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Giovedì, 28 Marzo 2024
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DEMOCRAZIA E SALUTE MENTALE DI COMUNITA’: partecipazione, cittadinanza e processi di riforma in Italia e nel mondo a 40 anni dalla legge 180

L’incontro internazionale è organizzato da ASUITs, Dipartimento di Salute Mentale, Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la Ricerca e la Formazione, nell’ambito delle attività dell’International School & Conference “Franca e Franco Basaglia”, realizzata a partire dal 2011, col sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

Nell’anno del quarantennale della legge 180, è stato chiesto da più parti (inclusi governi di paesi europei e non) che proprio in questa Regione, per la rilevanza storica ed attuale delle sue esperienze, si organizzi un evento sul tema delle riforme, dei cambiamenti legislativi e delle politiche di salute mentale, nell’ambito delle attività internazionali del Centro Collaboratore e in raccordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di Ginevra e Copenhagen. Tale evento, di rilievo internazionale, oltreché nazionale, verte sul portato etico, scientifico e complessivamente trasformativo della Legge di Riforma italiana, e su analoghi processi riformatori, nonché sulla comparazione di legislazioni volte all’abolizione o al contenimento delle coercizione nei trattamenti.

Si partirà dalla memoria e dalla storia, con una “conversazione” sulle radici e le testimonianze del movimento che in Italia ha portato alla grande riforma psichiatrica, che si interroga su quali contenuti oggi è possibile rilanciare di quella stagione così importante. Importante sarà l’adesione e la partecipazione, in particolare delle persone con esperienza e dei loro familiari, che dovranno intervenire in tutte la fasi dell’incontro.

La collaborazione del Ministero della Salute, che sarà rappresentato dalla dr. Di Fiandra, garantisce l’attenzione del governo italiano.

E’ prevista una rappresentanza internazionale in particolare dai paesi che stanno intraprendendo o riprendendo percorsi di riforma. Il convegno è stato realizzato in collaborazione con le principali organizzazioni nazionali ed internazionali che si occupano di salute mentale di comunità.

Le più importanti reti internazionali, da International Mental Health Collaborating Network (IMHCN) a Mental Health Europe a Gamian ad European Community Mental health Service (EUCOMS), esporranno le loro iniziative a sostegno di questi percorsi nei paesi europei e non, mentre l’OMS riferirà del programma World Health Organization (WHO) QualityRights che ha terminato l’assessment in 25 paesi europei e delineerà la sua strategia a seguito del recente report sullo stato dei servizi e dei diritti.

Sarà presentato lo stato di tali riforme in vari paesi, in particolare del Sud e dell’Est dell’Europa, anche in vista di ESOF 2020 – Trieste Città Europea della Scienza - con in testa la Repubblica Ceca, che ha adottato il modello triestino dei Centri di Salute Mentale (CSM) (il dr Mezzina, direttore del Dipartimento di Salute Mentale triestino, è stato nominato dal Ministro della Salute Repubblica Ceca a membro internazionale del Board per la riforma). La rete dei paesi dell’America Latina, con Brasile e Argentina in testa, si interrogherà sull’attuazione delle leggi riformatrici e sulla chiusura definitiva dei manicomi e sulle criticità applicative.

Interverranno rappresentanti al massimo livello di vari paesi, come il Viceministro della Sanità Palestinese dr Ramlawi (interessato dalla cooperazione italiana) e la responsabile dell’organo argentino di verifica e controllo della legge Maria Graciela Iglesias.

Le principali esperienze dei servizi italiani saranno qui rappresentate, mentre grande attenzione sarà dedicata alle innovazioni, dall’approccio del Dialogo Aperto con la presenza del suo leader, il finlandese Seikkula, alle varie forme di cogestione e coproduzione dei servizi con l’utenza, valorizzando il sapere esperienziale e il sostegno tra pari; dal CSM 24 ore come architrave del modello triestino e friulano, all’approccio di genere anche in un’ottica transfrontaliera.  

Incontri significativi riguarderanno la rete della cooperazione sociale e la rete delle associazioni, soggetti essenziali al completamento del processo di riforme, come pure l’attuazione di un nuovo Welfare di comunità che aiuti i percorsi di cura e reinserimento delle persone con disturbo mentale, il loro diritto al lavoro, alla casa, all’inclusione sociale.

Dal convegno saranno lanciate varie iniziative significative: dalla Conferenza dei Servizi, richiesta al Ministero della Salute promossa dall’unione delle associazioni di familiari e utenti dell’Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale (UNASAM), alla rete ROMPIAMO IL SILENZIO della Puglia che rivendica attenzione ai servizi e alle politiche di salute mentale; dalla campagne per i diritti e contro la contenzione “E tu… slegalo subito!” fino alla dichiarazione per “Zero COERCION”, l’abolizione generale delle forme di trattamento coattivo che rifiuta l’addendum al Protocollo di Oviedo; dal Coordinamento della REMS per una corretta applicazione della riforma del rapporto tra psichiatria e giustizia, evitando la creazione di nuovi contenitori come gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG), fino al tema delle nuove forme di esclusione - senzatetto e migranti.

In ultimo, sarà lanciato un comitato promotore del Premio Nobel per la Pace all’esperienza di Franco Basaglia.

I numeri: sono previste oltre 500 persone. Tra le realtà rappresentate, oltre ai servizi e al privato sociale del Friuli Venezia Giulia, vi sono Aosta, Barletta, Belluno, Bolzano, Brescia, Caserta, Catania, Chieti, Cosenza, Firenze, Foggia, Genova, Grosseto, L'Aquila, Mantova, Milano, Monza, Napoli, Parma, Perugia, Pistoia, Potenza, Ravenna, Roma, Salerno, Savona, Sud Sardegna, Taranto, Teramo, Torino, Trento, Treviso, Venezia, Viterbo.

Dall’estero 30 paesi: Argentina, Australia, Croazia, Danimarca, Filippine, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Kenya, Liberia, Macedonia, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica di Korea, Repubblica Ceca, Repubblica di Moldavia, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria.

Per tutta la durata del convegno sono previste una mostra fotografica e un archivio interattivo “Oltre il Giardino, dal manicomio alla salute dei territori”. Tutte le informazioni aggiornate sono pubblicate su https://www.triestementalhealth.org/

La straordinaria esperienza basagliana ha dimostrato quanto le istituzioni totali e i saperi che le giustificano siano inevitabilmente basate sulla sistematica violazione dei diritti umani e sulla negazione delle libertà fondamentali. La parola dignità risuona oggi nelle convenzioni e nei trattati internazionali che tutelano tali diritti. La chiusura dei manicomi che la legge 180, di cui si festeggia nel 2018 il quarantennio, rese possibile, ha realizzato la restituzione delle persone al diritto primigenio, quello di avere una vita degna di essere vissuta. Se la vita non ha senso né valore, se la persona è negata, allora tutto si rende 'cosa' - ed è possibile ogni abuso.

La legge 180/78 ha di fatto rappresentato una pietra miliare per l’affermazione dell’uguaglianza delle persone con disturbo mentale, come cittadini, rispetto al diritto alla salute e a ricevere cure adeguate – come trattamenti volontari - nell’esercizio dei diritti di cittadinanza (art. 32 della Costituzione) e della centralità della persona (art. 2 Costituzione). Ciò attraverso la totale trasformazione del sistema istituzionale e manicomiale in una rete di servizi territoriali, e la riduzione delle condizioni in cui si ricorre ai trattamenti sanitari obbligatori e il contenimento della loro durata. La legge si muove esclusivamente sul terreno - sopra definito - della salute, evitando il ricorso a motivazioni direttamente riferibili al controllo sociale ed alla “pericolosità”.

Il carattere seminale della legge 180 come modello per diversi paesi, con tutte le implicazioni di politica sanitaria e di trasformazione dei sistemi, e con la prospettiva di un grande cambio di paradigma, è legato al carattere normativo della legge, che ha garantito le cure in una condizione di diritto.

L’affermazione e la realizzazione concreta dei diritti è oggi sempre più tra gli strumenti principali di trasformazione del campo psichiatrico verso una salute mentale “della”, non solo “nella” comunità, anche in relazione all’attualizzazione dei contenuti apportata dalla Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) dell’ONU, come confermato dal recente documento dello Special Rapporteur presso le Nazioni Unite per il diritto alla salute (art 25 della CPRD) con la critica al riduzionismo biomedico in psichiatria e dalla diffusione del programma dell’OMS di Ginevra WHO QualityRights e del Mental Health Action Plan 2013-2020 in molti paesi.

Che cosa è esigibile “qui ed ora” per le persone che attraversano la psichiatria? Che diritto c’è oggi ad avere un luogo dove vivere, a un’occupazione e a un ruolo sociale, a relazioni affettive e di scambio? Occorre ancora smontare la paura, il rischio di perdita dei diritti, l’immagine e la rappresentazione della malattia connessa ad una pericolosità che ritorna e viene riaffermata. Per tutto questo esistono nuove pratiche, alternative ai vecchi modelli e ispirate ai principi del dialogo, del rispetto e della dignità. Ci sono soggetti collettivi, imprese e intraprese con valore sociale che rappresentano al contempo risposte per i giovani che rischiano di restare indietro. 

Il tema della democrazia, del riequilibrio di potere a favore di questi soggetti, individuali e collettivi, anche come facilitatori “alla pari” di questi percorsi, nonché delle comunità come elementi fondamentali da sostenere, coinvolgere e “ingaggiare” in forme di partecipazione, è il necessario presupposto allo sviluppo di nuove pratiche e di nuove idee. Esso è anche premessa ai passi ulteriori da compiere dopo la fine dell’era delle istituzioni totali in Italia, che ancora lascia aperte le questioni della libertà dal bisogno, e dal rischio di esclusione, e della libertà da forme di oppressione dei corpi (la contenzione) e dalla coercizione come fatti costitutivi della psichiatria. 

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