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Autonomia, Agnola (Pd): «La Flat tax voluta dal centrodestra costerebbe al Fvg 540 milioni»

«L'impatto sarebbe evidentemente insostenibile per la vita stessa della Regione e probabilmente la fine del principio stesso della Specialità Regionale basata sull'Autonomia»

«Oltre a creare una sostanziale ingiustizia sociale, la Flat tax fortemente sostenuta dal centrodestra, applicata in Friuli Venezia Giulia provocherebbe un dissesto sulle finanze della Regione con minori entrate pari a circa 540 milioni. L'impatto sarebbe evidentemente insostenibile per la vita stessa della Regione e probabilmente la fine del principio stesso della Specialità Regionale basata sull'Autonomia». A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Enio Agnola che oggi, insieme al capogruppo Diego Moretti e al segretario del Pd provinciale di Udine, Roberto Pascolat, ha presentato una ricerca che illustra l'applicazione della flat tax con riferimento al Friuli Venezia Giulia.

«Siamo di fronte a un provvedimento che mina le basi dell'Autonomia di una regione. Come si può pensare di esercitare l'autonomia senza basi finanziarie solide? In questo scenario, mi chiedo come il mondo autonomista non si sia concentrato su tale aspetto. Credo che questa preoccupazione vada condivisa da tutti coloro che hanno a cuore l'autonomia della Regione».

Come è noto, ha illustrato Agnola in conferenza stampa, «le Regioni a Statuto speciale realizzano l'autonomia finanziaria attraverso la compartecipazione ai principali tributi (differenziata per ogni singola Regione). L'impatto va ipotizzato nella percentuale che spetterebbe al Friuli Venezia Giulia della diminuzione complessiva dell'Irpef di competenza della nostra regione».

L'impatto sulle finanze pubbliche. Chi propone la Flat tax, sostiene Agnola, «per rendere più presentabile la proposta, tende a minimizzarne l'impatto per le finanze dello Stato, sostenendo che il fabbisogno sarebbe attorno ai 40 miliardi di euro. Altri fanno stime molto più impegnative, ma si può sicuramente fare un ragionamento attorno ai 45 miliardi di Euro. Il calcolo si rende più complicato dal fatto che il 30 Gennaio 2018 è stato sottoscritto a Roma l'accordo finanziario tra la Regione e il Governo, che ridisegna i rapporti economici fino al 2019. Siccome l'accordo prevede una messa in sicurezza tendente all'invarianza delle entrate, si può ipotizzare una conseguenza simile a quella prevedibile con la vecchia compartecipazione Irpef che prevede che la Regione si trattenga i 6/10 delle Imposte. Siccome al Friuli Venezia Giulia arriva, in termini di gettito Irpef un importo mediamente superiore del 2% dei 45 miliardi di minori Entrate, 900 milioni sono la nostra quota di cui il 60%, pari a 540 milioni, saranno le minori entrate a cui il nostro Bilancio dovrà far fronte».

I vantaggi per i redditi più alti. «Un esempio di ingiustizia è rappresentata dal fatto che i redditi alti aumenteranno ulteriormente: a titolo esemplificativo, la busta paga di un parlamentare aumenterebbe di oltre 1.000 euro, mentre quella di un consigliere regionale avrebbe un vantaggio di 700 euro».

Secondo il capogruppo Moretti, «la flat tax è inaccettabile perché creerebbe un ulteriore disagio e conflitto sociale. Rispetto ai provvedimento che abbiamo promosso in Fvg, come il reddito di inclusione, questa proposta del centrodestra va decisamente nella direzione opposta». Concentrandosi sull'esercizio dell'Autonomia, Moretti ha ricordato il recente rinnovo del Patto Serracchiani – Padoan «grazie al quale, a breve potremmo anche approvare in Aula una variazione di bilancio che disporrà di nuove risorse proprio grazie ai 250 milioni in più ottenuti in due anni». Il segretario Pascolat ha invece sottolineato come «proprio l'articolo 53 della Costituzione parla di progressività dell'imposta, questo tipo di intervento mette in pericolo il welfare così come è realizzato in Italia».

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