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START UP: SERRACCHIANI, IL FVG HA IL FUTURO A PORTATA DI MANO

Trieste, 5 mar - "Il Friuli Venezia Giulia è un territorio con un patrimonio forte e un futuro a portata di mano". Lo ha sostenuto la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani intervenendo nella Sala conferenze del Molo IV di Trieste al Forum Lo start up d'impresa: l'evoluzione di un modello vincente, organizzato dal Distretto 206 Inner Wheel Italia e dal Distretto Rotary 2060.

"La nostra regione - ha evidenziato Serracchiani - ha un rapporto debito-PIL del 2% che permette di disporre di risorse da rigirare al sistema produttivo", il quale beneficia di un'imposizione ridotta dell'IRAP. Inoltre il Friuli Venezia Giulia è "la prima regione in Italia per innovazione all'interno delle imprese e per numero di contratti a tempo indeterminato a tutela crescente sottoscritti tra il 2014 e il 2015".

Questo significa, ha osservato Serracchiani, che "abbiamo ricominciato, se non a correre, certo a camminare", in un percorso che attraverso fondi europei, nazionali e regionali premia l'imprenditoria, "con attenzione particolare a quella giovanile e femminile".

In questo contesto s'inserisce l'"occasione importante" del Forum odierno, nel corso del quale è stato esplorato il mondo dello start up, che in Italia conta 15.500 occupati, due terzi dei quali maschi, a fronte di 12.000 giovani laureati che ogni anno lasciano il Paese per trovare lavoro all'estero. I relatori hanno insistito sull'importanza di un ambito favorevole alle iniziative imprenditoriali giovanili.

Accanto alla passione e a un pizzico di fortuna, secondo Mauro Giacca, ordinario di Biologia molecolare dell'Università di Trieste e direttore dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, "occorre un ambiente culturale che favorisca il pensiero e la generazione di idee", dimensione che a Trieste in particolare ben si ritrova per la fitta presenza di istituzioni di ricerca.

Accanto al contesto scientifico è fondamentale quello manageriale, come ha evidenziato Giorgio Carcano, fondatore del Parco tecnologico ComoNExT. In particolare, "l'incubatore deve proporre una verifica preliminare dei progetti, attraverso il tutoring  e la sua rete scientifica", in modo da poter pervenire alla fase successiva della ricerca di contributi pubblici e privati, di un partner  finanziario e dell'introduzione nel mercato.

Il ruolo del sistema creditizio a supporto delle start up  è stato delineato da Chiara Mio, ordinario di Economia all'Università Ca' Foscari presidente della Banca Popolare Friuladra S.p.A. "Se un'idea è buona e scalabile, il venture capital  si trova", ha assicurato Mio, che ha evidenziato anche l'importanza di un contesto culturale "in cui la figura dell'imprenditore non sia denigrata". Al tempo stesso, le banche devono "capire per tempo se l'idea della start up  ha gambe per camminare".

I lavori del Forum interassociativo, moderati dal giornalista Luigi Bacialli, sono stati introdotti dal governatore del Distretto Rotary 2060 Giuliano Cecovini e dalla governatrice del Distretto 206 Inner Wheel Italia Donatella Nicolich, con un saluto portato anche dalla presidente del Consiglio nazionale di Inner Wheel Italia Maria Gabriella Bottigelli e dal rettore dell'Università di Trieste Maurizio Fermeglia.

Nel corso del convegno sono stati consegnati i premi Rotary Quando la volontà vince ogni ostacolo alla campionessa di nuoto Maria Bresciani e a Fulvio Marotto, progettista di protesi particolarmente efficienti. Testimonianze dirette di start up di successo sono state portate da Bruna Marini, con la sua Ulisse Biomed S.r.l., attiva nel settore della diagnosi rapida del papilloma virus (Hpv), e da Stefania Quaini, ceo di Impact Hub Trieste, che si focalizza su progetti di imprenditori giovani con requisiti di sostenibilità e attenzione all'impatto sociale.

ARC/PPH/ppd



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