Cultura: Regione, premio Saba a Lamarque apre orizzonti ermeneutici
Trieste, 24 mar - Vivian Lamarque con la sua raccolta "L'amore
da vecchia", apre degli orizzonti nuovi, taluni dei quali ci
eravamo autopreclusi, e offre spunti di lettura a partire da una
condizione - quella di essere vecchi - che spesso è
marginalizzata, discriminata o addirittura incolpata per i
malanni della società e dell'economia nazionale. Emblema di
questa ermeneutica è la figura della capra, con la quale Lamarque
risale proprio a Saba, che è incolpevole e sola, ma non deve
essere mai legata e soprattutto sa di potersi difendere.
È il concetto che l'assessore regionale alla Cultura ha espresso
al Museo Sartorio di Trieste alla consegna a Vivian Lamarque del
Premio di poesia intitolato a Umberto Saba e giunto alla sua
terza edizione.
La manifestazione, promossa dal Comune di Trieste e sostenuta
dalla Regione Friuli Venezia Giulia, si appoggia alla giuria
presieduta da Claudio Grisancich e della quale fanno parte Franca
Mancinelli, Antonio Riccardi, Gian Mario Villalta e Roberto
Galaverni.
Secondo Galaverni, Lamarque, come Saba, mentre propone versi di
amore e di dolore, scommette sull'interazione con la vita, la cui
precarietà - secondo Villalta - può anche essere celebrata. Come
ha osservato Antonio Riccardi, i testi della poetessa trentina
costituiscono un sentiero pieno di tagliole che attraverso un
meccanismo formale costringono a rimane nel sentiero stesso. La
trasparenza, l'apparente semplicità dei versi e l'autoironia
compongono, a giudizio dei critici intervenuti al Sartorio, la
cifra stilistica di Lamarque, la cui prima raccolta fu già
apprezzata da uno dei massimi poeti contemporanei come Vittorio
Sereni.
La premiazione, aperta al pubblico, ha visto la presenza tra gli
altri del vicesindaco di Trieste, che ha ricordato l'impegno
dell'Amministrazione municipale per la candidatura di Trieste
città creativa Unesco e per l'allestimento del Museo della
Letteratura.
ARC/PPH/gg