Vinicoltura: Venica realtà imprenditoriale autenticamente sostenibile
Dolegna del Collio, 22 apr - L'azienda vitivinicola
Venica&Venica dal 1930 rappresenta una realtà solida, in
armonioso e sinergico rapporto con il Collio, un'attività
imprenditoriale che si colloca ai vertici del comparto
enogastronomico e anche ricettivo del Friuli Venezia Giulia.
Lo hanno commentato gli assessori regionali alle Attività
Produttive e Turismo e alle Risorse agroalimentari in visita alla
cantina e al wine resort Venica&Venica in località Cerò a Dolegna
del Collio, sottolineando anche il profilo di autentica
sostenibilità dell'azienda che dal 2006 ha installato pannelli
fotovoltaici per produrre energia e acqua calda e dal 2019 redige
il bilancio di sostenibilità.
E' nel 1985 che aprì il primo nucleo dell'agriturismo, oggi
trasformatosi in un elegante "wine resort" immerso nella
campagna, tra le colline del Collio con sullo sfondo le Prealpi
Giulie e a poca distanza dal confine con la Slovenia.
Il casolare di Cerò fu acquistato nel 1930 da un giovane
mezzadro, Daniele Venica, capostipite di quella che sarebbe
diventata una delle più antiche famiglie del vino friulano. Fu il
figlio, Adelchi, a iniziare nel 1972 a vendere il suo vino
direttamente in sede e poi la svolta si ebbe con Gianni Venica,
classe 1956, che iniziò ad applicare la vinificazione in bianco:
nel 1977 i bianchi e i rossi di Venica&Venica vennero
imbottigliati per la prima volta. Gli anni Ottanta hanno
rappresentato il momento del boom dell'export, prima la Germania
e subito dopo gli Stati Uniti, Paesi che ancora oggi
rappresentano i punti di forza dei vignaioli di Cero'.
Attualmente Venica&Venica è proprietaria di 40 ettari di vigneto
che si trovano tutti nella Doc Collio, produce tra le 280 e le
310 mila bottiglie l'anno, a seconda della stagione e della
vendemmia, per l'85% vini bianchi (Ronco delle Mele e Toblar tra
i più premiati e apprezzati) e il restante 15% rossi (dal Merlot
allo Schioppettino). Le quote di mercato, solo nel settore
Horeca, sono distribuite per il 55% in Italia e per il 45%
all'estero, principalmente Germania, Stati Uniti, resto
dell'Europa e Asia, dal Giappone alla Corea.
ARC/EP/gg