Salute: forte attenzione Regione su sanità territoriale
Il tema ribadito a Sacile nel corso di un incontro con il
Consiglio comunale
Trieste, 14 apr - La sanità territoriale si rafforza con
investimenti mirati e in questa legislatura sono stati destinati
a questo comparto molte risorse, più della metà a carico del
bilancio regionale, a testimoniare la scelta forte compiuta
dall'Amministrazione.
È questo in sintesi il concetto espresso ieri dal vicegovernatore
del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute nel corso
dell'audizione richiesta dal Consiglio comunale di Sacile in
merito al piano degli investimenti previsto dalla Regione in
questo comune del territorio pordenonese. Alla presenza del
sindaco e del direttore generale di Asfo, l'esponente
dell'Esecutivo regionale ha posto in evidenza la mole di risorse
che l'Amministrazione ha destinato al comparto della salute e che
per l'intero distretto sacilese superano i 22,6 milioni di euro.
Numeri alla mano, la Regione ha posto in evidenza come nella
passata legislatura alla sanità siano stati destinati 212 milioni
di euro con fondi di bilancio mentre in questo mandato le risorse
indirizzate al comparto ammontano complessivamente a 750 milioni.
Di questi ultimi, 118milioni derivano dai fondi del Pnrr, 220 da
poste statali a seguito di alcune rinegoziazioni e infine 411 da
fondi propri di bilancio regionale. Per quanto riguarda poi la
sanità territoriale, dal 2013 al 2018 sono stati investiti 23
milioni quasi interamente a carico del bilancio regionale;
nell'attuale legislatura le poste per questo specifico comparto
ammontano a 222 milioni, di cui 80 provenienti dal bilancio
regionale.
La scelta di destinare molte risorse al sistema di salute
territoriale - è stato ricordato dalla Regione - è legata alla
necessità di rimodulare il sistema. L'organizzazione sanitaria è
infatti rimasta ancorata al passato quando invece le esigenze
della società sono profondamente cambiate anche a seguito
dell'allungamento delle aspettative di vita. Ciò porta quindi
alla necessità di dare maggiore peso all'aspetto legato alle
cronicità. In questo senso vanno interpretate le azioni
intraprese dalla Regione su Sacile con un ospedale di comunità
hub, la casa di comunità e la centrale operativa territoriale
(Cot).
La Regione ha poi compiuto un focus sull'attrattività (77,5
milioni di euro) e fuga (74,7) del sistema sanitario del Friuli
Venezia Giulia, che vede un saldo positivo pari a circa 3 milioni
di euro. L'area della regione in cui si registra la maggiore
sofferenza è quella del Friuli Occidentale, al confine con il
vicino Veneto che da solo attrae 53 milioni di euro. Il 60 per
cento viene speso per le prestazioni protesiche, oculistiche e
diagnostiche per immagini, risorse assorbite dal privato
accreditato della regione confinante. L'esponente dell'Esecutivo
ha spiegato che attraverso il privato accreditato del Friuli
Venezia Giulia non si vuole privatizzare ma recuperare quella
spesa in fuga che già si rivolge al sistema accreditato veneto,
il quale presenta budget molto più consistenti di quello
regionale.
Infine è stato ricordato come uno dei principali temi da
affrontare da qui in futuro non sarà quello delle risorse per
l'edificazione delle strutture sanitarie, quanto invece quello
del reperimento dei professionisti che lavorino al loro interno.
Su questo aspetto le Regioni stanno chiedendo allo Stato nuove
regole indispensabili per superare difficoltà che si riscontrano
in tutto il Paese.
ARC/AL/gg