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Grande guerra: Torrenti, Università castrense fu esperienza fondante

Udine, 12 maggio - Proseguono le iniziative sostenute dalla Regione per commemorare il centenario della prima guerra mondiale.

L'assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, ha infatti aperto oggi, a Udine, nell'aula magna del palazzo di Toppo Wassermann dell'Università degli studi di Udine, il convegno che intende ripercorrere quella straordinaria esperienza scientifica, di ricerca, umana, e umanitaria, che fu vissuta a San Giorgio di Nogaro negli anni della grande guerra, con la creazione della prima Scuola medica da campo d'Italia, istituita con un decreto il 9 gennaio del 1916, e poi denominata Università castrense.

Una università militare che nell'arco della Grande guerra laureò 534 studenti in medicina e trasformò la cittadina friulana, come ha ricordato Giovanni Terrosu, dell'ateneo udinese, nell'introduzione, nel primo grande campus universitario italiano.

In esso, in pieno conflitto, operarono, si formarono, ma soprattutto si prodigarono per assicurare le cure a decine di migliaia di soldati studenti aspiranti medici, medici, docenti, tutti militari dell'esercito italiano.

Le assise in corso a Udine, che si concluderanno domani, vertono infatti sul tema 'Corpi sfregiati, anime violate: le ferite della prima guerra mondiale e l'esperienza dell'università castrense'.

Si trattò di un'esperienza drammatica, ma per certi versi straordinaria, perché, com'è stato detto, consentì alla ricerca medica e clinica dell'epoca di compiere notevoli passi avanti.

Come ha ricordato il sindaco di San Giorgio di Nogaro, Pietro Del Frate, fu un'esperienza indelebile per la comunità locale, che oltre a numerosi edifici e ad abitazioni, mise a disposizione anche la casa comunale, che fu trasferita in locali periferici.

"Un'esperienza storica e scientifica - ha detto l'assessore Torrenti - che come l'intero programma delle iniziative per la commemorazione della prima guerra mondiale, che ebbe per teatro proprio il Friuli Venezia Giulia, ha l'obiettivo di ricordare e rievocare, per scongiurare il rischio che simili errori possano essere nuovamente compiuti dall'umanità".

Torrenti ha poi ricordato che il 2017 è il terzo anno nel quale si sviluppa il progetto della Regione legato alla prima guerra mondiale.

Un progetto, che non si dovrebbe esaurire nel 2018, ma che alla luce degli esiti delle ulteriori ricerche, indagini, approfondimenti scaturiti proprio dalle iniziative in atto e già svolte, dovrebbe proseguire per consentire di mantenere la memoria di quei tragici eventi, e di valorizzare esperienze, come quella di San Giorgio di Nogaro, che hanno segnato la storia e la crescita della Regione e del nostro Paese.

Le iniziative che si svilupperanno nel prossimo futuro nell'ambito della rievocazione a cent'anni dall'evento bellico, ha poi precisato Torrenti, dovrebbero consentire di porre l'accento sugli effetti che la grande guerra ebbe sulla popolazione locale.

Per esempio, sull'impatto che la rotta di Caporetto ebbe sulla comunità dell'area, quando 135 mila persone furono costrette ad abbandonare le loro abitazioni e diventare profughi.

Torrenti ha concluso rivolgendo parole di compiacimento per l'amministrazione di San Giorgio di Nogaro e per la Biblioteca comunale, che hanno curato il convegno odierno.

Nel contesto del quale è stata allestita una mostra con pannelli che rievocano quelle pagine di storia, ed è visibile nei locali dell'università di via Gemona, a Udine. ARC/CM/ppd



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