a deporre le uova e quindi a riprodursi. Grazie all'impegno dell'associazione Tutori Stagni e Zone Umide del Fvg e al comune di San Dorligo della Valle, il tradizionale attraversamento di pericolosi tratti stradali verrà messo in sicurezza garantendo il necessario spostamento degli anfibi.
La fine del letargo e la "corsa" verso gli stagni
L'allungarsi delle giornate e l'innalzarsi delle temperature arriva al termine del letargo delle specie e la migrazione viene messa a rischio dal passaggio degli ignari automobilisti. Tutori Stagni è impegnata da anni nel monitoraggio della situazione lungo i tratti stradali di pertinenza dove, come si legge nella nota diffusa dall'amministrazione di Dolina, "il rischio di investimenti a carico degli anfibi è maggiore".
Le richieste: rotte alternative
Molte persone che si mettono alla guida in zona ignorano l'esistenza di questa migrazione ed è per queste ragioni che il comune chiede agli automobilisti di fare attenzione nelle prossime settimane, fino a fine febbraio e nelle ore tra le 17 e le 22, a chi transita sul tratto della Strada Provinciale 13 (l'arteria che "taglia" in due la zona dei serbatoi della Siot ndr) e la strada che costeggia lo stesso impianto sia in direzione di Dolina che di Caresana. Inoltre, viene chiesto di "scegliere tempi o rotte alternative in modo da agevolare il lavoro dei volontari per favorire il passaggio degli animali".
Dove convivono uomini ed animali
"È un segno che alimenta ottimismo e speranza - conclude l'associazione - perché significa che questo piccolo territorio mantiene intatto il suo valore naturale, che in esso possono convivere uomini e animali e che le tradizionali pratiche agricole locali si integrano ancora bene con quella biodiversità oggi tanto minacciata e preziosa". Per maggiori informazioni si può consultare il sito dei Tutori Stagni (che trovate a questo link) o inviare una mail a info@tutoristagni.it.