Salute: Riccardi, dati indicano un rallentamento delle infezioni
Lo ha confermato il vicegovernatore ai vertici di Cgil, Cisl e Uil
Trieste, 26 gen - "In base ai dati è possibile ipotizzare che,
alla fine di questa settimana, l'andamento della pandemia entrerà
nel cosiddetto plateau; quindi, dalla prossima settimana,
dovrebbe esserci una riduzione della curva dei contagi, che
produrrà effetti positivi sulla domanda ospedaliera nell'arco di
ulteriori 10-15 giorni".
Lo ha dichiarato il vicegovernatore con delega alla Salute
Riccardo Riccardi ai rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil durante
l'incontro avvenuto questo pomeriggio in modalità telematica per
tracciare un quadro della situazione pandemica, nell'ambito del
quale è stata decisa la creazione di tavoli di confronto tra la
Regione e i sindacati sugli investimenti legati al Pnrr e le
tematiche legate alla sanità e alla salute.
"La crescita dell'infezione nella nostra regione sta rallentando
rispetto alle scorse settimane ed è minore rispetto al Veneto e
alle Province di Trento e Bolzano, ma la forte diffusione del
virus in Slovenia è un fattore di preoccupazione - ha detto
Riccardi -. In questo contesto deve però essere considerato
l'elevato numero di tamponi eseguiti in Friuli Venezia Giulia:
facendo la proporzione tra i casi e i tamponi eseguiti nella
settimana dal 17 al 23 gennaio di quest'anno la nostra regione
registra un dato del 15,5%, che si colloca quasi un punto
percentuale sotto la media nazionale del 16,4%".
Riccardi ha spiegato che "al momento oltre il 90 per cento dei
contagi registrati in regione sono riconducibili alla variante
Omicron, che si conferma essere molto trasmissibile ma, nella
maggior parte dei casi, meno pericolosa per la salute. Nonostante
l'infezione sia molto più diffusa rispetto alle precedenti ondate
di Covid-19, la necessità di ricovero in ospedale sia in area
medica sia in terapia intensiva è inferiore rispetto allo scorso
anno".
Entrando nello specifico dei dati, il vicegovernatore ha
precisato che "nella settimana dal 15 al 21 gennaio sono state
registrate 16.538 infezioni tra i vaccinati e 13.099 tra i non
vaccinati, ma per questi ultimi l'incidenza del virus è doppia
rispetto a coloro che hanno ricevuto almeno due dosi di vaccino
(3.842 casi ogni 100mila abitanti contro 1.928). Analogamente,
considerando l'occupazione dei posti letto in area medica, al 21
gennaio i vaccinati ospedalizzati erano 236, ovvero 28 ogni
100mila abitanti, e i non vaccinati 190, ovvero 56 ogni 100mila
abitanti. Sul fronte delle terapie intensive, considerando la
stessa data, dei 40 ricoverati ben 34 erano non vaccinati (100
ogni milione di persone) e solo 6 i vaccinati (7 ogni milione).
L'efficacia del vaccino non è confermata solo da questi dati ma
anche da quelli sui decessi: nella settimana dal 15 al 21 gennaio
sono stati registrati 28 decessi di non vaccinati (82 ogni
milione) e 36 di vaccinati (42 ogni milione)".
In merito alla campagna vaccinale nel corso della riunione
Riccardi ha sottolineato che "circa l'80% della popolazione
regionale ha ricevuto il vaccino e che, considerando solo i
soggetti vaccinabili, la percentuale sale all'83%.
Complessivamente i dati della Regione evidenziano che i cittadini
vaccinati sono 952mila, ma aggiungendo il personale militare
residente si raggiunge quota 990mila. Sul fronte delle terze
dosi, effettuando 568mila somministrazioni abbiamo superato
l'obiettivo richiesto dal generale Figliuolo di 518.801 dosi".
Il vicegovernatore ha quindi confermato le difficoltà create
dalla forte diffusione del virus tra il personale sanitario e
dalla sospensione dal servizio dei professionisti non vaccinati.
Una situazione che riguarda in particolare gli infermieri, che
rappresentano il 39,3 per cento del personale del servizio
sanitario regionale assente dal lavoro perché colpito dal
coronavirus o non in possesso del green pass, ma anche medici
(14,8%) e operatori socio sanitari (23,4).
Sul tema della scuola Riccardi ha confermato la validità della
proposta avanzata al Governo dalla Conferenza delle Regioni e
Province autonome di "ridurre le misure restrittive imposte ai
ragazzi e alle loro famiglie, imponendo l'obbligo di isolamento
solo agli studenti positivi sintomatici" e sottolineato la
necessità di "rivedere il sistema di classificazione del rischio
delle Regioni basato sul numero delle persone ricoverate affette
da Covid, che risulta viziato dalla presenza di numerosi pazienti
ospedalizzati per motivi non collegati al coronavirus ma
risultati positivi al tampone effettuato al momento del loro
ingresso nelle strutture sanitarie".
ARC/MA/al