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Regione FVG: ricorso alla Consulta contro la legge di Bilancio statale 2017

Trieste, 14 febbraio - La Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, riunita oggi a Trieste in seduta straordinaria, ha deliberato di promuovere ricorso avanti alla Corte Costituzionale contro la legge di Bilancio dello Stato per l'anno 2017. In particolare, come spiega l'assessore regionale alle Finanze Francesco Peroni, "la Regione ritiene illegittimo l'articolo 1, commi 392 e 394 della legge che, aggiornando un'analoga norma già prevista nella legge di Stabilità 2016, pone a carico del Friuli Venezia Giulia un contributo alla Finanza pubblica stimato in misura pari a 84 milioni di euro nel 2017, 134 milioni di euro nel 2018 e 175 milioni nel 2019".

"La legge dello Stato - precisa Peroni - giustifica l'onere in base alla necessità di ridurre la spesa sanitaria programmata per i prossimi esercizi. La Regione censura la norma per varie ragioni. In primo luogo, per il fatto che l'autonomia speciale finanzia le spese di assistenza sanitaria con oneri interamente a carico del proprio Bilancio e, pertanto, non può essere destinataria di misure di coordinamento finanziario in tale materia".

"In secondo luogo - aggiunge - perché, in ogni caso, tali misure dovrebbero essere concordate con l'autonomia speciale nel rispetto del principio dell'accordo, così da valorizzare le caratteristiche finanziarie della specialità e scongiurare il rischio che la Regione sia privata della capacità di finanziare le funzioni di propria competenza, anche tenuto conto della considerevole dimensione dei contributi alla Finanza pubblica già previsti a carico della stessa dalla vigente legislazione (pari, nel 2017, a circa 769 milioni di euro)".

In pratica, le argomentazioni per questo ricorso sono le stesse in ragione delle quali il Friuli Venezia Giulia, già lo scorso anno, ha impugnato la legge di Stabilità 2016. Ovvero "due manovre finanziarie impugnate per gli stessi motivi", in quanto, sottolinea Peroni, "si vogliono caricare sulle Regioni speciali, inclusa la nostra, risorse aggiuntive rispetto a quelle definite negli accordi finanziari con lo Stato; tutto questo non è oggetto di contestazione nello spirito, come qualcuno polemicamente potrebbe affermare, di tutelare presunti privilegi delle Specialità. Non è affatto così".

Il punto è che "le Regioni speciali, per assolvere le proprie funzioni e prestare servizi ai propri cittadini, si alimentano di risorse provenienti dal gettito fiscale. Ciò è stabilito da precisi accordi, con valore di norma, che tracciano un equilibrio: equilibrio che non può essere alterato unilateralmente, ledendo il principio dell'accordo. Senza aggiungere, giova ripeterlo, che la Regione concorre già alla Finanza pubblica per un importo annuo di circa 769 milioni di euro. Siamo fiduciosi che la Corte Costituzionale, che già ha riconosciuto le nostre posizioni nella recente sentenza n. 188 del 2016, lo faccia anche in questa occasione".

Gli attuali rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Friuli Venezia Giulia sono regolati, fino a tutto il 2017, dal cosiddetto Patto Serracchiani-Padoan, sottoscritto a Roma nell'ottobre 2014 dalla presidente del Friuli Venezia Giulia e dal ministro delle Finanze, che ha ridisegnato e superato il Patto Tondo-Tremonti del 2010. Dunque ora, come previsto, si va verso una rinegoziazione dei rapporti finanziari con lo Stato. "Ma fino ad allora - ribatte Peroni - pacta sunt servanda,  i patti vanno rispettati, non possono essere inserite ulteriori clausole in maniera unilaterale".

ARC/PPD



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