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Famiglia: al via Stati generali della Regione Friuli Venezia Giulia



Trieste, 10 - Intervenire in maniera innovativa nelle politiche sociali è fondamentale per dare risposte alle esigenze di una comunità regionale chiamata ad affrontare l'invecchiamento della popolazione pensando alla famiglia non come a un patto privato ma come a una ricchezza collettiva in cui tutti sono inclusi e che pertanto deve beneficiare di misure multisettoriali di portata economica rilevante.

È il fulcro dell'apertura degli Stati generali della Famiglia, in cui ciclo di incontri è iniziato oggi, espresso dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia per voce degli assessori al Lavoro e alla Famiglia e alle Attività produttive e Turismo. Il primo webinar sul tema "famiglia e lavoro nel XXI secolo: un binomio possibile" ne ha preceduto altri tre che si terranno il 17, 24 e 1 ottobre, prima della sessione plenaria in programma il 16 ottobre.

Gli Stati generali hanno come traguardo il varo della legge sulla famiglia come prodotto di un confronto aperto esente da steccati ideologici, come ha spiegato l'assessore alla Famiglia e al Lavoro. Per questo motivo nel periodo del Covid il percorso di consultazione degli Stati generali si era temporaneamente fermato, mentre non si sono mai interrotte le politiche sulla famiglia e sul lavoro, sia quelle legate alle urgenze ed emergenza collegate al coronavirus sia quelle di più ampio respiro.

La legge sulla famiglia, infatti, come è stato ricordato dall'Amministrazione regionale, è una delle componenti delle politiche di innovazione sociale; tra le altre misure, spicca la presentazione della revisione completa della legge regionale 18 del 2005 sul lavoro, che amplia il concetto della conciliazione nei termini più ampi del binomio famiglia e lavoro e che interviene sulla versanti della responsabilità sociale d'impresa, del welfare aziendale, della formazione e informazione professionale e procede alla stabilizzazione degli sportelli di conciliazione SiConte. Fanno parte, ancora, delle politiche per la famiglia, è stato ricordato, le misure di riorganizzazione sul diritto allo studio, semplificate per dare ai discenti garanzie di sostegno dal momento dell'ingresso al momento dell'uscita dal mondo dell'apprendimento. Altri due filoni di azione collegati sono stati evidenziati dall'assessore alle Attività produttive: il bando regionale, che ha avuto successo, per assegnare contributi a fondo perduto alle imprese femminili e il progetto, in fase di elaborazione, di una piattaforma di welfare sociale per le piccole e piccolissime imprese.

Dall'assessore alla Famiglia è stata, infine, evidenziata la portata delle risorse investite: la Regione ha stanziato nel 2019 40 milioni per le politiche sulla famiglia, triplicando gli importi destinati nella precedente legislatura.

Dal primo incontro degli Stati generali, con le relazioni di Carlos Corvino, dell'Osservatorio sul mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia, e Vladimir Nanut, direttore scientifico del Mib di Trieste, sono emerse alcuni spunti da cui muovere approfondimenti. La crescita dell'occupazione femminile degli ultimi anni nel territorio regionale, ad esempio, è ancora agganciata al part time e ai lavori stagionali e ha subito quindi, insieme a quella giovanile, i più duri contraccolpi della crisi pandemica. Inoltre le donne, pur conseguendo buone posizioni di carriera e di middle management, stentano ancora a raggiungere le posizioni apicali nelle imprese. Altri indici sono incoraggianti per le politiche future: su tutti il dato che nelle regioni d'Italia in cui è più alto il tasso di occupazione femminile è anche più elevato il tasso di fecondità, a suggerire che lavoro e famiglia sono fattori non solo conciliabili ma di reciproco stimolo. ARC/PPH/ma



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