Salute: Riccardi, rivedere la logica istitutiva dei Cap
Trieste, 17 lug - "I Centri di assistenza primaria (Cap)
realizzati e funzionanti potranno continuare ad esistere se
capaci di rispondere alla logica di una medicina di gruppo
integrata in sede unica aziendale non, invece, come
poliambulatori subdistrettuali che rispondo alla logica di mero
ampliamento di un'offerta oraria e di servizi, non governata e
non indirizzata".
A dirlo è stato il vicegovernatore con delega alla Salute del
Fvg, Riccardo Riccardi, oggi in Consiglio regionale, rispondendo
ad una interrogazione sui risultati del monitoraggio sullo stato
di avanzamento dei Cap.
Sul punto Riccardi ha ricordato che, così come previsto nelle
linee annuali per la gestione del servizio sanitario e
sociosanitario regionale 2019, il report viene predisposto entro
il 30 giugno 2019 quindi "è necessario attendere il
perfezionamento della mappatura, poi sarà mia cura informare sui
risultati che emergono dai report aziendali e sulla valutazione
in merito agli stessi. Per ora - ha aggiunto - il dato più
recente e disponibile sui risultati raggiunti con la
realizzazione dei Cap deriva dal consuntivo 2017 da cui emerge
che l'obiettivo per la realizzazione di almeno 4 Cap per Azienda
sanitaria è stato raggiunto sola nell'Aas3, nelle altre Aziende è
stato raggiunto solo parzialmente mentre non vi è realizzazione
di alcun Cap nell'Azienda sanitaria universitaria integrata di
Trieste".
Secondo Riccardi, da queste valutazioni preliminari emergono
alcune considerazioni che ispireranno sia l'accordo ponte con la
medicina generale per il 2019, sia un successivo accordo
integrativo regionale triennale coerente con la riorganizzazione
complessiva del sistema sanitario regionale.
"Sarà necessario superare la logica con cui nella precedente
legislatura sono state privilegiate le concentrazioni di medici
nei Cap, tema che sarà oggetto di confronto nelle specifiche
commissioni consiliari e in Aula" ha spiegato Riccardi
aggiungendo come "se pur la volontà non sia quella di abrogare i
Cap esistenti e funzionanti sarà necessario rivederne le
finalità".
"La logica delle concentrazioni professionali nei Cap - ha
proseguito - si rivela insufficiente a garantire un
riorientamento dell'azione dei Medici di medicina generale (Mmg)
tenuto anche conto della diversità della distribuzione della
popolazione sul territorio regionale, caratterizzato in gran
parte da Comuni di dimensioni medio-piccole. L'obiettivo infatti
non è l'espansione oraria dell'apertura degli ambulatori in sede
unica, come voluto con i Cap, quanto piuttosto quello di agire
sull'appropriatezza della domanda, continuando a garantire al
contempo, attraverso una progressiva evoluzione verso reti
complesse ed integrate di assistenza primaria, quella
distribuzione capillare sul territorio che ha storicamente
caratterizzato la figura professionale del medico di medicina
generale".
ARC/LP/ep