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Ambiente: «PAIR sia strumento condiviso per sicurezza in regione»

Lo afferma l'assessore all'Ambiente, Sara Vito, in merito al PAIR, lo strumento per la valutazione della propensione di un territorio all'allagamento, espressamente previsto dalla normativa nazionale, il Testo unico ambientale

«Il Progetto di Piano stralcio per l'assetto idrogeologico dei bacini idrografici di interesse regionale (PAIR) è uscito i primi di dicembre 2014 con avviso a tutti i portatori di interesse: confidiamo ora in una larga partecipazione dei Comuni alla conferenza programmatica perché è necessario un confronto in modo che alla fine di un percorso partecipato la Regione adotti uno strumento corretto, efficace e condiviso».

Lo afferma l'assessore all'Ambiente, Sara Vito, in merito al PAIR, lo strumento per la valutazione della propensione di un territorio all'allagamento, espressamente previsto dalla normativa nazionale, il Testo unico ambientale, decreto legislativo 152/2006.

Il Friuli Venezia Giulia per i bacini nazionali - Tagliamento, Livenza, Isonzo - era già dotato di un analogo strumento di pianificazione, mancava però quello per i bacini regionali.

«Avvieremo - prosegue Vito - con la conferenza programmatica un confronto con i Comuni per ascoltare le loro osservazioni e per migliorare il documento, che è già però articolato e redatto con attenzione. La parola d'ordine deve essere: sicurezza per i cittadini».

«Questo non è uno strumento per bloccare lo sviluppo economico, si tratta al contrario - spiega l'assessore - di avviare uno sviluppo sostenibile attraverso la maggior diffusione di metodologie costruttive ambientalmente compatibili, che tengano conto della vulnerabilità idrogeologica del territorio. I cittadini quando acquistano una casa hanno il diritto di essere certi che sia sicura e non devono combattere contro gli allagamenti mettendo a repentaglio incolumità e i propri beni".

La classificazione delle diverse aree della Regione si basa, così come previsto dalla normativa nazionale, sulla ricostruzione delle esondazioni storiche, ampiamente documentate e accadute negli ultimi cento anni. In Friuli Venezia Giulia fa riferimento ai grandi allagamenti accaduti, ad esempio, nel 1920 e nel 1966, e si basa sulle indicazioni degli strumenti di pianificazione comunale. Molte informazioni per il PAIR sono state fornite dai Consorzi di bonifica.

Un aspetto importante di cui il documento tiene conto è la risalita della falda freatica. Un anno fa molti Comuni sono stati messi in seria difficoltà a causa della sua risalita. La Regione era intervenuta attraverso la Protezione civile con ingenti finanziamenti.

Sulla base della classificazione delle aree stilata con il PAIR nelle aree a moderata pericolosità è permessa l'edificazione e le uniche limitazioni riguardano i vani interrati e i seminterrati: i Comuni adeguano in coerenza la propria pianificazione urbanistica.

Le norme di attuazione adottate per la redazione del PAIR sono esattamente quelle già utilizzate per la stesura dei PAI nazionali - Tagliamento, Isonzo, Livenza - in quanto molti Comuni ricadono sia nei bacini nazionali che regionali e, per criterio di omogeneità, sul territorio regionale.

Una importante novità del PAIR riguarda l'identificazione delle aree di pericolosità lungo la fascia costiera, dove si è tenuto conto di due aspetti importanti: la possibile inondazione "da ingressione marina" e l'operatività delle idrovore nelle zone a quote sotto il livello del mare.

Per quanto riguarda il fenomeno di "ingressione marina" è stato realizzato un approfondito studio sui massimi livelli di marea e sono state individuate le altezze in rapporto alla probabilità di accadimento. In base a questi livelli sono state determinate le zone potenzialmente allagabili tenendo conto della quota del terreno e della distanza dalla costa. Per le aree protette da argini è stato analizzato lo stato degli stessi in base allo studio particolareggiato, eseguito nel 2008 dall'Università di Trieste per conto della Protezione Civile.

«Alcune aree classificate come pericolose talvolta coincidono o quasi con aree già vincolate dal punto di vista ambientale, ad esempio aree SIC, ZPS, biotopi, aree umide", spiega Vito, sottolineando che "i diritti acquisiti dai Comuni con i loro piani regolatori, laddove il PAIR è arrivato dopo, non vengono cancellati. Sarà responsabilità dei Comuni permettere l'edificazione imponendo delle misure di mitigazione adeguate».

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