Sanità: Riccardi, difendere medici da violenze è dovere istituzionale
Casarsa della Delizia, 30 giu - "Difendere i medici dal rischio
di possibili aggressioni è un dovere istituzionale che discende
dalla necessità di garantire sicurezza a chi lavora con passione
a servizio della salute dei cittadini".
Lo ha affermato il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia,
Riccardo Riccardi, intervenendo oggi a Casarsa della Delizia alla
firma del protocollo d'intesa "Amico alpino accompagnami".
Il documento, sottoscritto da Guido Lucchini, presidente
dell'Ordine dei medici di Pordenone, Giorgio Simon, direttore
generale dell'Azienda per l'assistenza sanitaria n.5 pordenonese
e da Ilario Merlin, presidente della sezione di Pordenone
dell'Associazione nazionale alpini, consente di avviare una
collaborazione per affiancare due alpini ad ogni guardia medica
impegnata nel turno notturno, con la finalità di ridurre il
rischio per gli operatori sanitari di subire aggressioni o
violenze. L'intesa è stata condivisa dal Prefetto, dal Questore e
dai Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
Le aggressioni ai medici costituiscono un fenomeno in crescita,
che pertanto va affrontato con determinazione alla luce dei dati
preoccupanti, citati dallo stesso Riccardi, secondo cui due
operatori su tre nello svolgimento del proprio lavoro hanno
subito un'aggressione violenta verbale o fisica e di questi il 70
per cento è donna.
A questi dati si aggiungono quelli della Federazione nazionale
Ordini medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) secondo cui le
aggressioni riguardano il 65 per cento dei medici ospedalieri e
l'80 per cento di quelli che operano sul territorio.
"Riconosco il merito all'alleanza tra operatori sanitari e
istituzioni nel garantire la salute dei cittadini - ha
sottolineato Riccardi - con un'iniziativa che dà orgoglio alla
nostra regione perché è già un esempio nazionale a cui ispirarsi".
Il vicegovernatore ha poi voluto esprime "riconoscimento e
gratitudine al corpo degli Alpini, da sempre portatori di pace,
libertà e solidarietà come hanno dimostrato anche in questa
circostanza".
La gremita platea del teatro Pasolini di Casarsa si è commossa
alla vivida testimonianza di Serafina Strano, guardia medica
catanese che lo scorso 19 settembre ha vissuto l'incubo di una
nottata di violenza perpetrata da un paziente mentre prestava
servizio nell'ambulatorio di un piccolo comune siciliano. Da lei,
diventata suo malgrado paladina nazionale della difesa dei tanti
colleghi e colleghe minacciati sul posto di lavoro, è giunto
l'accorato appello a non essere lasciati soli, poiché nella
solitudine si determina la fragilità. Proprio in quanto basato
sulla solidarietà, Strano ha poi definito il progetto pordenonese
"un'iniziativa di valore culturale da esportare anche nel resto
d'Italia".
Poco prima il medico catanese era stata preceduta dall'intervento
della collega Giulia Marcassa, medico di continuità assistenziale
a Pordenone, che con altrettanta enfasi ha chiesto alle
istituzioni migliori condizioni strutturali e organizzative ed ha
ringraziato i promotori del protocollo per consentire ai medici
di ricevere risposte dalla "voce della solidarietà che si incarna
in questo splendido progetto".
L'intesa è stata apprezzata anche dal Ministro della Salute
Giulia Grillo (tramite un messaggio letto in sala dal deputato
Luca Sut) che ha definito il protocollo un'efficace strumento di
prevenzione e deterrente degli episodi deprecabili che colpiscono
con frequenza crescente i professionisti della sanità.
Molti i rappresentanti politici del Friuli Venezia Giulia, oltre
all'onorevole Sut, che hanno preso parte alla mattinata, tra cui
il neo sottosegretario all'Ambiente, Vannia Gava, il deputato
Roberto Novelli, il senatore Luca Ciriani, i consiglieri
regionali Giampaolo Bidoli e Chiara Da Giau, ma anche esponenti
delle professioni mediche, dell'Università, del mondo scientifico
e dell'associazionismo.
Tra le prime risposte legislative messe in atto, Novelli ha
ricordato l'avvio alla Camera dell'iter del progetto di legge per
l'inserimento nel codice penale di un'aggravante che consenta
l'inasprimento delle pene per chi compie atti contro i medici in
servizio e l'istituzione di un fondo per l'acquisto di sistemi di
sorveglianza.
Molte le riflessioni emerse sul tema nel corso del dibattito,
seguito alla firma del protocollo, che ha riguardato aspetti
occupazionali, sociali e culturali legati alla professione medica
e a cui hanno preso parte, tra gli altri, Fiorenzo Corti, vice
segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di
medicina generale (Fimmg), Fernando Agrusti, vice sindaco di
Casarsa della Delizia, Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei
medici e odontoiatri di Roma, Guido Marinoni, membro del comitato
centrale della Fnomceo, Fulvio Kette, referente per
l'accreditamento dell'Aas n.5 e Tommasa Maio, segretaria
nazionale della Fimmg e referente del settore continuità
assistenziale.
ARC/SSA/ppd