Flextronics: giovedì 19 maggio convocato incontro al Mise
Udine, 17 mag - Giovedì 19 maggio alle 14.30 il Ministero dello
Sviluppo economico (Mise) ha convocato le Organizzazioni
sindacali di Flextronics per un confronto con azienda,
Confindustria Alto Adriatico e Regione sul piano industriale per
lo stabilimento triestino. È questo l'esito del confronto
tenutosi questo pomeriggio con il Mise.
Secondo l'assessore regionale al lavoro, la Regione si è sempre
assunta le proprie responsabilità quando si è trattato di
contribuire con i propri strumenti alla gestione di situazioni di
difficoltà occupazionale, anche complesse. Ad oggi, tuttavia, nel
caso di Flextronics manca un presupposto essenziale, che
costituisce una premessa indefettibile per ogni tipo di
discussione, vale a dire un serio piano industriale per lo
stabilimento di Trieste, senza il quale l'affermata centralità
del sito diventa un'idea per tentare di coprire ciò che si
configura come una delocalizzazione legata a mere ragioni di
risparmio dei costi.
Alla riunione ristretta convocata oggi dal Mise hanno partecipato
oltre all'Amministrazione regionale (presente anche l'assessore
alle Attività produttive) Confindustria Alto Adriatico e la
proprietà che nei giorni scorsi ha annunciato di voler cessare i
contratti in essere con le agenzie di somministrazione per 80
unità di personale, dichiarando altresì un esubero strutturale di
ulteriori 200 unità di personale.
Senza un piano industriale - è la posizione dell'esponente
dell'Esecutivo regionale - per la Regione non è possibile entrare
nel merito del numero di eccedenze, a meno che non le si voglia
affrontare come meri centri di costo da ridurre. Trattandosi di
persone, la Regione si attendeva da parte della proprietà
un'apertura che anche oggi non è stata rilevata; ciò che più
fortemente è emerso, invece, è l'assenza di un piano industriale
senza il quale non è possibile pensare di poter attingere a
risorse regionali o del Pnrr.
Solo una volta presentato un piano industriale, sarà possibile
per le Istituzioni centrali e territoriali, Confindustria e
Organizzazioni sindacali avviare un Tavolo che salvaguardi
l'operatività del sito giuliano e i relativi livelli
occupazionali dal momento che gli esuberi prospettati
ridurrebbero di oltre la metà la forza lavoro ad oggi presente
nello stabilimento.
Da parte sua l'assessore alle Attività produttive ha spiegato che
prima di presentare il conto, da parte dell'azienda sarebbe stato
auspicabile un confronto trasparente con sindacati e istituzioni.
Invece, nelle precedenti interlocuzioni tra le parti, l'azienda
non aveva mai manifestato la drammaticità dei numeri resi noti
nell'ultimo incontro.
Se si ritiene quello Giuliano un sito realmente strategico - come
più volte affermato dalla direzione dell'azienda - non si spiega
la scelta di una delocalizzazione spinta. Le istituzioni, come ha
concluso l'assessore alle Attività produttive, - Regione in
primis -, che in questi anni di pandemia hanno sempre sostenuto
il mondo dell'impresa, per poter intervenire concretamente hanno
la necessità di conoscere i reali piani di sviluppo dell'azienda
nel territorio.
ARC/SSA/COM/gg