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Formazione: Panariti, concluso a Dacia Arena Anno formazione-Master FP

Udine, 27 gennaio - "La riuscita di questo progetto sta nel fatto che crediamo in voi, crediamo nei giovani e nelle prospettive che essi hanno, debbono e possono avere nella nostra società, oggi come domani". L'assessore regionale all'Istruzione e alla Formazione Loredana Panariti si è rivolta così ai quasi trecento giovani delle scuole professionali del Friuli Venezia Giulia che hanno preso parte alla giornata conclusiva dell'iniziativa Il lavoro vale oro nelle mani di chi sa farlo funzionare, svoltasi nell'Auditorium della Dacia Arena, lo stadio di calcio della città di Udine.

L'evento odierno voleva rappresentare una restituzione alle centinaia di giovani che, a partire dalla primavera dello scorso anno, hanno dato vita ad altri quattro eventi, svoltisi nelle piazze di Venzone, Grado, Trieste e Pordenone, e che componevano il progetto 2016 Anno della Formazione in FVG. In tali occasioni gli allievi e le allieve degli Enti che erogano la formazione professionale in regione si sono impegnati personalmente ad allestire stand e set dimostrativi all'interno dei quali hanno poi proposto esaustivi e concreti esempi delle professionalità acquisite durante il percorso formativo. "Un percorso - ha detto Panariti - che ha consentito loro di avvicinarsi alla gente e di avvicinare le potenzialità della formazione professionale alla comunità, accompagnando così i ragazzi e le ragazze per mano a diventare cittadini con la possibilità di essere protagonisti del proprio futuro".

La serie di manifestazioni (quella odierna è stata curata dall'ENAIP con la collaborazione di Udinese Calcio), come ha aggiunto l'assessore regionale, "per la prima volta ha rappresentato in maniera forte l'essenza di quello che deve saper essere la formazione professionale, mettendo in luce la passione, l'impegno, l'orgoglio per quanto appreso dai nostri studenti". L'assessore ha infatti espresso il compiacimento personale e dell'Amministrazione regionale per il successo del progetto che ha rappresentato un passaggio efficace, finalizzato a celebrare il 2016 come l'Anno della Formazione, attraverso una serie di iniziative che hanno messo assieme, con il supporto della Regione, le scuole, le aziende, i ragazzi, avvicinandoli così al loro impegno futuro e offrendo loro la possibilità di poter cominciare a guardare con fiducia e concretezza alla realizzazione delle loro aspettative, delle attese, dei sogni nel settore del lavoro.

Dando nel contempo l'opportunità ai cittadini che hanno partecipato agli eventi, ha aggiunto Panariti, "di sapere che cos'è la formazione e quali sono i risultati che il nostro sistema formativo è in grado di produrre a vantaggio della comunità regionale, dell'economia e del territorio". La mattinata trascorsa allo stadio, che ragazzi e ragazze hanno poi potuto visitare sotto la guida dello staff dell'Udinese Calcio, è stata caratterizzata da un incontro attinente al tema prescelto per il quinto e ultimo appuntamento di Il lavoro vale oro: Impegno e passione, quando la passione diventa vincente.

A trasmettere con efficacia le sue esperienze di vita maturate in pratiche sportive non agonistiche ma estreme è stato il friulano Danilo Callegari. L'incontro con l'avventuroso sportivo ha permesso ai partecipanti di acquisire sensazioni ed emozioni, cognizioni formative su un progetto di vita e il senso e il significato interiore di esperienze estreme e in solitario. Callegari è infatti un esperto in motivazione personale, e come un libro aperto ha saputo coinvolgere i ragazzi e le ragazze facendoli partecipi delle sue avventure e di un progetto di vita che, seppur per certi versi non replicabile, risulta esemplare in quanto rappresenta un cammino formativo coronato dal successo.

Callegari infatti è stato protagonista di esperienze al limite delle possibilità umane, alcune riuscite, altre no, ma non per sua volontà: dalle lunghe traversate a nuoto in solitario, ad avventure alle quali ha dovuto rinunciare a causa delle condizioni meteorologiche proibitive, ad arrampicate sulle vette dell'Himalaya, oltre quota 8.000, sempre in solitario.

ARC/CM/ppd



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