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La mostra Premio Paolo Cardazzo visitabile fino al 16 novembre

Lo studio Tommaseo presenta la mostra delle vincitrici ex aequo della prima edizione del Premio Cardazzo 2021

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

Inaugura allo Studio Tommaseo, venerdì 21 ottobre ore 18.30 la mostra di Silvia Hell e Giulia Iacolutti, vincitrici ex aequo della prima edizione del Premio Cardazzo 2021. La mostra, curata da Gabriella Cardazzo, presenta i due progetti che si sono aggiudicati il premio. Il premio e la mostra sono organizzati da Artspace (Venezia) in collaborazione con Trieste Contemporanea. La mostra resterà aperta fino al 16 novembre (orario di visita martedì-venerdì, 17–20). Il Premio Cardazzo, istituito da Gabriella Cardazzo in ricordo del fratello, è un premio per la produzione di un opera inedita riservato ad artisti di età inferiore ai 40 anni ed è stato pensato in continuità con le scelte curatoriali che Paolo Cardazzo preferì per la conduzione della Galleria del Cavallino di Venezia. Il progetto di Silvia Hell consiste in una scultura in alluminio e ottone da installare a parete che si intitola: "Non c’è opera d’arte che non faccia appello a un popolo che non esiste ancora". L’opera è parte di una serie di sculture nominata "Volumes", dove la parola “volume” va intesa nei diversi significati che ha: lo spazio occupato da un corpo, l’intensità del suono, un libro.

Con "Volumes" l’artista intende creare un rapporto tra scultura e linguaggio verbale, tra testo scritto ed espressione orale, traducendo, attraverso la resa oggettuale e visiva, un pensiero. Il processo di formalizzazione per ogni opera è definito dal titolo: una citazione di un autore di un testo letterario, filosofico o scientifico o una nota presa durante una conferenza. Le citazioni e annotazioni prese dall’artista nel corso del tempo, prendono corpo, divenendo sculture, in momenti specifici. Invece "Dopamina", il progetto di Giulia Iacolutti, è una ricerca artistica sui neurotrasmettitori presenti nei circuiti nervosi che determinano i movimenti e la sfera emotiva e che sono popolarmente associati agli ormoni del piacere, della ricompensa, dell’innamoramento e della maternità. Tra i disturbi legati al malfunzionamento della dopamina, troviamo il Parkinson. Prendendo ispirazione dalla fotografia e dal cinema scientifico di fine ‘800 e inizio ‘900, il progetto è uno studio poetico sulla gestualità del sentimento e del piacere che prevede la collaborazione di scienziati e specialisti del settore. Durante alcune lezioni di tango-terapia, l’autrice ha ballato con le partecipanti e i partecipanti, guidandoli in un tango solitario e fotografandoli in alcune pose senza l’altra metà dell’abbraccio: la solitudine è metafora di un piacere mancante. Leggi di più: https://www.triestecontemporanea.it/event/mostra_premio-paolo-cardazzo/ Immagine: Giulia Iacolutti, fotografia dalla serie Uno studio visivo sugli ormoni dell’amore, 2020, 60 x 50 cm (courtesy l’artista) Silvia Hell, Tesi, antitesi, sintesi, 2013, ottone, alluminio, ferro, 22 x 12 x 4 cm (courtesy l’artista)

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