Viticoltura: Zannier, Fvg valuta impatto produzioni di alta quota
A Tolmezzo presentato progetto Biovitis, in regione solo due
aziende in Carnia e Val Canale stanno sperimentando
Tolmezzo, 4 mar - Aprire le porte ad una nuova economia
sostenibile nel settore vitivinicolo in Carnia e Val Canale, un
modello potenzialmente estendibile a tutte le Terre alte.
È quanto si prefigge il progetto europeo Biovitis, ideato due
anni fa circa e finanziato nel quadro dell'Interreg V-A Italia
Austria.
Sebbene le produzioni vitivinicole di montagna siano già diffuse
nell'arco alpino, in Friuli Venezia Giulia sono solo due i
produttori che hanno avviato vigneti del genere e proprio loro
hanno ideato il progetto presentato oggi nella sede della
Comunità di montagna della Carnia a Tolmezzo alla presenza
dell'assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano
Zannier e del vicepresidente del Consiglio regionale Stefano
Mazzolini.
Biovitis ha come partner la Camera dell'agricoltura della
Carinzia e gli imprenditori vinicoli di Forni di Sotto, Roberto
Baldovin (project partner), e di Malborghetto Valbruna, Johanna
Heiben.
Obiettivo della prima fase del progetto è effettuare un'analisi
climatica e fitopatologica comparata a partire da aprile e fino
ad agosto tra quattro vigneti posti in località diverse (i due di
Malborghetto Valbuna e Forni di Sotto con quelli di Manforf e
Karnitzen in Carinzia) ma tutti caratterizzati da vitigni
resistenti alle principali malattie fungine e che consentono
quindi una significativa riduzione dell'uso dei prodotti
fitosanitari. Alla fine di questa prima fase verrà avviata da
settembre un'analisi comparata sulla maturazione delle uve, sui
mosti e sui vini prodotti e, in particolare, sulla presenza di
rame e acido gluconico e sulla vitalità dei lieviti. Infine, la
terza fase, che si svilupperà da novembre a fine marzo 2023,
comporterà l'analisi sulla resistenza al freddo e alle avversità
invernali delle varietà.
"Sarà molto importante la valutazione tecnico scientifica
rispetto ad alcuni vigneti già presenti a quote oltre i 600 metri
sopra il livello del mare dove normalmente la vite non è in
vegetazione per ottenere dati provenienti da regioni diverse:
saranno messi a disposizione e a supporto di coloro stanno
ragionando sulla possibilità di avviare produzioni vitivinicole
in areali fuori dall'ordinario", ha spiegato Zannier.
Secondo l'assessore si tratta di una prospettiva che necessita
attento vaglio sia dal punto di vista tecnico che commerciale ma
che "potrà riservare grandi soddisfazioni dal punto di vista del
valore aggiunto, perché rientra - ha spiegato l'assessore - nel
caso di una diversificazione all'interno di un progetto
complessivo utile soprattutto in territori come quelli montani".
ARC/EP/pph