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Ambiente: Vito, studio su litorali Grado per corretta programmazione

Grado (Go), 14 marzo - "Lo studio sul fenomeno dell'avanzamento del banco sabbioso della Mula di Muggia ci permetterà di avere un quadro conoscitivo del territorio il più ampio e circostanziato possibile per pianificare opportune misure e formulare proposte adeguate a contemperare lo sviluppo delle attività turistiche con la salvaguardia delle aree naturali".

Lo ha affermato l'assessore all'Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Sara Vito, nella sala consiliare del municipio di Grado, riferendosi all'indagine geomorfologica sul litorale gradese. Lo studio, frutto di un accordo attuativo di collaborazione fra Regione e ateneo di Trieste, è stato presentato ieri da Giorgio Fontolan, professore di morfodinamica costiera e di sedimentologica applicata all'Università degli studi di Trieste.

"La presenza verso il mare di questo sistema di banchi sabbiosi semi sommersi - ha chiarito Vito - rappresenta per la città di Grado, da sempre, una preziosa risorsa ambientale ed economica; i suoi naturali spostamenti comportano però cambiamenti dell'assetto costiero, non sempre ideali per la fruizione turistica. Da qui la necessità di poter disporre di una puntuale base conoscitiva scientifica da utilizzare per una corretta programmazione e pianificazione costiera per dare soluzioni adeguate". "L'eccesso di sedimenti distaccati dalla costa crea delle zone di balneabilità ridotta - ha precisato Fontolan - quindi è necessario trovare un giusto compromesso che risolva il problema senza alterare lo status quo e senza sfavorire le esigenze turistiche". Nel dettaglio, lo studio geomorfologico sulla peculiare conformazione dei litorali di Grado, si è tradotto in un'attività di raccolta dei dati esistenti e di analisi, con particolare attenzione alla zona delle spiagge gradesi e all'antistante deposito di sedimenti, denominato banco della Mula di Muggia. L'indagine conoscitiva ha previsto la raccolta, il riordino e la lettura in chiave critica del materiale disponibile - ovvero i dati pregressi in termini di cartografia storica, rilievi topo-batimetrici e foto aree - e la digitalizzazione di quello ritenuto utile.

Dopo questa prima fase si procederà con l'aggiornamento e l'integrazione dei dati per individuare le criticità e le possibili soluzioni. Con questi primi dati è stato possibile ricostruire forma, posizione caratteristiche ed evoluzione del banco della Mula di Muggia, del canale di Primero e della foce dell'Isonzo. Lo studio ha evidenziato anche le analisi dei volumi di sedimento persi e guadagnati nel tempo; il volume sedimentario del banco ha registrato un incremento, in circa 40 anni, di oltre 4 milioni di metri cubi di sabbia. Un dato, quest'ultimo, significativo perché l'eccesso di sedimenti non crea un problema di erosione e di riduzione delle spiagge. "Un bilancio di quest'entità - ha precisato Fontolan - è estremamente rilevante. Simili situazioni non sono comuni e sono positive soprattutto nell'ottica dell'innalzamento del livello marino in atto, nei confronti del quale la capacità di resilienza dei sistemi costieri è anche legata alla disponibilità di sedimenti". ARC/LP
 



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