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Innovazione: Fvg accelera su capacità attrazione investimenti esteri

Udine, 14 set - Tecnologia dell'informazione, servizi professionali, Industria 4.0, scienze della vita e biotech, agroalimentare innovativo, logistica.

Sono questi i settori su cui il Friuli Venezia Giulia può puntare per attrarre nuovi investimenti e nuove imprese dall'estero, secondo un'indagine di OCO Global per il posizionamento della Regione nel mercato globale di investimento, presentata oggi in videoconferenza alla stampa estera su iniziativa dell'Agenzia Lavoro & SviluppoImpresa.

Gli obiettivi delle politiche regionali sono stati tracciati dagli assessori al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia e alle Attività Produttive e Turismo che proprio nella creazione dell'Agenzia hanno indicato il punto di sintesi strategico per far conoscere il territorio e gli strumenti messi a disposizione di chi vuole investire in Friuli Venezia Giulia.

Il punto di partenza è la classifica della Commissione europea "Regional Innovation Scoreboard 2019" che attribuisce al Friuli Venezia Giulia un'impronta di "forte innovatore" rispetto a indicatori che pongono le altre regioni italiane a livello "moderato". Questo fa del Friuli Venezia Giulia la terza regione in Europa per capacità di attrarre investimenti, in particolare nell'innovazione industriale, anche per la presenza di realtà che operano sul mercato mondiale (ad esempio Danieli, Fincantieri, Illy).

Per l'Amministrazione regionale è quindi necessario proseguire sull'infrastrutturazione logistica, sulla razionalizzazione dei parchi scientifici e sulla loro specializzazione, sull'inserimento nella programmazione comunitaria di progetti inerenti l'High Performance Computing (HPC, ovvero il calcolo elettronico ad elevate prestazioni), l'intelligenza artificiale, l'utilizzo dei dati.

Trieste, seconda città italiana per startup innovative, è il perno di questo programma di sviluppo a sua volta centrato sul rilancio di Porto Vecchio, per il quale la Regione intende definire gli obiettivi che orientino i nuovi insediamenti. I dati che incorniciano le potenzialità di attrazione del Friuli Venezia Giulia evidenziano innanzitutto un tasso di occupazione del 66,3 per cento, contro il 58,5 per cento della media italiana. Il Pil pro capite è di 30.900 euro, contro i 28.500 della media italiana.

Vi è poi una forte specializzazione industriale con 7 miliardi di valore aggiunto pari al 23 per cento dell'intero valore aggiunto regionale (Istat 2016). L'industria conta oltre 100mila posti di lavoro, vale a dire quasi un quarto della forza lavoro regionale, in particolare nella metalmeccanica, nel legno-arredo e nell'agroalimentare. Il 30,5 per cento della popolazione attiva lavora nel campo della scienza e della tecnologia, dato che trova un forte traino nella formazione universitaria con il 49,6 per cento di iscritti a facoltà scientifiche (contro il 43,2 per cento della media italiana).

I risultati della regione in materia di attrazione degli investimenti restano comunque inferiori al suo potenziale; da qui le politiche di abbattimento dell'Irap, di facilitazione dei contratti di insediamento nonché le politiche di finanziamento pubblico a lungo termine attivate dall'Amministrazione regionale nei primi due anni di governo.

Complice anche l'epocale cambiamento dei modelli di lavoro dettato dall'emergenza pandemica, il Friuli Venezia Giulia può tornare ad essere attrattivo per Germania, Austria, Francia ed Europa orientale, ma anche per Nord America e, in parte, Giappone e Cina. Il potere di attrazione sarà tanto più forte quanto più il sistema economico e la strategia politica sapranno puntare sulla spinta tecnologica nei settori chiave: alimentare, cantieristica e metalmeccanica. Parallelamente dovranno essere sviluppate nuove competenze in servizi alle imprese, back-office, data center nei settori dell'Ict, dei servizi professionali e delle scienze della vita. ARC/SSA/al



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