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Riserva di Doberdò, catturato sciacallo dorato in natura per la prima volta in Italia

L'esemplare è stato rilasciato dopo l'intervento dei ricercatori dell'Università di Udine che lo hanno munito di radiocollare così da poter studiare le sue mosse a fini di ricerca scientifica. L'operazione condotta nell'ambito del progetto Interreg Italia-Slovenia Nat2Care

Nella Riserva Naturale di Doberdò è stato catturato in natura per la prima volta in territorio italiano uno sciacallo dorato. L'esemplare, chiamato Yama, è stato successivamente rilasciato dopo che personale del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell'Unversità di Udine lo ha dotato di radiocollare. La notizia risale al 14 agosto scorso ma è stata divulgata solamente nella mattinata di oggi. 

La cattura e il rilascio

L'operazione è stata condotta nell'ambito dell'Interreg Italia-Slovenia Nat2Care e giunge a conclusione di una ricerca durata più di un anno e effettuata dal dottor Yannick Fanin e dalla studentessa Marta Pieri. Alla cattura e al rilascio, effettuati a fini di ricerca scientifica per meglio comprendere i comportamenti di questa splendida specie, ha partecipato anche il Corpo Forestale Regionale delle stazioni di Monfalcone, Duino e Trieste. Alla cattura hanno lavorato anche Stefano Filacorda, ricercatore e coordinatore degli studi sulla fauna selvatica di UniUd, Stefano Pesaro del Dipartimento di SAAA e Andrea Madinelli. 

Yama, come si legge nel sito dell'Università di Udine, "ha visitato il sito della cattura a partire dalle 5.30 del mattino attivando la trappola e i dispositivi di allarme che hanno consentito al team di raggiungere tempestivamente il sito e di cominciare le operazioni per la predisposizione del radiocollare e dei rilievi biometrici".

Trovato ferito, curato e rilasciato dopo due mesi: la storia dello sciacallo dorato del 2016

"Una volta giunti sul posto - continua la nota - gli operatori hanno messo in sicurezza l’animale e il medico veterinario ne ha accertato le buone condizioni di salute valutate nuovamente subito prima del rilascio. Nei giorni successivi l’animale è stato seguito mediante la tecnica di radiotelemetria tradizionale per valutare che il collare funzionasse entro i normali parametri e per individuare le aree di riposo diurne". 

Le parole dei ricercatori

Secondo Stefano Filacorda e stando alle affermazioni pubblicate sul sito dell'accademia udinese, "Yama è un individuo adulto territoriale, che vive con il suo branco composto dalla compagna e da due figli nati ad aprile sul territorio della Riserva Naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa. Pesa 14 chili e la sua dieta è prevalentemente composta da micro mammiferi (piccoli roditori), lepri e da carcasse di animali morti".

"Tra alcuni mesi i sui figli saranno abbastanza grandi da abbandonare il nucleo familiare - continua Filacorda - e si disperderanno in altri territori nel tentativo di colonizzarli. Oltre alla predisposizione del radiocollare lo sciacallo è stato sottoposto a prelievi di sangue, feci e pelo utili alla raccolta di informazioni sullo stato sanitario del soggetto e della popolazione, e alla valutazione dei livelli di cortisolo, un ormone legato ai fattori di stress. 

Come andrà avanti la ricerca

In ultimo, i campioni saranno successivamente analizzati dalla sezione di Basaldella dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie che si occuperà della componente sanitaria, mentre sarà la ricercatrice Paola Beraldo a svolgere una ricerca volta ad individuare parassiti. Le università di Udine e Padova infine analizzeranno i livelli di cortisolo. Lo sciacallo dorato è presente sul territorio regionale dalla seconda metà degli anni Ottanta e ha colonizzato in maniera spontanea alcune aree dell'altopiano carsico. Qui infatti dagli anni Novanta sono diversi i nuclei riproduttivi che sono stati osservati. 

Il progetto transfrontaliero

"Il progetto Nat2care ha l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza nella conservazione della biodiversità e di specie animali e vegetali a livello transfrontaliero - conclude la nota dell'UniUd - e di prevenire la perdita e frammentazione degli habitat. Questo progetto è coordinato dal Parco delle Prealpi Giulie e coinvolge il Parco delle Dolomiti Friulane, il Parco Nazionale del Triglav, l'Istituto Nazionale di Biologia Sloveno, la scuola Naklo e l'Università di Udine". 

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