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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Montagna: Zannier, politiche di sviluppo declinate su specificità

Sutrio, 1 lug - "Le politiche di sviluppo per la montagna devono essere declinate secondo le specificità di ogni territorio soprattutto in una regione come la nostra dove ogni area montana ha caratteristiche proprie: orografiche, infrastrutturali, culturali. L'auspicio è trovare una strada non ideologica per non rischiare di rimanere fermi a progetti che non avranno la capacità di concretizzarsi". Lo ha detto l'assessore regionale alla Montagna Stefano Zannier, al convegno 'In me non c'è che futuro. Far crescere la montagna nella sostenibilità' che ha aperto il Green Carnia Fest, festival della sostenibilità in montagna, a Sutrio nella Cjase Dal Len, promosso dalla Proloco di Sutrio con il supporto della Regione Friuli Venezia Giulia, di PromoturismoFVG, della Comunità montana della Carnia e di Fondazione Friuli. Per Zannier non è il sistema contributivo ad invertire il trend dello spopolamento "servono strumenti di supporto alle imprese affinché possano innovarsi e investire in montagna - ha indicato sottolineando la necessità delle infrastrutture per permettere al sistema di reggere. Nel suo intervento non ha mancato di rimarcare come "lo sviluppo della montagna è legato ai settori agricoli e turistico ma anche a nuove formule di impresa ed in questo percorso è centrale la digitalizzazione" e sottolineato come "la sostenibilità non è mettere nuove aree a tutela e porre vincoli ma creare condizioni di sviluppo sostenibile". Zannier ha apprezzato le cinque amministrazioni comunali locali (Cercivento, Ovaro, Paluzza, Ravascletto e Sutrio) che hanno contributo all'edizione zero di una manifestazione il cui intento è quello di porre l'attenzione sulla sostenibilità per costruire una nuova progettualità che sappia cogliere le enormi possibilità di questi territori e dare voce al suo capitale umano e naturale. "Un confronto che potrà avere ricadute positive - ha detto l'assessore regionale - per individuare su quali linee di sviluppo agire da tradurre poi in azioni concrete sul territorio tenendo conto delle specificità". Un altro aspetto rilevante per Zannier è il superamento delle ideologie. "Se guardiamo al territorio da un punto di vista ideologico e non tecnico-scientifico ci danneggiamo, diventa uno dei limiti principali alla programmazione; basti pensare alla gestione forestale vista negativamente perché spesso non compresa o in un'ottica puramente ideologica, quando essa invece rientra a pieno titolo nel ciclo completo della sostenibilità". Il problema per Zannier riguarda le regole a cui soggiaciono le aree montane "spesso dettate da soggetti che stanno fuori dal territorio montano che non lo conoscono e ne travisano il concetto di sostenibilità, declinato invece correttamente in altri Stati". Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Zannier è stato chiaro. "La sua applicazione - ha detto - deve avere regole diverse, non deve seguire gli schemi classici dell'intervento pubblico perché rischiamo di non vederne i frutti". Un piano che, secondo Zannier, tralascia alcuni settori importanti come la parte forestale e riversa una quota cospicua delle risorse su progetti già esistenti. Il convegno ha visto la partecipazione di Roberto Siagri, presidente del Consorzio Carnia Industrial Park, Enrico Ferrero della Fondazione Edoardo Garrone, Marco Bussone presidente dell'Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani (Uncem) e Fabio Renzi segretario generale di Symbola. Molti gli aspetti delle terre alte trattati: dal digitale, che per Siagri assume un ruolo centrale "entriamo nel futuro solo se usiamo le tecnologie digitali ma è necessario colmare il divario esistente e infrastrutturare", alla nuova stagione di risorse che dobbiamo intercettare per riuscire a creare percorsi si sviluppo secondo Bussone. Ma giocano un ruolo rilevante anche l'immissione di nuove forze negli Enti locali, la capacità di rendere attrattiva la montagna che deve diventare anche un luogo di produzione secondo Renzi che ha sottolineato come la montagna abbia acquisito una nuova centralità con la crisi climatica e pandemica che ha fatto riemergere la necessità di migliori equilibri territoriali. Durante l'appuntamento Ferrero ha invece portato l'esempio del "Progetto Appennino - idee che muovono montagne" della fondazione Garrone per realizzare un nuovo modello di riqualificazione delle terre alte puntando sulla nascita di giovani imprese, sul consolidamento di quelle esistenti e sulla sinergia tra loro e, più in generale, sulla messa in rete di competenze e risorse per estendere il valore di un'imprenditorialità sostenibile a favore dello sviluppo complessivo del territorio e della comunità. ARC/LP/al

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