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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Inaugurato oggi, presso l’Anatomia ed Istologia patologica dell’ASUITs, il nuovo Laboratorio di Istopatologia conforme alle normative sulla manipolazione delle sostanze cancerogene e mutagene, intitolato al dott. Matteo D'Adamo

Sono oltre 80 i pazienti che fruiscono giornalmente della diagnostica istologica, con una media giornaliera di circa 150 distinte diagnosi che necessitano di un allestimento di oltre 500 vetrini istologici, a cui si aggiungono in media circa 120 reazioni speciali.

Il nuovo Laboratorio di Istopatologia appena realizzato potrà far fronte in un prossimo futuro a tutte le esigenze di una Struttura unica per l’area Giuliano-Isontina, garantendo a tutto il personale coinvolto il massimo livello di sicurezza durante tutte le fasi di lavorazione. Per la conservazione dei tessuti analizzati viene infatti impiegata la formalina, agente tossico irritante e sostanza presunta cancerogena di categoria 1b.

Dal 2014 si sono iniziati ad attuare dei comportamenti atti a ridurre al massimo l’esposizione lavorativa ed ambientale a questa sostanza, tramite l’acquisto di contenitori specifici di recente produzione che garantiscono la sicurezza degli operatori sanitari e dei pazienti. A queste misure ha fatto seguito la ristrutturazione completa del laboratorio di istopatologia, iniziata a gennaio e appena conclusa, per creare proprio in Anatomia Patologica una struttura che fosse conforme alle più restrittive norme in tema di manipolazione delle sostanze cancerogene, così da garantire di effettuare tutto il lavoro necessario in massima sicurezza a chi la formalina deve manipolarla.

I laboratori sono stati intitolati al dott. Matteo D’Adamo, già responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell’Azienda, che tanto si era speso per la realizzazione di questo progetto ed al quale la Direzione e tutti i collaboratori esprimono la più profonda gratitudine.

La Struttura Complessa di Anatomia ed Istologia Patologica

L’Anatomia ed Istologia Patologica è una Struttura Complessa che fa parte del Dipartimento di Medicina dei Servizi e riceve giornalmente tutti i campioni bioptici provenienti dalle diverse strutture dell’Azienda, con particolare riguardo ai pezzi chirurgici che provengono dal complesso operatorio di Cattinara, dalla Day Surgery dell’Ospedale Maggiore e dalle Sale operatorie dell’IRCSS Burlo Garofolo. All’Anatomia Patologica pervengono inoltre le biopsie prelevate negli Ambulatori ospedalieri dislocati presso i vari servizi tra i quali gli ambulatori di Gastroenterologia, Broncologia, Urologia, Otorinolaringoiatria, Chirurgia Plastica, Chirurgia Generale, Dermatologia, Ematologia, Radiologia nonché da quelle strutture ambulatoriali dislocate nei Distretti ed al Burlo Garofolo.

Formalina: vantaggi

Ciascun campione prelevato deve essere conservato dopo il prelievo in maniera idonea ad impedire che il tessuto stesso si deteriori ed il metodo da sempre utilizzato per la conservazione dei tessuti è la formalina. Questa sostanza è un composto chimico costituito dall’Aldeide formica in soluzione acquosa al 10%. Il suo meccanismo di azione è quello di legarsi stabilmente ai tessuti creando un legame chimico che blocca gli enzimi degradativi dei tessuti stessi. In assenza di questa sostanza si assiste ad una degradazione via via sempre più estesa e grave del tessuto che inizia subito dopo che la biopsia viene prelevata. La formalina consente anche di mantenere lo stesso dettaglio morfologico del tessuto in vivo, dettaglio fondamentale per lo studio del tessuto stesso al microscopio previa una opportuna preparazione. Questa sostanza fissativa ha degli indubbi pregi: consente un buon indurimento del tessuto dopo poche ore dal suo inserimento nel liquido fissativo, un’ottima conservazione dei dettagli morfologici e molecolari tra cui quella del DNA. Il tessuto stesso, dopo essere stato adeguatamente preparato (viene tolta tutta l’acqua e sostituita all’interno delle cellule che lo compongono con delle particolari resine tra cui la più utilizzata è la paraffina), viene sezionato in fettine sottilissime (in media pochissimi micron) e colorato consentendo così un ottimale lettura al microscopio per la diagnosi. Vengono anche perfettamente preservate le strutture delle proteine e degli acidi nucleici sui quali, se necessario si potranno fare successivamente (volendo anche molti anni dopo) ulteriori valutazioni con le moderne tecniche che la scienza ci ha messo a disposizione, quali l’immunoistochimica e la biologia molecolare. 

Formalina: rischi

Tuttavia esiste anche un altro lato legato all’utilizzo della formalina che è ben noto a chi la utilizza: la sua capacità di dare irritazione agli occhi con conseguente lacrimazione, danno alla cute delle mani (rendendola secca e sede di eczemi qualora questa venga manipolata senza i guanti di protezione). Possono anche comparire talvolta delle manifestazioni vasomotorie a carico delle vie aeree particolarmente gravi in soggetti sensibilizzati.  Sono questi i cosiddetti effetti collaterali noti, che rendono questa sostanza un agente tossico irritante. Solo in anni recenti lavori molto accurati dello IARC di Lione ha riconosciuto che questa sostanza è non solo nociva ma anche PRESUNTA CANCEROGENA classificandola come sostanza DI CATEGORIA 1b. Tale nuova evidenza è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea (UE) n.167 del 6 giugno 2014 ed è diventata operativa ufficialmente il 1 aprile 2015. Tale importantissima decisione ha reso evidente la necessità di considerare il rischio cancerogeno ai fini della gestione della salute e sicurezza nelle aziende dove si produce, si manipola e si utilizza la formaldeide. Ciò ha comportato che anche l’Italia recepisse tale Regolamento.

Misure per ridurre l’esposizione alla formaldeide

Proprio per questo motivo già dal 2014 si sono iniziati ad attuare tutta una serie di comportamenti atti a ridurre al massimo l’esposizione lavorativa ed ambientale a questa sostanza cercando di evitare le esposizioni dove possibile.

In perfetto accordo con la Direzione dell’Azienda si procedeva in tempi molto brevi ad introdurre nei complessi operatori aziendali uno strumento adatto ad allestire dei sacchetti, una volta inseriti i campioni chirurgici appena prelevati, idonei su cui fare il vuoto. I prelievi così confezionati vanno tenuti in frigorifero a 4°C fino al momento della consegna in Anatomia Patologica.

Un’altra procedura è stata anche messa a punto per le piccole biopsie: grazie alle industrie produttrici di provette precaricate di formalina, (e gli italiani si sono dimostrati molto efficienti e dotati di una enorme fantasia brevettando interessantissimi sistemi molto efficaci per conservare questi piccoli campioni che non era possibile per evidenti motivi mettere sotto vuoto), sono stati prodotti contenitori specifici che, una volta aperti, non espongono l’operatore al rischio formalina. L’Azienda ha acquistato questi contenitori garantendo così la sicurezza (intesa come esposizione zero) degli operatori sanitari e dei pazienti, con il supporto determinante della Direzione Centrale della Salute, delle Direzioni mediche di Presidio, della Medicina del Lavoro, del Servizio di Protezione e Prevenzione aziendale e delle Anatomie Patologiche. Nello specifico a Trieste nel giro di pochi mesi si è riusciti a togliere completamente la Formalina da tutte le strutture assistenziali concentrando il suo uso alla sola Anatomia Patologica così da limitare il numero degli esposti ai soli operatori del reparto (personale medico e tecnici di laboratorio).

Ristrutturazione completa del Laboratorio

Uno sforzo realmente molto importante; tuttavia per completare il lavoro vi era stato un preciso impegno della Direzione Aziendale nell’ avviare un progetto di ristrutturazione completa del laboratorio di istopatologia per creare proprio in Anatomia Patologica una struttura che fosse conforme alle più restrittive norme in tema di manipolazione delle sostanze cancerogene, così da garantire di effettuare tutto il lavoro necessario in massima sicurezza a chi la formalina deve manipolarla.

Si trattava a questo punto di prevedere di acquisire delle nuove cappe aspiranti con caratteristiche specifiche che evitassero agli operatori di inalare la formalina durante il trattamento dei pezzi operatori e delle piccole biopsie, che queste cappe fossero dotate di camini particolarmente efficienti in modo da poter espellere all’esterno i fumi prodotti della formalina e che i fumi prima della loro emissione in ambiente, fossero filtrati in modo di bloccare completamente le esalazioni nocive. Per garantire in maniera ottimale il lavoro in un ambiente sicuro era necessario modificare completamente il sistema di areazione all’interno del laboratorio creando una atmosfera a pressione negativa così da impedire alle particelle di polvere eventualmente presenti nell’ambiente di disperdersi veicolando le sostanze cancerogene.

Tale progetto è stato reso esecutivo e realizzato nel corso del 2018 (i lavori sono iniziati a gennaio e si sono conclusi in questi giorni). E’ stato necessario creare nei frattempo un laboratorio temporaneo in cui dover gestire l’intensa routine dell’ospedale con notevoli disagi per l’intera equipe visto che si è dovuto lavorare su tre diversi piani.

I nuovi laboratori sono stati presentati oggi e saranno completamente operativi alla fine di novembre. La struttura è stata anche realizzata prevedendo di poter far fronte in un prossimo futuro a tutte le esigenze di un laboratorio unico per l’area giuliano isontina e garantendo a tutto il personale coinvolto il massimo livello di sicurezza durante tutte le fasi di lavorazione. Un vero fiore all’occhiello della Sanità che permetterà a tutto il personale dell’Anatomia Patologica di operare in un ambiente conforme al rispetto delle più severe normative di legge in tema di esposizione a cancerogeni.

Formazione

Una volta completate le verifiche ed i monitoraggi (possibili solo dopo che il laboratorio sarà operativo a pieno regime) sarà possibile poter eseguire anche all’interno del laboratorio le attività proprie di una Azienda Sanitaria Universitaria che ha tra i suoi compiti anche quello formativo. Si potranno così finalmente far frequentare agli studenti i laboratori per i tirocini professionalizzanti senza la necessità di indossare i sistemi di protezione individuale (simili alle maschere antigas) che attualmente rendono la frequenza particolarmente disagiata e limitata soltanto a periodi molto brevi.

        

CREAUS/PC/ss

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