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INNOVATION FORUM: INVECCHIAMENTO, PROBLEMA COMUNE DI FVG E STATI UNITI

Trieste, 28 luglio - Investe allo stesso modo sia l'Europa che gli Stati Uniti d'America (USA) e sta diventando uno dei problemi più ineludibili per i Paesi maggiormente sviluppati: si tratta dell'invecchiamento della popolazione, della cui attualità e gravità si è discusso in una delle quattro tavole rotonde pomeridiane dell'Innovation Forum, l'evento organizzato a Trieste dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con AREA Science Park e con il patrocinio del consolato generale degli USA.

Il dibattito, moderato dalla presidente del Consorzio di Biomedicina molecolare Laura Chies, è stato introdotto dall'esperta di Biologia cardiovascolare in forza all'ICGEB Serena Zacchigna che ha dato un quadro statistico del fenomeno, sottolineando come l'aspettativa media di vita stia rapidamente crescendo. Dai 22 anni nell'era della Roma antica, si è passati ai 49 di inizio Novecento e poi ai 76 degli Anni Duemila. Ma secondo le stime, nel 2050 donne e uomini vivranno ancora più a lungo, superando la soglia degli 82 anni di aspettativa media di vita.

Ne conseguono numerosi disagi, di fronte ai quali è inevitabile che i governi nazionali, la scienza, la ricerca e gli esperti di politiche sociali e sanitarie debbano lavorare assieme per trovare una soluzione alle numerose criticità, quali l'aumento della spesa pubblica e i gravi problemi sociali. Come è stato più volte ribadito durante la tavola rotonda, è essenziale, ovviamente, puntare alla prevenzione.

Ecco dunque spiegato il motivo che ha spinto l'Amministrazione di Barack Obama a lanciare, nel 2013, il programma Brain, il Progetto dal costo di 300 milioni di dollari annui, incentrato sulla mappatura completa dell'attività dei neuroni. Come ha evidenziato Caron De Mars, rappresentante del Dipartimento di Stato americano, è proprio la scienza, con le sue scoperte, il campo maggiormente indicato per trovare soluzioni appropriate e di prevenzione alle patologie che accompagnano l'invecchiamento. Di demenza, per esempio, ha parlato anche Gianluigi Scannapieco, direttore dell'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Burlo Garofolo, che ha illustrato il ruolo dei pediatri nella prevenzione dei disagi legati all'invecchiamento. Risulta infatti fondamentale impartire già ai bambini l'importanza di osservare stili di vita sani, affinché si riduca significativamente la possibilità di riscontrare in futuro varie disabilità e malattie del cervello.

L'attenzione, tuttavia, non dovrebbe limitarsi alla mente e agli arti, ma anche agli organi interni. Se l'attività fisica è un indubbio supporto al cuore, andrebbero osservati anche comportamenti idonei per aiutare il fegato e, più in generale, la flora batterica.

Di quest'ultima ha parlato il presidente di Friuli Innovazione Germano Scarpa ricordando come alcune aziende mediche del Friuli Venezia Giulia esportano i propri prodotti per la cura di disagi intestinali anche negli Stati Uniti, un Paese dove l'attenzione all'aspetto alimentare è piuttosto carente. Il fegato, infine, è secondo lo scienziato della Fondazione italiana Fegato Silvia Gazzin, uno degli organi ai quali bisognerebbe badare di più. Come ha spiegato Gazzin, infatti, l'elevata presenza di bilirubina nel sangue, effetto anche di eccessiva assunzione di zuccheri e grassi, danneggia il fegato, il che, attraverso un processo complesso, aumenta la possibilità di sviluppare le malattie di Alzheimer e Parkinson.

La tavola rotonda si è dunque conclusa con l'invito, ribadito con maggior forza dalla scienziata di Elettra Sincrotrone Paola Storici, a investire quanto più nella scienza e nella ricerca, affinché l'invecchiamento globale resti più un problema demografico che non una vera emergenza.

ARC/PV/EP



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