Terremoto: Fvg sa fare leva sui valori della ricostruzione anche oggi
Gemona, 6 mag - L'esperienza del post terremoto del Friuli è un
esempio internazionale di comunità che ha saputo ricostruirsi e
ricostruire, una capacità che è stata confermata anche durante la
pandemia: a 46 anni da quegli eventi oggi non c'è soltanto il
doveroso ricordo delle vite spezzate nella distruzione dei paesi
ma anche la prospettiva che vede una comunità in grado di fare
tesoro dei suoi valori, l'orgoglio è concreto, presente, è quella
forza che permette di mettersi sempre in discussione, rimboccarsi
le maniche, piangere poco e lavorare tanto.
È il concetto espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia
nel corso della cerimonia in occasione del quarantaseiesimo
anniversario del terremoto che il 6 maggio del 1976 colpì il
Friuli.
Nel gremito duomo di Santa Maria Assunta l'arciprete Valentino
Costante ha celebrato la Santa Messa in memoria di tutte le
vittime del sisma, rimarcando nell'omelia che gran parte del
merito della ricostruzione è stata l'unità dell'intero popolo
friulano. La capacità delle comunità e delle istituzioni sono
state fondamentali, ma le principali artefici della ricostruzione
- ha sottolineato l'arciprete - sono state le famiglie, che hanno
assunto la responsabilità di ricostruire le proprie case e tenere
salda la comunità.
Un valore, questo, ripreso nell'intervento del governatore della
Regione che ha osservato come gli eccellenti risultati odierni
del Friuli Venezia Giulia siano frutto dell'intera regione -
delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese, degli
amministratori locali, dei volontari, del personale sanitario -,
protagonisti che sono riusciti a dare una prospettiva alla
regione anche nella difficoltà.
Alla commemorazione hanno preso parte, oltre al sindaco, al
vicegovernatore e all'assessore regionale alle Finanze, anche il
sottosegretario agli Interni e il vicepresidente del Consiglio
regionale.
Per il vicegovernatore della Regione con delega alla Protezione
civile quella del 6 maggio è una ricorrenza a cui è impossibile
mancare e che è giusto legare anche al ricordo del commissario
straordinario Giuseppe Zamberletti. Dentro questa giornata, ha
osservato a margine della cerimonia, c'è un pezzo di storia di
questa terra, le vicende delle famiglie e delle persone che sono
tragicamente mancate e quel modello Friuli che tutti invidiano
ancora.
L'assessore alle Finanze, che nella tarda serata aveva preso
parte alla cerimonia per l'anniversario a Montenars, ha invece
voluto ricordare come in quei mesi tragici il mondo intero si
strinse attorno alle popolazioni in ginocchio, fin dai primi
giorni dell'emergenza. Mille morti non si devono dimenticare, ma
nemmeno come dalla volontà reciproca di collaborare e di darsi
una mano sia nato un Friuli diverso e pronto a ricominciare
tutto. Quel senso di comunità deve ispirare oggi soprattutto le
giovani generazioni, ha osservato l'assessore.
I quattrocento rintocchi delle campane che ricordano le vittime
gemonesi hanno accompagnato la processione verso il cimitero, con
il corteo delle autorità preceduto dal gonfalone del Comune e
della Protezione civile.
ARC/EP/ma