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Ambiente

Droni e "polpette" di semi: dalla Slovenia un'idea per rinverdire il Carso dopo gli incendi

L'idea, avanzata da alcune associazioni ambientaliste, è stata proposta al Ministero delle Politiche agricole. L'obbiettivo è promuovere la biodiversità con piante autoctone in grado di crescere in fretta, resistere alla siccità e trattenere l'acqua, oltre a creare "orti commestibili"

Droni ed elicotteri che rilasciano sul territorio carsico delle "polpette" di semi per rinverdire le aree danneggiate dagli incendi con specie autoctone "buone": un'idea che arriva dalla Slovenia e che è stata sottoposta al Ministero delle Politiche agricole, forestali e alimentari. La proposta è stata avanzata da alcune associazioni ambientaliste tra cui Ecoci - Iniziativa civile Eco Slovenia e il movimento Prendiamoci cura della Slovenia, che ne auspicano la realizzazione al più presto, possibilmente a settembre, per approfittare delle piogge autunnali.

L'obbiettivo, spiega la presidente di Ecoci Irena Rotar, è quello di ristabilire la biodiversità con una vegetazione in grado di trattenere l'acqua e proteggere il suolo dall'essiccazione. Si tratta di palline di humus che contengono semi di piante carsiche, anche medicinali, aromatiche o commestibili, che crescano in fretta e resistano alla siccità. Tra queste il grano saraceno tartaro, grano siberiano e alberi da frutto vari, con l'idea di creare anche un orto alimentare boschivo (il cosiddetto "forest garden"). Questo tipo di vegetazione potrà fornire più autosufficienza e risorse alimentari commercializzabili ai paesi carsici e incentivare l'economia locale.

Il progetto prevede il coinvolgimento della popolazione locale per la complessa opera di mantenimento delle aree riforestate, con la partecipazione attiva di associazioni ambientaliste, professionisti, famiglie con bambini, studenti e inoccupati. Il metodo della semina con droni ed elicotteri è già stato ampiamente utilizzato in Kenya, Africa, Giappone e Australia. Si attende ora la risposta del Ministero per approvare e finanziare un progetto che, se sostenibile, potrebbe essere esportato anche al di fuori della Slovenia, nelle altre aree carsiche del Fvg danneggiate dalla siccità e dai devastanti incendi di quest'estate.

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