Salute: Riccardi, bella pagina per recupero ex ospedale psichiatrico
Presentati oggi i progetti degli studenti dell'Ateneo di Udine
Udine, 14 feb - "Abbiamo unito le forze di pensiero e di
governo con una metodologia che ha coinvolto molteplici energie e
prodotto idee interessanti grazie anche al sapere e alla
creatività degli studenti. Oggi è quindi una giornata importante,
una bella pagina per il nostro territorio. Il mio auspicio è di
riuscire, entro la fine della legislatura, a mettere in cantiere
le scelte per la rigenerazione dell'area del parco e delle
strutture dell'ex-manicomio di Sant'Osvaldo a Udine".
Lo ha detto il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli
Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, in occasione della
presentazione, nel polo scientifico dei Rizzi dell'Università
degli studi di Udine, di tre progetti per la valorizzazione del
patrimonio esistente e la rigenerazione dell'ex parco di
Sant'Osvaldo da parte degli studenti del corso di laurea
magistrale in architettura. Il lavoro è il risultato di una
sperimentazione didattica inserita nell'accordo tra l'Azienda
sanitaria universitaria Friuli Centrale (Asufc) e l'Ateneo
udinese, sostenuta dalla Regione che ha destinato al progetto di
recupero, 25 milioni di euro.
"Ho creduto fin dall'inizio alla necessità di rigenerare questa
parte simbolicamente rilevante per la città - ha commentato
Riccardi ringraziando tutte le parti coinvolte nel progetto -.
Con quest'operazione mettiamo insieme le esperienze di diversi
soggetti: dall'Ateneo udinese alla Soprintendenza archeologica,
belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dall'Azienda
sanitaria al Comune di Udine fino all'Azienda regionale di
coordinamento per la Salute (Arcs) e alla Direzione sanitaria
regionale. Si tratta di uno sforzo importante con un metodo
altrettanto rilevante capace di arricchire un progetto complesso
per dare risposte alla popolazione, di generare riflessioni anche
sul valore della salute mentale e sui cambiamenti intervenuti nel
tempo oltre che sugli aspetti sociali e ambientali. Un metodo che
consente di stimolare i giovani ad individuare soluzioni creative
per questa parte importante della città".
"Le tre proposte presentate oggi - ha aggiunto il vicegovernatore
- offrono interessanti spunti di riflessione per mettere a terra
un progetto puntuale che riqualifichi l'area tenendo conto del
valore della memoria, del benessere e consenta una maggiore
fruibilità della zona da parte della cittadinanza. Vedo la
capacità e l'intuizione dei ragazzi di rendere più vivibile il
comprensorio di via Pozzuolo abbattendo quel muro fisico e
mentale che nel passato ne ha impedito la fruizione: è una
conquista culturale sulla quale dobbiamo insistere".
I temi alla base dei tre progetti hanno riguardato la
biodiversità, la memoria e il benessere. Presenti in aula anche
il rettore Roberto Pinton, i direttori generali di Asufc, Denis
Caporale, e di Arcs Giuseppe Tonutti, Giovanni Barillari
assessore alla Sanità del Comune di Udine e i professori Giovanni
La Varra e Christina Conti.
"Sono molto soddisfatto della convergenza di intenti e di idee di
questo progetto in cui ricerca e didattica si mettono a
disposizione di un'esigenza nata dal territorio, attraverso una
collaborazione virtuosa tra istituzioni", ha sottolineato Pinton,
che ha anche evidenziato quanto sia importante "sviluppare il
progetto all'interno di un laboratorio di ricerca in cui gli
studenti hanno la possibilità di avere il riscontro pratico e
applicativo nella società di quanto studiato nelle aule
universitarie".
"Oggi iniziamo un percorso in cui l'Azienda sanitaria crede molto
dove l'Azienda e l'Ateneo possano lavorare insieme anche al di
fuori del mondo sanitario in senso stretto", ha affermato
Caporale, sottolineato l'intenzione di accelerare i tempi "per
portare avanti una collaborazione così importante per il
quartiere e l'intera città di Udine".
Gli studenti hanno individuato e sviluppato le tematiche della
sostenibilità, dell'inclusione, della biodiversità e della
conservazione, come ha ricordato Conti, mantenendo costante
l'impegno di preservare gli elementi naturali e artificiali della
struttura manicomiale originaria.
Nel primo progetto, Into the wild, vi è l'attenzione alla
biodiversità e al sociale di servizi al cittadino per attività
ricreative e di ospitalità "con e per" gli animali domestici.
L'ex quartiere psichiatrico di Sant'Osvaldo, secondo la proposta,
innestandosi in una posizione periurbana lambita a Nord da
tessuti edilizi e circondata a Sud-Est da brani di tessuto
agricolo, rappresenta un'occasione interessante per sperimentare
forme wild-life di parco urbano.
L'idea che anima il secondo progetto, Giardino delle memorie, è
quella di trasformare l'ex complesso psichiatrico in un giardino
per archivi con l'obiettivo di rivitalizzare la cittadella di
Sant'Osvaldo occupando le strutture non destinate alla sanità con
"abitanti inanimati" ossia oggetti da dover conservare, tra di
loro eterogenei per consistenza, forma, epoca e spazialità.
Fotografia, architettura, memoria manicomiale e amministrativa
sono le categorie archivistiche individuate, ognuna delle quali
si innesta nei padiglioni che nel miglior modo si prestano ad
accoglierle.
L'ultimo progetto, Città dello sport e del benessere, mira invece
a ricontestualizzare l'ex complesso psichiatrico di Sant'Osvaldo
trasformandolo in un centro sportivo multifunzionale anche con
funzione medica riabilitativa, per una utenza locale e sportiva
internazionale.
ARC/LP/pph