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Salute: Riccardi, ruolo medici internisti fondamentale in pandemia

Il vicegovernatore, no a strumentalizzazioni su studio Sant'Anna Udine, 18 giu - "Il mio auspicio è che non si parli più di decreto ministeriale 70 e delle novità del nuovo Dm 71, ma della somma dei due: questo perché altrimenti il modello di integrazione socio-sanitaria, del quale tutti abbiamo capito l'importanza durante la pandemia, non diventerà effettivo". Così il vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, nel corso del convegno sul tema "Il Pnrr e il Decreto ministeriale 70 e il Dm 71: quali prospettive in Fvg e quale ruolo per la medicina interna", organizzato nella sessione congiunta del XX congresso regionale della Federazione delle Associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) e del XI congresso regionale dell'Associazione nazionale infermieri medicina (Animo) tenutosi a Udine. "Le risorse del Pnnr sono importanti, tanto che la Regione Fvg ne metterà a disposizione anche di sue proprie - ha ricordato Riccardi -, ma ci sono due capisaldi fondamentali da risolvere: colmare il ritardo nell'investimento sul capitale umano e attuare la revisione del rapporto tra la sanità pubblica e la medicina generale. Su quest'ultimo tema abbiamo bisogno di un'impostazione rinnovata, anche per superare resistenze e condizioni pendenti rispetto a un modello che non è ancora riuscito ad applicare completamente la riforma del 1995". In questo quadro la centralità del ruolo dei medici internisti è stata riaffermata e le proposte avanzate nel corso del congresso sono apparse a Riccardi interessanti e condivisibili. "La competenza degli internisti si è rivelata strategica durante la pandemia ed essi rivestono un ruolo naturale di integratori - ha commentato Riccardi - nel campo ospedaliero. La Regione concorrerà con il proprio contributo a dare sostegno alle sollecitazioni espresse oggi nel corso del congresso in merito alla definizione dei modelli che spettano però, va ricordato, allo Stato". Riccardi è ritornato anche sul dibattito di attualità riguardante il report dello studio elaborato dalla Scuola superiore di Pisa sulle performance dei sistemi sanitari di dieci Regioni e di due Province autonome che, su base volontaria, hanno fornito i dati. "I recenti studi dimostrano che ci manteniamo un livello al di sopra della media nazionale con dei punti di indubbia forza e qualche punto di debolezza che sono inevitabilmente risultato di una riforma che ha sostanziale efficacia dal 1° gennaio 2020, ovvero un mese prima dell'entrata in pandemia. Ora, calando la pressione dell'emergenza è chiaro che la priorità delle Aziende sarà il miglioramento nelle aree dove il report rappresenta delle situazioni di ritardo". Riccardi, sorvolando su alcune "dichiarazioni scomposte di qualche esponente dell'opposizione" ha ricordato che si "sta comunque ragionando su un anno, quello passato, che è stato uno dei peggiori della storia sanitaria del Friuli Venezia Giulia, in quanto la seconda ondata del Covid ha colpito nella nostra regione in maniera più forte della prima, mettendo sotto stress le strutture e questo ha sicuramente può condizionato sia il confronto con gli altri territori sia i dati su alcune prestazioni chirurgiche. Nonostante ciò, lo studio della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa ha attribuito al nostro sistema sanitario, a fronte della pandemia, un buon grado di resilienza. Noi continuiamo - ha concluso il vicegovernatore - il lavoro senza inseguire interpretazioni strumentali: gli indicatori non possono andar bene un giorno e male subito dopo, quando chi li ha elaborati li spiega a tutti coloro che non capiscono oppure a coloro a cui non interessa di capire". ARC/EP/gg

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