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Martedì, 23 Aprile 2024
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70 anni del Trattato di Pace: il Museo di Padriciano è un bene di interesse storico-culturale

Trieste, 10 febbraio - La Regione Friuli Venezia Giulia si impegna a dichiarare il Museo di Carattere Nazionale del Centro Raccolta Profughi di Padriciano quale Bene di interesse storico-culturale, ai sensi del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio". Lo ha annunciato la presidente Debora Serracchiani nel suo intervento di apertura del convegno Il Trattato di Pace, settant'anni dopo. Aspetti giuridici, politici e diplomatici di un diktat, promosso dalla stessa Regione e dall'Unione degli Istriani, in collaborazione con l'Iniziativa Centro Europea e il Comune di Trieste.

Come ha ricordato la stessa presidente, quello di Padriciano è "l'unico allestimento espositivo di questo genere in Italia, da poco transitato nel Demanio regionale, meta obbligata per chi vuole conoscere o approfondire il dramma dell'Esodo giuliano-dalmata". "Chiunque visiti quella struttura, come è accaduto a me, non può che trarne uno sconvolgente insegnamento: tutto questo è stato - la paura, la perdita, l'esodo, le foibe - e va impresso nella memoria dei nostri figli, perché capiscano che centinaia di migliaia di innocenti possono soffrire o addirittura morire per colpe che non hanno commesso", ha evidenziato, domandando "che colpe avevano commesso quegli italiani che nel 1949 subirono l'offesa del nostro Ministero degli Interni, che disponeva fossero rilevate le impronte digitali a tutti coloro che chiedevano il rilascio di un nuovo documento d'identità? Che colpa avevano commesso i bambini, per avere una pagella scolastica con sopra la scritta Profugo, quasi fosse una vergogna?".

"Non dobbiamo rischiare l'errore dell'oblio. Anche perché non sono vicende che hanno riguardato altri, tanto tempo fa, e che non ci riguardano più. E neppure sono fatti che si tolgono di mezzo negando che siano mai esistiti", ha aggiunto Serracchiani, ripetendo quanto da lei stessa detto nel 2014 al cospetto del presidente del Senato: "Nessuno osi più mettere in dubbio la natura di quel misfatto, nessuno ne revochi in discussione l'impronta, tutti abbassino il capo dinanzi a quelle voragini in cui furono precipitati tanti italiani, ma anche croati, sloveni, partigiani monarchici, militari tedeschi, religiosi cattolici".

"Dimenticare tutto questo significa illudersi. Illudersi che la pace nella sicurezza e la libertà nella democrazia, oggi apparentemente acquisite in Europa, siano per noi un bene conquistato per sempre, un bene non a rischio", ha esortato Serracchiani, concludendo che "mentre nuove parole d'ordine e nuovi nazionalismi stanno pericolosamente seducendo i popoli europei, l'Esodo istrodalmata è simbolo vivente e ammonimento per tutti di cosa significhi subire l'intolleranza armata di violenza".

ARC/PPD

 



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