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Il Friuli Venezia Giulia e il "caso" Trieste: la riflessione dell'epidemiologo Zorzut

Premesso che la nostra Regione sta affrontando e gestendo con rigore e lungimiranza l'epidemia si deve evidenziare che Trieste, purtroppo, è la provincia del Friuli Venezia Giulia più colpita

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Premesso che la nostra Regione sta affrontando e gestendo con rigore e lungimiranza l'epidemia si deve evidenziare che Trieste, purtroppo, è la provincia del Friuli Venezia Giulia più colpita. Tra il 16 e il 25 aprile si sono registrati 227 nuovi casi solo nella provincia di Trieste con 136 decessi modificando un istogramma regionale che altrimenti sarebbe stato in fase calante. Si ricorda che i residenti in Provincia di Udine sono 528.701 in quella di Pordenone sono 312.533 Trieste 234.000 e Gorizia 139.403.

Si comprende meglio quindi l'anomalia nella provincia di Trieste di avere il triste primato, anche in termini assoluti, del numero di infetti e decessi. Si registra un tasso di letalità apparente a Trieste dello 11,5% a Udine del 7,1% a Pordenone del 9,1% e Gorizia del 2,2%. Va detto che il tasso di letalità plausibile è sicuramente molto inferiore in quanto andrebbe allargato oltre ai soggetti Covid-19 anche agli immuni naturali, dei quali al momento, in assenza di campionamenti con test sierologici, è ignota la reale numerosità.

Anche l'incidenza dei nuovi casi è elevata a Trieste, c'è un infetto ogni 199 residenti, a Milano l'incidenza è del 1:182. A Gorizia è dello 1:801 a Udine 1: 564 a Pordenone 1:5150 Il tasso netto di riproduzione R0 è il parametro da valutare. Se R0 >1 abbiamo un epidemia R0 = 1 endemia R0 < 1 interruzione della trasmissione. Il Covid ha un R0=2-3 ed ora è appena sceso sotto 1, quindi siamo sulla buona strada agendo esclusivamente con la quarantena. Nella nostra Regione R0= 0,6 semplificando ci vogliono due infetti per contagiare un sano. Purtroppo l'andamento della curva epidemica in città non vede ancora il plateau ed anzi negli ultimi giorni si è registrata una accelerazione, probabilmente dovuta all'incremento dei tamponi molecolari effettuati nelle residenze per anziani. Le cause generali sono note. 

Sicuramente in Italia il fattore demografico è una criticità. Gli ultraottantenni, ad esempio, sono il 5% in Campania (la regione meno vecchia) d'Italia e il 12,2% in Liguria (la regione più vecchia). L'indice di vecchiaia della Liguria è del 225 con un'età media di 48,8 anni, al secondo posto la nostra regione, con un indice di vecchiaia di 213 ed un'età media di 47,3 anni. (dati ISTAT). A Trieste esistono numerose residenze polifunzionali per anziani, con 30-40 posti letto, spesso inserite in realtà condominiali occupando un piano o due. Sono esempi di soluzioni di tipo metropolitano in città ad alta densità abitativa. Gli ospiti Covid-19 devono essere trasferiti da queste strutture nell'interesse dei pazienti e a tutela degli altri ospiti.

I progressi sul campo nella conoscenza delle caratteristiche del virus hanno posto il problema di individuare anche per i soggetti apparentemente guariti, per i quali non sono più necessarie terapie, una struttura di assistenza con personale sanitario, per garantire la convalescenza in condizioni di isolamento, perché lo stato di contagiosità non va in parallelo alla guarigione clinica.

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