Att. produttive: per Fvg fondamentale rapporto tra ricerca e impresa
A Senigallia i lavori Commissione sviluppo economico Conferenza
Regioni
Pordenone, 9 mag - Una maggiore presenza del "Sistema Italia"
che faccia da traino alle imprese delle regioni per poter
competere a livello internazionale, ma anche un più intenso
dialogo tra i territori al fine di mettere a disposizione di
tutti la conoscenza e le competenze maturate, in una logica di
rete che permetta di valorizzare le eccellenze e trasferire le
best practice.
Sono questi per l'assessore regionale alle Attività produttive
del Friuli Venezia Giulia gli asset sui quali le Regioni si
devono concentrare per consentire al Paese di mantenere alta la
competitività a livello internazionale. I concetti sono stati
espressi oggi a Senigallia nel corso dei lavori della Commissione
sviluppo economico della Conferenza delle Regioni e delle
Province autonome.
In particolare, intervenendo nel panel dedicato all'alleanza
strategica tra impresa e ricerca per una nuova competitività del
sistema Paese, l'esponente dell'esecutivo del Friuli Venezia
Giulia ha dapprima posto in evidenza la necessità di focalizzare
l'attenzione su alcuni fondamentali per la crescita, quali la
necessità di avere a disposizione giovani formati e qualificati
da inserire nelle imprese. Qualsiasi piano strategico per il
rilancio del territorio - è stato ricordato dall'assessore -
rischia infatti di rimanere al palo se prima non c'è a
disposizione una forza lavoro con conoscenze specifiche in grado
di attuare i programmi scritti sulla carta. Al di là della
formazione, risulta importante trattenere i giovani nel
territorio non solo con centri di istruzione qualificati ma anche
con politiche dedicate alla famiglia e al welfare che consentano
ai protagonisti del domani di restare nei luoghi di residenza
piuttosto che scegliere di emigrare.
Per quanto riguarda poi l'alleanza strategica tra impresa e
ricerca, l'assessore regionale ha evidenziato alcuni numeri che
caratterizzano il territorio regionale e che dimostrano come
questa intesa già esista. Ne sono un esempio il fatto che il
Friuli Venezia Giulia nel 2019 è stata la prima regione italiana
classificata come "strong innovator" dall'European Innovation
Scoreboard della Commissione Europea e si è confermata nel 2021
come forte innovatore, grazie anche alla presenza di realtà
scientifiche e dell'innovazione che sono state capaci di fare
della collaborazione scientifica e tecnologica un importante
strumento di coesione e sviluppo. Tra i punti di forza figurano
poi un trend in crescita dal 2012 della spesa e del numero di
addetti in ricerca e sviluppo, una buona classificazione nel
ranking europeo delle tre università della Regione, la presenza
in Friuli Venezia Giulia di 7mila ricercatori stranieri nel 2019,
prima della pandemia, di cui 85% concentrati nelle materie Stem,
a cui si aggiunge il fatto che tre dei quattro territori
provinciali ricadono nelle prime 10 Province italiane per densità
di start-up innovative.
La capacità del Friuli Venezia Giulia di collaborare con le altre
Regioni e con il livello di governo nazionale è quindi per
l'assessore regionale di fondamentale importanza per il
rafforzamento delle aree strategiche di specializzazione
intelligente e per consolidare il tessuto produttivo regionale. A
questo proposito sono stati ricordati gli accordi che coinvolgono
il Ministero dell'università e della ricerca e il Ministero degli
Affari esteri per la valorizzazione del Sistema scientifico e
dell'Innovazione (SiS FVG) e il Ministero dell'università e della
ricerca e il Ministero dello sviluppo economico per la creazione
di ecosistemi dell'innovazione basati su partnership
pubblico-private.
In apertura dei lavori il presidente della Conferenza delle
Regioni, nonchè governatore del Friuli Venezia Giulia ha posto in
evidenza il ruolo sempre più centrale che l'organismo sta
assumendo a livello nazionale. Come certificato da un istituto di
ricerca, 7 cittadini su 10 hanno visto nel sistema delle Regioni
un attore importante per la gestione della pandemia, a cui si
aggiunge il fatto che le imprese riconoscono nel sistema delle
amministrazioni regionali un interlocutore importante per lo
sviluppo del territorio. In questo contesto, dopo un primo
periodo di mancato coinvolgimento, la Conferenza delle Regioni ha
assunto un ruolo di rilievo nel percorso per la gestione del
Pnrr, attraverso una forte alleanza istituzionale nel dialogo con
il governo nazionale ed europeo.
ARC/AL/ma