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Abrogazione voucher, Revelant (Ar): «Errore clamoroso»

Il gruppo di Autonomia Responsabile è pronto ad avviare una raccolta di firme, confidando nel sostegno delle Associazioni di Categoria, di Confindustria e delle forze del centrodestra «per difendere questi piccoli, ma preziosi gettoni, che garantiscono piccole entrate a tanti giovani e disoccupati»

«La crisi ha massacrato il mercato del lavoro, falcidiando le imprese e annientando molti lavoratori. Cancellare i voucher non risolverebbe il problema, ma, anzi, lo acuirebbe. I buoni lavoro non costituiscono la cura perfetta, ma consentono di tirare il fiato a tante persone: rappresentano un’integrazione al reddito e sono compatibili con il sussidio della disoccupazione. L’unico accorgimento corretto sarebbe un giro di vite sui controlli, per evitare irregolarità ed esorcizzare il rischio di un’esplosione del lavoro in nero. Artigiani e commercianti sono zavorrati dal peso della burocrazia e soffocati dalla pressione fiscale: come possono assumere in queste condizioni? La soluzione ideale sarebbe la vera detassazione del lavoro, ma nel frattempo teniamoci i voucher, da utilizzare correttamente.Il gruppo di Autonomia Responsabile è pronto ad avviare una raccolta di firme, confidando nel sostegno delle Associazioni di Categoria, di Confindustria e delle forze del centrodestra, per difendere questi piccoli, ma preziosi gettoni, che garantiscono piccole entrate a tanti giovani e disoccupati».

Questa, in sintesi, la proposta che Roberto Revelant, vicecapogruppo di Autonomia Responsabile, proporrà all’aula del Consiglio regionale con una mozione. Spiega Revelant: «Abrogare i voucher con un decreto legge è un errore clamoroso, dettato dalla paura. Meglio il referendum, che lasciava la parola agli italiani. Questa è l’ennesima decisione imposta da un Pd polverizzato, lacerato dalla guerra interna tra la componente renziana e quella nostalgicamente ancorata alla tradizione dei Ds e del Pci. Il governo rincorre la Cgil sul terreno del populismo rosso, fenomeno non meno pericoloso di altre forme di demagogia politica. Cgil e Pd pensano di recuperare i voti di operai esasperati, lavoratori delusi e disoccupati inferociti con una mossa ad alto impatto ideologico, facendo dei voucher il capro espiatorio. La sinistra non sa interpretare la realtà attuale: i meravigliosi anni ’70 sono terminati da un pezzo, e il mondo del lavoro è cambiato radicalmente. Dopo le zuffe sull’articolo 18, oggi Pd e Cgil devono trovare un nemico da dare in pasto al popolo, e lo ha individuato nei voucher».

Revelant conclude: «Senza voucher, la situazione peggiorerebbe drasticamente. I buoni lavoro pesano per lo 0,19% del totale delle ore lavorate, e consentono a tante persone di prendere una boccata d’aria. L’unico cambiamento dovrebbe riguardare i controlli. I voucher si possono cambiare, ma azzerarli, soprattutto in questa fase di mercato, azzopperebbe le aziende e condannerebbe tanti lavoratori».

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