Europa: Fedriga, rapporto deficit/Pil 3 per cento parametro inattuale
Pordenone, 10 giugno - "Il rapporto deficit/pil del 3 per cento
rappresenta un parametro ormai inattuale se pensiamo che la sua
adozione risale al 1992, in un contesto generale dell'economia
mondiale profondamente diverso da quello odierno. In quest'ottica
trovo profondamente sbagliato sanzionare chi intende superare
questo limite per fare investimenti con l'obiettivo di rilanciare
le imprese e il lavoro".
Lo ha detto oggi a Pordenone il governatore del Friuli Venezia
Giulia, Massimiliano Fedriga, portando il saluto della Regione al
convegno organizzato dalla Confcommercio e titolato "Dove sei
Europa? Come l'Europa ci semplifica la vita".
"Non riconoscere le criticità dell'Istituzione europea,
arroccandosi esclusivamente sulle positività,che certamente ci
sono, significa - ha spiegato Fedriga - decretare la fine
dell'Unione stessa. Non si può infatti cercare di convincere i
cittadini dell'inesistenza di alcune distorsioni che rendono la
percezione dell'Europa come un ostacolo e non come un sostegno
alla vita delle persone e all'attività delle nostre aziende".
Come evidenziato dal governatore, in questo momento storico
l'Europa si trova davanti a un bivio. "O prendiamo una strada
alternativa a quella percorsa finora o altrimenti la Ue è
destinata a scomparire".
Il primo passo, come ha spiegato Fedriga, è quello di riconoscere
gli errori generati dalle scelte di Bruxelles che hanno avuto un
impatto negativo per molti cittadini del continente. "Prendiamo
ad esempio - ha rimarcato il governatore - lo sconto carburanti,
di cui beneficiano i territori di confine del Friuli Venezia
Giulia, e gli ostacoli che l'Europa minaccia di creare a una
soluzione che offre a un settore produttivo l'opportunità di
sopravvivere alla concorrenza di uno Stato le cui dimensioni,
molto più ridotte rispetto all'Italia, consentono l'applicazione
di un diverso regime fiscale".
"Non capire questo - ha affermato Fedriga - significa di fatto
aprire concretamente un solco tra le istituzioni comunitarie e le
persone che lavorano in un comparto che, senza quella forma di
sostegno, sarebbe destinato a un pesante ridimensionamento con le
relative conseguenze negative sull'occupazione".
"La necessità di un cambiamento, testimoniata anche dai cittadini
europei con il loro voto, rappresenta - ha concluso il
governatore - l'unica possibilità per salvaguardare e rafforzare
un'istituzione che deve rigenerarsi riavvicinandosi ai reali
problemi della gente, rivalutando anche il ruolo delle autonomie
locali e delle regioni".
ARC/GG/fc