Banda larga: Callari, Fvg virtuoso ma Italia ferma per assenza governo
Roma, 17 lug - "La Strategia italiana per la Banda Ultra Larga
è ferma per l'assenza di una politica nazionale che creda in
questo progetto e che investa le risorse necessarie. Le Regioni,
e tra queste il Friuli Venezia Giulia rappresenta un'eccellenza,
si sono dimostrate finora più virtuose del governo
nell'attuazione del piano e prova ne è l'assenza oggi del
ministro per lo Sviluppo economico al tavolo da lui stesso
presieduto e convocato del Comitato per la Banda ultra larga".
Non nasconde la propria delusione l'assessore regionale alla
Funzione pubblica, Sebastiano Callari, che oggi a Roma, nella
sede del ministero per lo Sviluppo economico in via Veneto, ha
partecipato alla riunione del Comitato per la Banda Ultra Larga
(CoBUL), in rappresentanza della Conferenza delle Regioni e alla
presenza del ministro per il Sud, Barbara Lezzi.
"Dopo quasi un anno dalla sua ultima convocazione il CoBUL,
istituito nel 2015 e fino ad un anno fa regolarmente riunitosi
per dare impulso al piano strategico, è stato riconvocato
soltanto ora in assenza del ministro che dovrebbe presiederlo e
che dovrebbe garantire le risorse necessarie per dare
connettività a cittadini e imprese nel rispetto degli obiettivi
europei" ha stigmatizzato Callari denunciando "un grave
disallineamento fra ciò che il ministro Di Maio costantemente
annuncia rispetto alle azioni che dovrebbe mettere in atto e
soprattutto alle risorse che dovrebbe mettere a disposizione".
"Sulla partita del digitale il Paese è colpevolmente indietro e
la Banda Ultra Larga, che dovrebbe essere la seconda
infrastruttura strategica italiana, rischia di diventare un'altra
Salerno-Reggio Calabria" ha ribadito Callari.
L'assessore ha pertanto chiesto al governo di sapere quando
verranno finanziati i cantieri e quando saranno terminati.
Callari ha così dato voce alla Conferenza delle Regioni e
Province autonome che in una relazione ha espresso la propria
posizione in merito ai temi oggetto del Comitato odierno
evidenziando, come si legge nel verbale della Conferenza, "le
crescenti preoccupazioni in merito al forte ritardo
nell'avanzamento dei lavori sulle aree bianche e all'utilizzo dei
fondi destinati a tale intervento (prioritariamente Fesr e Feasr)
per i quali in alcuni casi risultano già non assolti gli
obiettivi di avanzamento fisico e finanziario concordato con la
Commissione Europea".
Attualmente il fabbisogno di risorse per la copertura delle aree
grigie, secondo le stime di Infratel aggiornate a giugno di
quest'anno, ammonta complessivamente a 5 miliardi e 133 milioni,
con fabbisogni differenziati tra regione e regione (si va dagli
811 milioni della Lombardia ai 12 milioni della Valle d'Aosta).
Il Friuli Venezia Giulia ha un fabbisogno di 15,7 milioni, una
cifra piuttosto contenuta rispetto alle altre regioni più piccole
e che esprime, secondo Callari, "una prova dell'impegno con cui i
governi regionali di tutti i colori politici che si sono
susseguiti fino ad oggi hanno svolto i compiti per casa con
l'obiettivo di portare a termine i cantieri per il digitale,
grazie alla capacità di spendere fondi Fesr".
Callari ha concluso l'incontro a Roma chiedendo la convocazione
immediata di un tavolo tecnico per individuare le risorse statali
e una nuova riunione del CoBUL, subito dopo l'estate, così da
"portare a casa la partita".
"L'Italia - ha concluso l'assessore - non può permettersi di
essere al 24mo posto su 28 paesi dell'Unione per diffusione
dell'infrastruttura digitale, ovvero il perno della manifattura
del futuro che richiederà sempre più imprese e lavoratori
connessi all'intelligenza artificiale. Il Paese, tutto il sistema
produttivo, a breve non sarà più la 2^ manifattura europea,
perché la buona volontà e le "mani" dei nostri imprenditori e dei
nostri operai, non saranno più sufficienti per colmare il gap che
il ministero dello sviluppo economico sta alimentando con la sua
politica immobilista".
ARC/SSA/ep