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Imprese: Fvg, start-up calzature punta su design e economia circolare

Gonars, 8 giu - Il tessuto di un lettino e un ombrellone da spiaggia dismessi, gli scarti di pneumatici, gli avanzi di tessuti industriali, vecchie tele di jeans o materiali inutilizzati per vele e spinnaker. È solo una parte del lungo elenco di materiali che vengono trasformati in tomaie e suole di moderne scarpe di design frutto dell'ingegno e della creatività di un'azienda di Gonars, la RE49. La start-up friulana è stata visitata oggi dall'assessore regionale alle Attività produttive e turismo che ha così potuto trovare conferma di un passaparola che da un anno e mezzo brulica nel mondo della moda nazionale e internazionale, attraendo l'interesse per l'azienda e i suoi prodotti da parte di prestigiose riviste internazionali ed ora anche di qualche influencer del web. Per l'assessore questa è la dimostrazione di quanta creatività sappiano esprimere i nostri imprenditori, del coraggio di fare impresa nel mezzo di una crisi pandemica e della attuale capacità di non scoraggiarsi davanti ad un mercato influenzato negativamente dalla crisi bellica. Start-up come questa rappresentano un esempio di quel genio artigiano e creativo friulano, motore della crescita economica dei nostri paesi. La Regione è al fianco di imprese come questa: ogni anno mette a disposizione canali contributivi per le start up innovative, la presenza alle fiere di settore, l'accompagnamento nella crescita tecnologica. La RE49 recupera una tradizione di famiglia che affonda le radici nel 1949 quando Valentino Masolini riciclava tessuti e divise militari per farne delle calzature. Una famiglia di sei fratelli da cui era nato un vero e proprio cluster calzaturiero che aveva in Gonars il proprio fulcro con centinaia di addetti. Di quella tradizione oggi resta il concetto del riuso, esteso al riciclo, al riutilizzo e al ritorno alla vita di materiali, in piena adesione ai principi dell'economia circolare. Oltre a ciò resta l'artigianalità di un prodotto interamente fatto a mano, con attrezzi e macchinari di cinquant'anni fa che l'azienda sta integrando con le nuove tecnologie; ne è un esempio la "block chain", il tracciamento digitale della storia del prodotto, contenuto in un codice a cui il consumatore può accedere per ripercorrere tutta la vita delle scarpe acquistate, dalla selezione dei materiali alle procedure e tempi di realizzazione. Segnalata come start-up dell'anno a Pitti Uomo nel 2021, RE49 è sbarcata all'estero con un distributore in Germania appartenente allo stesso gruppo che aveva dato fiducia ai Masolini a metà del secolo scorso. L'obiettivo ora è quello di trovare partner locali, sia come fornitori di materiali che di manodopera, per giungere in due anni ad una produzione di 25mila paia di scarpe l'anno, in linea con lo standard produttivo che l'azienda aveva qualche decennio fa. ARC/SSA/al

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