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Il racconto dal sottosuolo / Altopiano Carsico / Località Trebiciano

La bolla d'aria, la luce e quell'urlo liberatorio: "Ce l'abbiamo fatta!"

Pubblichiamo l'incredibile racconto scritto da Marco Restaino ed apparso precedentemente sulla pagina Facebook Misteri&Meraviglie del Carso, sulla scoperta di una enorme e nuova caverna all'interno dell'abisso di Trebiciano

TREBICIANO (Trieste) - Un'emozione a dir poco eccezionale, cercata e desiderata per anni, forse decenni, dagli speleologi di frontiera neanche fossimo di fronte ad un miracolo nascosto. In questi giorni negli ambienti legati al sotterraneo non si parla d'altro che della nuova enorme caverna che gli speleosub della Timavo System Exploration (Società Adriatica di Speleologia e i francesi di Timavo Project) hanno scoperto lo scorso 16 agosto all'interno del grande complesso dell'abisso di Trebiciano, sul Carso triestino. 

Guarda l'emozionante video della scoperta (VIDEO)

Una notizia che ha immediatamente fatto alzare le antenne agli addetti ai lavori, oltre che destare curiosità negli ambienti dell'informazione. Marco Restaino della Sas era lì, ad un metro dall'acqua, quando Patrice Cabanel riemerge avvolto da una luce che trasforma le torbide acque del Timavo in un magico tunnel dal colore verde fosforescente. "La salle se trouve" dice con emozione a Restaino che, assieme a Dennis Dugulin e Andrea Miglia, quel giorno ha accompagnato i francesi. Il resto è un lungo ed emozionante racconto (che pubblichiamo integralmente) scritto dalla penna di Restaino e pubblicato precedentemente sia sulla pagina di Misteri & Meraviglie del Carso che sulla fanpage della Società Adriatica di Speleologia. 

Il racconto in prima persona

"Nel 1993 gli speleosub francesi durante il programma di ricerca "Timavo Project" scesero anche a Trebiciano, dove immergendosi nel lago di entrata delle acque, lago Timeus, superarono il sifone verso il lago Boegan. Qui trovarono un passaggio verso sud, lo percorsero per un centinaio di metri, e tornarono indietro. Non stesero un rilievo, quindi le uniche informazioni a disposizione nostra, erano che ci doveva essere una galleria direzione sud, che continuava. Nel 2012 cercammo di contattare i francesi che 20 anni prima esplorarono questa diramazione, per avere qualche informazione in più. Piero Luchesi della SAS, mandò una mail, che attese una risposta per ben più di sei mesi. I francesi non avevano materiale da darci, ma risposero con una proposta. Rincominciare a esplorare. Così nasce "Timavo System Exploration".

La collaborazione tra speleo

"Dal 2013 quasi ogni anno sono tornati, ed è nata una bellissima collaborazione e molte nuove amicizie. Certamente il trasporto materiale richiede un grandissimo impegno per gli speleologi, dovendo portare il materiale a 330 metri sotto la superficie. Per fortuna le scalette metalliche agevolano di molto, ma i sacchi di bombole comunque pesano molto e sono sempre tantissimi. A Trebiciano le acque sono quasi sempre torbide, e la visibilità ridotta a poco più di un metro, ma, nonostante le difficoltà, le possibilità di fare importanti scoperte, sono congrue. Infatti anno dopo anno lo sviluppo delle gallerie verso monte aumenta, arrivando ad oggi sui 600 metri, trovando anche alcuni laghi a pelo libero, cioè dove è possibile riemergere. L'attenzione maggiore l'ha riservata però il sifone o lago di uscita del fiume, nella grande caverna". 

Il mistero delle doline soffianti

"Qui prima del 2016 in molti avevano cercato la prosecuzione, ma -sicuramente a causa della torbidità- nessuno aveva mai trovato il giusto passaggio. Su nostra insistenza finalmente un sub, Michel si immerge e subito trova la prosecuzione. Noi sappiamo bene che oltre quel sifone c'è un'altra grande caverna. Quella grande caverna che è 300 metri sotto la dolina Reka, e che fa rombare e tremare il fondo della dolina durante le grandi piene del fiume. Dalle fessure e tra le pietre della dolina, difatti, fuoriescono soffi che si fanno sentire da decine e decine di metri di distanza. La dinamica è semplice: le grandi caverne percorse dal fiume, quando il reka Timavo si ingrossa durante le piene, si allagano. Allagandosi, l'acqua con l'aumentare del livello, spinge l'aria delle caverne verso la superficie. Così si crea il fenomeno delle doline soffianti, che nascondono sotto di esse, enormi mondi ancora da svelare". 

"La salle se trouve"

Dal 2016 ad oggi i sub arrivano sino a 50 metri di profondità nel sifone, che poi prosegue con una galleria in risalita, sino a quota zero. Il sifone è "forzato", superato, ma lì da qualche parte deve esserci il passaggio per raggiungere la caverna sotto dolina Reka. La visibilità per la prima volta è buona, e già dalla prima immersione, si fanno dei passi in avanti. Anche le sagole degli anni precedenti sono intatte. L'assenza di forti piene, le ha preservate, e non servono giorni per ricostruire la strada. Martedì 16 agosto, scendo io ad accompagnare e far assistenza ai sub. Stranamente martedì, rispetto agli altri giorni siamo in pochi. Da onnipresente jolly della situazione in quella settimana, oltre a coordinare le squadre per il trasporto materiali, mi prendo una bella bombola e scendo anch'io. Un giovane nuovo sub alterna Michel nelle immersioni, Patrice Cabanel. Non lo vedo immergersi perché nel frattempo sono al sifone di entrata a seguire gli altri sub. Ma non appena spariscono nelle buie acque, mi trasferisco in sifone uscita. Mi siedo e aspetto. Con me Dennis Dugulin e Andrea Miglia. Si parla del più e del meno, il giorno prima le immersioni hanno dato buoni risultati. C'è speranza. Un proteo ed alcuni pesciolini nuotano. Inizio a raccontare qualcosa sulla storia del posto a due ospiti speleo, ma un "blop" mi blocca. Una bolla d'aria ha raggiunto la superficie, a nostre luci spente, un lontano chiarore si fa strada dal fondo del lago. Passano i minuti. Nessuno parla. La luce si avvicina. Come per un allunaggio al contrario, il sub rompe il silenzio al contatto con la superficie dell'acqua. Sì avvicina alla riva del lago, tira via il boccaglio. Non conosco le lingue, ma davanti a me dice una frase che capisco subito al volo. E dentro di me penso: È fatta. "La salle se trouve". 

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