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Auto elettriche a Trieste: cinque ore per un pieno e un'unica colonnina rapida

Molti cittadini lamentano una carenza di infrastrutture per la ricarica delle auto elettriche. Un'unica stazione di ricarica rapida a Padriciano, ma sarebbero poche anche quelle meno potenti. Ecco i progetti del Comune e della Regione in merito

TRIESTE - Poche colonnine di ricarica per le auto elettriche a Trieste, solo una di queste a ricarica rapida, molto lontana dal centro cittadino. Lo segnalano diversi cittadini proprietari di veicoli elettrici: sono circa una ventina le stazioni di ricarica nel territorio comunale, per la maggior parte con una potenza massima pari o inferiore ai 12 Kw, che hanno tempi di ricarica decisamente lunghi.

Le segnalazioni dei cittadini

“In città, per fare il pieno, occorrono dalle cinque alle sette ore – spiega il proprietario di una Nissan Leaf –. A volte è possibile proseguire il viaggio anche con due o tre ore ma è comunque troppo. L'unica stazione di ricarica rapida, dove basta mezzora per avere l'auto quasi piena, è quella di Padriciano all’Area di ricerca, dove si superano i 50 Kw massimi”.

Va precisato che la carenza di colonnine fast a corrente continua è in linea coi dati nazionali: in Italia solo il 4 per cento delle stazioni offre una potenza massima tra i 43 e i 50 Kw, solo il 2 per cento è compreso tra i 50 ai 150 Kw. Il problema di Trieste, tuttavia, non riguarda solo le colonnine rapide. Più automobilisti interpellati, infatti, spiegano che anche quelle ‘lente’ nel centro cittadino scarseggiano: “Sono sempre occupate – spiega il proprietario di una Smart elettrica – oppure non si trovano sulla app o sono in manutenzione. Alcuni parcheggiano anche per dieci ore, tenendo la stazione occupata. Anche quelle vicino al Comune, a volte vengono ‘inglobate’ nei cantieri ma sulle app risultano comunque libere, facendo perdere tempo agli utenti”.

Un altro utente plaude, ma con riserva, “uno ‘svecchiamento’ di molte stazioni di ricarica, che ora hanno un display molto funzionale. Purtroppo molte di queste sono compatibili solo con l’app del gestore e non vengono lette dalle principali app di ricarica nazionali o con le card in uso a molti turisti”. Una comoda alternativa per i triestini viene fornita dalla Slovenia o dalle stazioni di servizio (le più vicine, per una ricarica rapida al di fuori del Comune di Trieste, sono a Duino e a Gonars).

I progetti del Comune

L’ingegner Giulio Bernetti, direttore del dipartimento Territorio, Economia, Ambiente e Mobilità del Comune, spiega che “le colonnine rapide hanno bisogno di trasformatori e di infrastrutture particolari, per questo è complicato installarle sui marciapiedi e ha più senso costruire degli hub fuori dalla strada. Con l’assessore Sandra Savino siamo orientati in questa direzione. Anche in Slovenia ci sono delle aree dedicate in cui la gente fa la spesa o beve un caffè mentre ricarica l’auto: il futuro è quello. Inutile disseminare di colonnine i marciapiedi, dove già è difficile recuperare l’elettricità e manca lo spazio anche per i pedoni”.

Lo scorso anno il Comune aveva anche preso accordi con la Petrol Group, compagnia petrolifera slovena, per costruire otto stazioni (simili a distributori di benzina ma solo per auto elettriche) in diversi punti della città, tra cui le rive e il Park Bovedo. Il tutto faceva parte di un progetto europeo transfrontaliero, che al momento sembra congelato: “Siamo in attesa di sviluppi da parte della Petrol”, spiega Bernetti.

Al momento il piano per incrementare le stazioni di ricarica è inserito in un più ampio disegno: un colossale project financing da oltre 46 milioni di euro, inserito nella recente variazione di bilancio. Buona parte di questi fondi privati (circa 28 milioni) saranno destinati, oltre alle nuove colonnine di ricarica, all’efficientamento dell’illuminazione pubblica, dei semafori e delle telecamere.

Anche questo piano è al momento in stallo per il recente ricorso al Tar da parte di Hera Luce contro il Comune. Oggetto del ricorso la delibera consiliare che riconosceva la fattibilità di un’offerta presentata dal gruppo francese concorrente Citelum, che potrebbe diventare il futuro gestore dell’illuminazione pubblica a Trieste. Il Tar ha infatti respinto l’istanza dando ragione all’amministrazione comunale ma l'avvio del piano è stato inevitabilmente rallentato, tanto che il dirigente comunale non si sbilancia sulle tempistiche di realizzazione.

Quanto costa ricaricare

Ma quanto costa ai cittadini ricaricare un veicolo elettrico? Dall'inizio del 2022 le tariffe Enel X, a cui più o meno si allineano tutti, sono passate da 0,45 a 0,58 euro a Kilowattora per la corrente alternata, ossia fino a 22 Kw di potenza. Alcuni abbonamenti mensili permetterebbero, tuttavia, di ammortizzare i costi, facendoli arrivare a poco più di 0,30 a Kwh. Sulle stazioni ad alta potenza, invece, l’aumento sarebbe più contenuto, forse a riprova che i costi non sarebbero legati tanto al rincaro dell’energia elettrica (che in Italia supera il 50 per cento) quanto all’ammortamento dell’impianto. 

I dati in regione

Secondo Motus – E, un report nazionale sulle infrastrutture di ricarica pubbliche, il Fvg si trova in 14esima posizione per numero di colonnine (656), ma è la regione più virtuosa in Italia per crescita relativa nel 2021, con un + 69 per cento rispetto al 2020. Per quanto riguarda le stazioni di ricarica sul suolo pubblico è responsabile l’amministrazione comunale, ma la Regione ha indetto per quest’anno due bandi per la mobilità elettrica negli enti pubblici, per un totale di 20 milioni di euro, con l’obbiettivo di diventare la prima regione italiana ad attuare la transizione ecologica dei veicoli aziendali delle pubbliche amministrazioni. Si tratta del progetto regionale Noemix, che prevede la costruzione di 400 nuove infrastrutture di ricarica nei prossimi anni. Colonnine che saranno, tuttavia, riservate ai veicoli di servizio negli enti pubblici (ad esempio Comune, Regione, Polizia locale), non per quelle sul suolo pubblico destinate ai cittadini. Loro, probabilmente, dovranno aspettare ancora molto.

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